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Cattiva circolazione: i sintomi della trombosi

Il sangue si distribuisce nel nostro corpo grazie al sistema circolatorio che è costituito da arterie e vene. Le arterie trasportano il sangue ossigenato nei polmoni a tutti gli organi, irrorandoli e rigenerandoli in modo da garantirne le funzioni. Le vene invece sono deputate al trasporto del sangue “sporco”, cioè carico delle scorie prelevate dai vari organi, da questi organi ai polmoni, dove vengono scambiate con nuovo ossigeno in un continuo circolo. 

Vi sono delle malattie, che conosciamo come trombosi, che possono compromettere il buon funzionamento della circolazione sanguigna, con insorgenza di eventi patologici anche importanti.

In occasione della Giornata mondiale della trombosi il prossimo 13 ottobre gli specialisti del Centro Trombosi saranno presenti con un banchetto informativo dedicato alla prevenzione degli eventi vascolari trombotici presso il building 2 dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas dal 13 al 17 ottobre dalle ore 10.00 alle ore 13.00.

Ne parliamo con il professor Corrado Lodigiani, Responsabile del Centro Trombosi e Malattie Emorragiche dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

Trombosi arteriosa: quali sono i sintomi

Le trombosi possono colpire sia le arterie, sia le vene e i sintomi percepiti dal paziente sono differenti. 

L’ostruzione di un vaso arterioso determina una sintomatologia diversa in funzione dell’organo verso cui l’arteria è diretta. 

Le trombosi arteriose più comuni sono l’ictus cerebrale, provocato da una trombosi di un’arteria che porta il sangue al cervello e che comporta manifestazioni come disturbi del linguaggio, della sensibilità e del movimento, e l’infarto del miocardio, provocato da una trombosi di un’arteria che porta il sangue al cuore (coronaria) e che comporta invece dolore toracico e/o al giugulo, irradiato al braccio sinistro e talvolta associato a mancanza di respiro e nausea.

La trombosi si può tuttavia più raramente sviluppare a carico di un’arteria di un qualsiasi altro organo, come l’intestino,  il fegato, il rene, la milza, l’occhio oppure interessare gli arti. In questi casi il sintomo più importante è un dolore molto intenso associato ad altre manifestazioni correlate all’alterato funzionamento dell’organo colpito.

I sintomi della trombosi venosa

Quando a essere colpite da trombosi sono le vene, si verificano principalmente manifestazioni provocate dall’impossibilità del sangue a refluire dagli organi, proprio a causa dell’occlusione delle vene che dovrebbero trasportarlo. I sintomi più comuni sono in questi casi dolore e aumento di volume dell’area interessata, come nella forma più frequente che è la trombosi agli arti inferiori.  

In alcuni casi si verifica l’embolia polmonare, una delle complicanze più severe della trombosi venosa, caratterizzata da sintomi come mancanza di respiro, tosse ed espettorazione di sangue e dovuta nella maggior parte dei casi alla frammentazione di un trombo formatosi nelle vene degli arti e alla sua embolizzazione (embolo) nelle arterie del polmone attraverso il cuore stesso. 

Più raramente la trombosi colpisce una vena del cervello (trombosi venosa cerebrale) oppure degli organi addominali (trombosi venosa splancnica) e in questi casi il sintomo più comune è un dolore molto intenso e persistente nell’area colpita.

Trombosi: fattori di rischio e prevenzione

Per la trombosi arteriosa prevalgono i cosiddetti fattori di rischio cardiovascolari, tra cui:

Nella trombosi venosa questi fattori di rischio, pur influendo, hanno un’importanza minore. Tra i fattori di rischio più importanti si riconoscono invece:

  • interventi chirurgici (soprattutto in mancanza di un’adeguata profilassi)
  • ricoveri ospedalieri e/o allettamento prolungato
  • sedentarietà
  • insufficienza venosa (vene varicose)
  • obesità
  • tumori
  • difetti congeniti/ereditari della coagulazione del sangue che danno una tendenza del sangue a coagulare di più (trombofilia)
  • alcune terapie farmacologiche, come gli estroprogestinici anticoncezionali o sostitutivi dopo la menopausa, i cortisonici utilizzati a dosi elevate e per tempo molto prolungato e alcune chemio e immunoterapie per la cura del cancro.

Come si diagnostica la trombosi

A una prima visita di valutazione con lo specialista internista o con lo specialista in malattie cardiovascolari o di Pronto Soccorso potrebbero seguire alcuni esami utili ad una diagnosi definitiva.

