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Sintomi da COVID-19: cosa fare oggi in caso di contagio

Sono in aumento in Italia i casi di persone positive a SARS-CoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Una situazione in linea con quella europea, come riportato dall’aggiornamento del 7 settembre 2023 dello European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC).

Tra i fattori che contribuiscono alla circolazione del virus, i viaggi (e dunque la maggior circolazione di persone nel corso della stagione estiva) e la capacità del virus di mutare, generando nuove varianti.

Cosa fare oggi in caso di tampone positivo? Come comportarsi in caso di contatto con una persona risultata positiva? Quali sono le regole su isolamento e quarantena? Ne parliamo con il dottor Michele Lagioia, Direttore Medico Sanitario dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano.

COVID-19: i sintomi

Attualmente sintomi più comuni di COVID-19 sono:

  • febbre
  • tosse secca
  • difficoltà respiratorie
  • naso che cola
  • congestione nasale
  • mal di gola
  • mal di testa
  • voce rauca
  • dolori muscolari e articolari

Decisamente meno presenti i sintomi che hanno accompagnato l’infezione a inizio pandemia, come sintomi gastrointestinali, la perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o una sua diminuzione (iposmia) e la perdita del gusto (ageusia) o una sua alterazione (disgeusia).

In presenza di sintomi riconducibili a COVID-19 è consigliabile fare un tampone antigenico o molecolare, un esame molto veloce che mediante un bastoncino cotonato permette di prelevare un campione del muco presente nella mucosa del naso. Il campione viene poi esaminato al fine di individuare la presenza del virus e di confermare o escludere l’infezione.

COVID-19: cosa fare se il tampone è positivo?

La circolare del Ministero della Salute dell’11 agosto 2023 regola i comportamenti in caso di positività o di contatto con persone risultate positive.

Le persone positive a un tampone (antigenico o molecolare) per SARS-CoV-2 non sono più sottoposte a isolamento.

Tuttavia, per prevenire la trasmissione dell’infezione ed evitare di contagiare altre persone si raccomanda di:

  • Rimanere a casa fino al termine dei sintomi, laddove presenti.
  • Indossare una mascherina, preferibilmente FFP2, se si entra a contatto con altre persone.
  • Prestare particolare attenzione all’igiene delle mani, lavandole bene con acqua e sapone o utilizzando apposite soluzioni igienizzanti.
  • Evitare ambienti affollati.
  • Evitare il contatto con persone fragili, immunodepresse, donne in gravidanza, ed evitare di frequentare ospedali o RSA.
  • Avvisare le persone con cui si è stati in contatto nei giorni immediatamente precedenti al tampone positivo, a maggior ragione se anziane, fragili o immunodepresse.
  • Contattare il medico curante se si è persona fragile o immunodepressa, se i sintomi non si risolvono dopo 3 giorni o se le proprie condizioni cliniche peggiorano.

Cosa fare se si è entrati in contatto con una persona positiva?

Non sono previste misure specifiche in caso di contatto con persone risultate positive. È bene comunque monitorare l’eventuale comparsa di sintomi e nei giorni successivi al contatto evitare di frequentare persone fragili, immunodepresse o donne in gravidanza.

Laddove compaiano sintomi, è opportuno fare il tampone antigenico o molecolare.

Le indicazioni e le raccomandazioni assumono particolare rilevanza e sono maggiormente stringenti per tutti gli operatori addetti all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, che devono assolutamente evitare il contatto con i pazienti al fine di tutelarne la salute.

La variante Eris è la variante prevalente

Le varianti di SARS-CoV-2 vengono distinte in varianti preoccupanti (VOC – Variants of Concern) e varianti di interesse (VOI – Variants of Interest).

Le varianti preoccupanti (VOC) sono associate a uno o più dei seguenti aspetti e sono ritenute rilevanti per la salute pubblica globale: 

  • aumento della trasmissibilità con una maggior capacità dell’infezione di diffondersi da persona a persona;
  • aumento della virulenza o cambiamento nella presentazione clinica dell’infezione;
  • diminuzione dell’efficacia della sanità pubblica e delle misure sociali adottate o della diagnostica, delle terapie o dei vaccini disponibili nel contrastare la pandemia.

Le varianti di interesse invece vengono osservate e monitorate perché con il passare del tempo potrebbero avere un impatto sulla trasmissibilità del virus, sulla gravità di malattia e/o sull’immunità.

Al momento desta particolare interesse una variante discendente da Omicron, la variante EG.5, detta Eris, che risulta – secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità del 6 settembre 2023 – la variante prevalente (41,9%) in Italia.

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