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Medicina dello sport, gli esami più diffusi

 style=Numerosi sono gli esami che, nell’ambito della diagnostica, si utilizzano nel campo medico sportivo. Si tratta in particolare di test che indagano lo stato di salute dell’atleta in ambito cardiologico, respiratorio, ortopedico e di analisi della composizione corporea e che consentono di conoscere meglio lo stato di forma individuale. Ne parliamo con il dott. Massimo Tanzi, specialista in Medicina dello Sport.

Analisi della massa corporea
“Per analizzare la composizione della massa corporea – spiega il dottor Tanzi – si può utilizzare innanzitutto la plicometria: con dei plicometri (apparecchi che assomigliano a delle pinze appositamente tarate) si esaminano delle pliche cutanee in distretti diversi, ad esempio a livello dell’arto superiore, del tronco, del bacino… Una volta ottenuto lo spessore delle pliche nelle diverse sedi del corpo, si procede con la somma totale in millimetri delle stesse e, attraverso apposite tabelle, si ottiene la percentuale di massa grassa dello sportivo. A seconda dello sport praticato, una certa percentuale di massa grassa potrebbe risultare eccessiva (ad esempio, per i ciclisti professionisti la percentuale ideale di massa grassa è tra il 5 ed il 10%). Questo dato fornisce indicazioni su quanto uno sportivo è in sovrappeso (o più raramente in sottopeso), sia in generale sia rispetto allo sport che pratica. La massa corporea si può misurare anche con il metodo impedenziometrico, utilizzando apparecchi che analizzano il passaggio di corrente elettrica a basso voltaggio attraverso la pelle (applicando gli elettrodi ad esempio alla mano destra e al piede destro): attraverso software molto semplici si ottiene la misurazione della massa grassa, di quella magra (muscoli e ossa), della quantità di acqua corporea e quindi del rapporto ideale massa grassa/massa magra in rapporto all’età, al sesso, alla statura e al peso del soggetto. Questo metodo consente anche la misurazione teorica del metabolismo basale, cioè del consumo calorico a riposo, potendo di conseguenza impostare correttamente la dieta relativa a un consumo calorico per la ‘vita di tutti i giorni’ e/o per un maggior consumo legato ad attività sportive”.

Valutazioni ortopediche
“Nell’ambito della valutazione dell’apparato muscolo-scheletrico si possono utilizzare i test isocinetici. Sono utili per misurare la forza di gruppi muscolari in vari distretti corporei: si valuta il massimo momento di forza esprimibile dai singoli gruppi muscolari ed esistono dei valori di riferimento che indicano il rapporto di forza ‘ideale’ tra gruppi muscolari antagonisti in soggetti normali che non praticano sport (valori che possono essere differenti in soggetti che praticano sport in cui l’impegno muscolare è diversificato). Questi test, che si avvalgono di una macchina particolare, si utilizzano ad esempio nelle squadre di calcio durante l’allenamento estivo per controllare progressivamente lo stato di forma degli atleti, e vengono poi ripetuti nel corso dell’anno per evidenziare un eventuale calo di forma fisica in un distretto corporeo, al fine di ridurre al minimo il rischio di infortuni.
La pedana stabilometrica viene invece utilizzata per effettuare test che riguardano l’aspetto neuromotorio. Si effettua una valutazione su una pedana instabile, prima in appoggio sui due piedi poi su un piede solo, a occhi aperti e a occhi chiusi, per controllare il senso dell’equilibrio, la sensibilità propriocettiva (cioè il senso di posizione del corpo nello spazio). Ci sono infatti sport in cui l’equilibrio e la destrezza hanno un’importanza notevole e vi possono essere degli atleti non dotati di un buon controllo neuromuscolare che possono quindi correggere questa propria ‘carenza’ con un lavoro riabilitativo specifico.
L’analisi dell’appoggio plantare è poi utile per vedere come l’atleta ‘sta in piedi’, sia in carico statico che in carico dinamico, come mantiene la stazione eretta, come cammina e come corre. Un appoggio scorretto può infatti essere la causa di dolori articolari a vario livello e di contratture muscolari.
La pedana dinamometrica consente di misurare la potenza espressa da diversi gruppi muscolari. La più classica è la pedana ideata dal prof. Bosco, con cui si può analizzare la potenza espressa ad esempio del quadricipite femorale durante un salto. Questa valutazione consente quindi di poter lavorare in modo preciso su gruppi muscolari specifici.
L’elettromiografia di superficie è un esame che utilizza degli elettrodi applicati sulla cute dell’atleta per misurare il reclutamento muscolare di un distretto corporeo in un determinato gesto atletico; negli atleti che hanno subito degli infortuni può essere utile identificare i gruppi muscolari carenti che devono essere riabilitati dal punto di vista neuromotorio”.

Valutazioni cardiocircolatorie e respiratorie
“Lo stato dell’apparato cardiocircolatorio può essere valutato con i test ergometrici, utilizzando un tapis roulant, un cicloergometro o degli ergometri adattati al gesto sportivo (ad esempio quelli a manovella che simulano la vogata per i canoisti), con i quali si misura lo stato di forma cardiovascolare andando a incrementare progressivamente la potenza necessaria per correre, pedalare, vogare ecc.. Si misura, ad esempio, l’incremento progressivo della frequenza cardiaca, il livello di soglia anaerobica (cioè a quale potenza l’organismo inizia a produrre acido lattico in eccesso andando incontro ad affaticamento e quindi a esaurimento muscolare). Conoscere il valore della propria frequenza cardiaca massima è utile all’atleta che usa il cardiofrequenzimetro perché può così allenarsi sotto il valore corrispondente alla soglia anaerobica, portandosi per brevi intervalli di tempo al di sopra della stessa al fine di alzarne il livello e migliorare di conseguenza l’efficienza muscolare.
L’analisi dei gas respiratori nei test ergometrici consente di indagare sulla quantità di ossigeno introdotta nell’organismo attraverso la respirazione e sulla quantità di anidride carbonica prodotta. Questi dati, associati con quelli relativi alla frequenza cardiaca, consentono di identificare il livello massimo di consumo di ossigeno e di anidride carbonica eliminata, calcolando così il quoziente respiratorio che permette di determinare in modo diretto la soglia anaerobica. Questo test è utile, ad esempio, a insegnare al non atleta che pratica qualunque sport a respirare in maniera corretta, ma soprattutto all’amatore o all’agonista a determinare l’intensità e la frequenza dell’allenamento.
Ci sono poi esami di routine, che vengono effettuati a completamento o come parte integrante della visita di idoneità sportiva agonistica (a volte anche non agonistica). Ad esempio l’ecocardiogramma (utile per dare indicazioni diagnostiche nelle situazioni di confine tra un cuore sano di uno sportivo e un cuore patologico) e la spirometria (utile per valutare l’apparato respiratorio, ad esempio negli asmatici e/o bronchitici cronici che si avvicinano alla pratica sportiva)”.

A cura di Elena Villa

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