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Linfoma


I linfomi, insieme alle leucemie e al mieloma sono un gruppo eterogeneo di tumori del sangue: hanno origine da mutazioni della cellula staminale emopoietica oppure di cellule progenitrici già orientate in senso mieloide o linfoide. Dai dati del Registro Italiano dei tumori 2021 (AIRTUM), circa il 50% di tutti i tumori infantili è rappresentato da leucemie e linfomi , e quando la comparsa è in età adulta le più frequenti sono la leucemia linfatica cronica a cellule B (30% di tutte le leucemie), la leucemia linfoblastica acuta (20% di tutte le leucemie), la leucemia mieloide acuta (3,5 casi annui ogni 100.000 adulti). In Italia si stima che siano circa 4.700 i nuovi casi di leucemia diagnosticati tra i maschi e 3.200 i casi di diagnosi tra le femmine; e 11,1 nuovi casi di mieloma multiplo ogni 100.000 maschi e 7,7 nuovi casi ogni 100.000 femmine, con poco più di 2.700 nuovi casi di mieloma ogni anno tra il sesso femminile e circa 3.000 tra quello maschile.

Che cos’è il linfoma?

I linfomi sono tumori del sistema linfatico distinti nelle due grandi categorie di:

Sono tumori che prendono origine dai linfociti B (80-85% dei casi), linfociti T (10-15% dei casi) o dalle cellule NK (molto rari), le cellule del sistema immunitario preposte alle difese nei confronti delle infezioni.

Esistono oltre 70 tipi diversi di linfoma non Hodgkin che vengono distinti in “linfomi indolenti”, tipicamente caratterizzati da una crescita lenta, e linfomi aggressivi che invece progrediscono rapidamente. Il linfoma non Hodgkin indolente più frequente è il linfoma follicolare, mentre il linfoma aggressivo più comune è il linfoma diffuso a grandi cellule B che rappresenta il 35-40% di tutti i linfomi non-Hodgkin e, nel 95% dei casi, colpisce persone di età adulta. 

Il linfoma di Hodgkin è un linfoma raro distinto in due tipi principali: linfoma di Hodgkin classico (95% dei casi) e linfoma di Hodgkin a predominanza linfocitaria (molto raro). Sebbene i principali organi bersaglio dei linfomi siano quelli in cui si trovano i linfociti (linfonodi, milza, timo e midollo osseo), i linfomi possono interessare qualsiasi altro organo (fegato, polmone, muscoli, osso, ecc).

Quali sono le cause del linfoma?

Le cause dei linfomi non sono ancora del tutto chiare. Tuttavia è noto che i linfomi si sviluppano a causa di una serie di mutazioni genetiche dei linfociti che, essendo mutati, crescono e si accumulano in modo non controllato. In condizioni normali, infatti, il ciclo vitale dei linfociti prevede che le cellule più vecchie muoiano e vengano rimpiazzate da cellule più giovani; nel linfoma, i linfociti malati non muoiono, continuano a crescere e a replicarsi, accumulandosi negli organi del sistema linfatico.

Quali sono i sintomi del linfoma?

Il linfoma, specie nella fase iniziale, è spesso asintomatico, e quando compaiono i sintomi, in genere sono simili a quelli delle leucemie. 

Alcuni segni e i sintomi con cui può manifestarsi il linfoma sono:

Diagnosi

La diagnosi di linfoma viene posta a seguito di visita specialistica, esami di laboratorio, indagini radiologiche e biopsie. La valutazione dello specialista, in particolare con l’esame obiettivo (la visita), ha lo scopo di valutare l’interessamento e la sede dei linfonodi ingrossati, del fegato e della milza. Sulla base della valutazione clinica vengono richiesti altri esami: 

