Lo strappo muscolare è oggi definito più correttamente danno muscolare strutturale: si tratta infatti di un’alterazione del muscolo che comporta un’interruzione delle fibre che lo compongono. La lesione caratteristica dello strappo muscolare si associa a uno stiramento improvviso del muscolo e può essere di vario grado, in base a percentuale e tipologia dei fasci muscolari coinvolti. Maggiore è la porzione di muscolo coinvolta, maggiore il danno provocato.
Ne parliamo con il professor Alessio Baricich, Responsabile del Dipartimento di Riabilitazione e Recupero funzionale presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Strappo muscolare: quali sono i sintomi da cui riconoscerlo
Lo strappo muscolare comporta lo sviluppo di un forte dolore a livello del muscolo con un’importante limitazione della funzionalità dell’area interessata.
In particolare, in presenza di lesioni di primo grado si manifestano dolore lieve o crampi al momento della contrazione o allungamento del muscolo, in associazione alla sensazione di tensione muscolare, senza perdita di funzionalità.
Le lesioni di secondo grado comportano invece lo sviluppo di gonfiore ed ecchimosi nell’area interessata, un dolore immediato e più intenso e la perdita della funzionalità del muscolo.
Infine, le lesioni di terzo grado, le più gravi, si associano a uno strappo totale del muscolo, con dolore molto intenso, tumefazione e ampia ecchimosi. In questo caso il muscolo non riesce a eseguire nessun movimento, neanche il più semplice.
Da cosa è provocato lo strappo muscolare
Lo strappo muscolare in genere è associato ad attività fisica ed esercizi condotti in maniera non adeguata, senza un corretto allenamento, oppure in una condizione di fatica che provoca un’alterazione del controllo motorio che aumenta il rischio di strappo. In alcuni casi, il danno muscolare può avvenire come conseguenza di un trauma diretto, quindi se il muscolo viene colpito.
Cosa fare in caso di strappo muscolare
Nei primi giorni dalla comparsa del dolore è importante proteggere la parte interessata dallo strappo, muovendola il meno possibile. Per esempio, se a essere coinvolta dallo strappo è la gamba, non bisogna appoggiare il piede ed è utile mantenere l’arto in elevazione rispetto al corpo, per facilitare così il drenaggio dei liquidi. Nelle prime fasi è utile anche esercitare una compressione della parte interessata dallo strappo con una fasciatura, per evitare un eccesso di sanguinamento legato alla lesione, ed eseguire impacchi freddi per circa 15-20 minuti 3 volte al giorno.
In ogni caso, è utile sottoporsi a una valutazione medica dopo 24-48 circa dall’insorgenza dei sintomi, in modo da approfondire l’entità del danno tramite gli esami strumentali necessari, come l’ecografia o la risonanza magnetica. In base al grado dello strappo, infatti, cambiano sia la terapia sia i tempi di recupero. In genere, il riposo richiesto per la completa guarigione da uno strappo muscolare lieve è di circa 2 settimane e in alcuni casi viene prescritta anche una terapia farmacologica. Strappi muscolari più gravi richiedono invece 30 giorni o più di riposo e un trattamento riabilitativo.
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