In particolare, per diagnosticare la trombosi venosa si svolgono abitualmente: 

  • prelievo venoso per dosaggio del d-dimero: se negativo si può escludere una trombosi venosa acuta
  • ecocolordoppler venoso per la trombosi degli arti 
  • TAC torace con mdc per diagnosticare l’embolia polmonare 
  • TAC addome con mdc per la trombosi dei vasi addominali
  • visita oculistica e fluorangiografia (nel sospetto di trombosi venosa dell’occhio).

Per diagnosticare la trombosi arteriosa si eseguono:

  • Elettrocardiogramma e specifici esami del sangue (nel sospetto di infarto del miocardio)
  • Ecocolordoppler arterioso nel sospetto di ischemia di un arto
  • TAC encefalo nel sospetto di ictus cerebrale
  • TAC addome con mdc nel sospetto di trombosi di organi addominali 
  • visita oculistica e fluorangiografia (nel sospetto di trombosi arteriosa dell’occhio).

Quali esami eseguire per la prevenzione della trombosi?

Si tratta di un tema rilevante in quanto le malattie da trombosi rappresentano ancora la principale causa di morte e malattia nei paesi occidentali.

In un caso su tre la trombosi è prevenibile. 

Sia nel caso della trombosi arteriosa, sia in quello della trombosi venosa, alcuni fattori di rischio sono modificabili attraverso il comportamento. 

In particolare, la prevenzione consiste nel praticare abitualmente attività fisica, mantenere un peso corporeo ottimale, mantenere entro gli intervalli di riferimento la pressione, i lipidi, il colesterolo e la glicemia e correggere l’insufficienza venosa qualora dovesse verificarsi.

Gli esami diagnostici più utili per la prevenzione:

  • visita con uno specialista esperto in malattie cardiovascolari (internista, ematologo della coagulazione, cardiologo o chirurgo vascolare)
  • Ecocolordoppler dei tronchi sovraaortici (ECDTSA)
  • Ecocolordoppler arterioso arti inferiori
  • Ecocardiogramma 
  • TAC cuore con mezzo di contrasto o RMN cuore da stress
  • Esami ematici per controllo colesterolo, trigliceridi, glicemia, uricemia e in casi selezionati screening di trombofilia. 

Come si cura la trombosi 

Per la trombosi arteriosa e quella venosa si seguono due percorsi terapeutici differenti. 

In presenza di trombosi arteriosa il paziente viene trattato acutamente in Pronto Soccorso con farmaci o procedure mirate a sciogliere il trombo nel minor tempo possibile (farmaci fibrinolitici, angioplastica percutanea con o senza stent, trombectomia meccanica per via interventistica o chirurgica). Nella fase post acuta o cronica con farmaci antiaggreganti piastrinici, che aiutano a fluidificare il sangue inibendo la funzione delle piastrine, che sono le cellule che compongono la parte cellulare del sangue deputate alla coagulazione del sangue stesso. 

Per la trombosi venosa, invece, si usano in fase acuta e meglio in Pronto Soccorso farmaci anticoagulanti che vanno a inibire quelle proteine (fattori della coagulazione) che, se attivate, sono responsabili della coagulazione definitiva del sangue e quindi della formazione di un coagulo, somministrati per  via endovenosa o sottocute (eparine) o ora anche orali (anticoagulanti orali diretti) e in più rari casi farmaci fibrinolitici o procedure interventistiche di trombectomia (rottura del trombo) quando la circolazione deve essere ripristinata in tempi brevi. Nella fase post acuta o cronica si usano nella maggior parte dei casi i farmaci anticoagulanti orali diretti e in rari casi anticoagulanti sottocute come le eparine a basso peso molecolare. 

Da segnalare, da questo punto di vista, che sono oggi in fase di sperimentazione nuovi farmaci anticoagulanti diretti contro il fattore XI, una proteina della coagulazione. Si tratta di farmaci innovativi, che dai dati a nostra disposizione risultano efficaci per sciogliere i trombi sia arteriosi che venosi e sembrerebbero esporre il paziente a un rischio estremamente basso di eventi emorragici che rimangono la complicanza più temibile delle terapie antitrombotiche.

Visita specialistica – Centro trombosi

La visita specialistica – Centro trombosi permette di accedere a un servizio clinico specializzato nella prevenzione, diagnosi e cura delle malattie da trombosi venosa e arteriosa.

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