  • Esami del sangue e delle urine: necessari per escludere che l’ingrossamento dei linfonodi non sia dovuto a una normale risposta dell’organismo a un processo infettivo in atto.
  • Biopsia linfonodale: si tratta del prelievo di un campione del linfonodo patologico per l’analisi istologica. La procedura, quando possibile, consiste nell’asportazione chirurgica dell’intero linfonodo; in alternativa, si procede con una biopsia con ago sottile per ottenere un campione di tessuto. L’esame istologico è fondamentale per identificare lo specifico sottotipo di linfoma, caratterizzare il profilo genetico della malattia e definire il programma di terapia.
  • Indagini radiologiche: la TC del collo, del torace e dell’addome viene utilizzata per identificare e misurare le sedi linfonodali coinvolte, allo scopo di definire lo stadio della malattia. La tomografia ad emissione di positroni (PET) è utile non solo per identificare le localizzazioni di malattia ma anche per valutare lo stato funzionale delle cellule di linfoma. La risonanza magnetica viene eseguita in casi selezionati per escludere un coinvolgimento del sistema nervoso centrale.
  • Biopsia osteomidollare: viene eseguita in alcuni tipi di linfoma e consiste nel prelievo di un piccolo frammento di osso dal bacino, effettuato in anestesia locale, per ricercare la presenza di cellule linfoma e completare la stadiazione della malattia. Gli stadi di malattia sono da I a IV in base al numero di sedi linfonodali ed extranodali coinvolte; si aggiunge la dicitura A o B in assenza o in presenza, rispettivamente, di sintomi quali febbre serotina, perdita di peso e sudorazioni notturne. 

Trattamenti

Il trattamento del linfoma si basa sulla combinazione di diverse modalità terapeutiche che vengono utilizzate sulla base delle caratteristiche del paziente (età, condizioni fisiche, comorbidità) e delle caratteristiche della malattia (tipo istologico, caratteristiche biologiche, profilo molecolare). I trattamenti utilizzati comprendono:

  • polichemioterapia: è il trattamento utilizzato in tutti i linfomi. Si basa sull’utilizzo di un farmaco o di una combinazione di farmaci somministrati per bocca o per via endovenosa, con l’intento di uccidere le cellule malate;
  • terapie bersaglio: si basano sull’uso di farmaci mirati a specifiche alterazioni presenti nelle cellule linfomatose, per bloccare la crescita cellulare;
  • immunoterapia: esistono tre modalità principali:
  1. anticorpi che si legano in modo selettivo a proteine presenti sulle cellule di linfoma provocandone la morte;
  2. anticorpi che attivano i linfociti T normali a riconoscere e distruggere le cellule di linfoma;
  3. cellule CAR-T: si usano linfociti T del paziente ingegnerizzati a riconoscere ed eliminare le cellule del linfoma;
  • radioterapia: prevede la somministrazione di radiazioni ionizzanti per fermare la proliferazione delle cellule malate. Possono essere effettuati trattamenti mirati su sedi corporee limitate o, in caso di chemioterapia ad alte dosi seguita da trapianto di midollo osseo, può essere effettuata l’irradiazione dell’intero midollo ossea e del sistema linfatico per favorire l’attecchimento delle cellule trapiantate.
  • trapianto di cellule staminali: nella terapia del linfoma si utilizza prevalentemente il trapianto autologo. 

I referenti per la terapia dei linfomi sono il Prof. Carmelo Carlo-Stella, la Dott.ssa Stefania Bramanti e il Prof. Matteo Giovanni Della Porta.

Gruppo multidisciplinare

L’attività dell’Unità Operativa di Oncologia Medica ed Ematologia è strettamente correlata a quella delle altre Unità Operative dell’Istituto Clinico Humanitas e all’Unità di Terapia di cellulare, per offrire al paziente un approccio diagnostico-terapeutico multidisciplinare che tenga conto delle specifiche competenze all’interno dell’Istituto. 

Specialisti in genetica, ematologia, terapia cellulare, biologia molecolare e dermatologia, case manager e infermieri specializzati compongono il gruppo multidisciplinare dell’Unità Operativa di Oncologia Medica ed Ematologia, il cui lavoro sinergico punta a offrire le migliori opportunità di diagnosi, trattamento e gestione della malattia ai pazienti con leucemia, al fine di di migliorare le terapie e le dosi ma anche l’accesso alla terapia cellulare che a oggi rappresenta l’unica cura definitiva contro la malattia ematologica refrattaria.

Case Manager Humanitas Cancer Center

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