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Tumore del pancreas e familiarità: in Humanitas un nuovo progetto di screening

Al via in Humanitas uno studio di screening per il tumore al pancreas per i soggetti ad alto rischio, ovvero coloro che presentano un rischio aumentato di sviluppare questa neoplasia per la presenza di forte familiarità o per predisposizione genetica. Circa il 10% dei pazienti con cancro del pancreas, infatti, riporta uno o più parenti affetti dalla stessa patologia. Humanitas ha aderito al protocollo promosso da AISP, Associazione Italiana Studio Pancreas, per individuare le persone ad aumentato rischio per aggregazione familiare, in modo da poterle inserire in un progetto di monitoraggio volto a consentire una diagnosi precoce.

L’adenocarcinoma del pancreas è tra le forme tumorali più aggressive: nonostante il progressivo miglioramento delle metodiche di diagnosi e delle cure, rappresenta la quarta causa di mortalità per cancro in Europa e, secondo le stime, diventerà la seconda entro il 2030.

“La partenza di questo progetto di screening sulla familiarità del cancro al pancreas è fondamentale nella lotta a questa malattia, di cui ancora si sa relativamente poco – commenta il prof. Alessandro Zerbi, Responsabile Chirurgia del Pancreas di Humanitas, docente di Humanitas University e Presidente AISP. Questo studio da un lato vuole rispondere alla forte esigenza delle famiglie a rischio e dall’altra ha l’ambizione di raccogliere importanti dati scientifici, che ci potranno rendere competitivi con altri studi internazionali in corso su questa problematica”.

Diagnosi precoce e individuazione dei soggetti a rischio

Una diagnosi precoce e soprattutto l’individuazione delle persone più a rischio restano quindi gli obiettivi principali della ricerca sul cancro del pancreas. Per questo Humanitas ha avviato uno studio di sorveglianza prospettica dei soggetti con probabile rischio genetico, che vengono seguiti con una serie di indagini ed eventuali approfondimenti diagnostici. Inoltre, poiché per il tumore del pancreas – diversamente da altre neoplasie come per il tumore alla mammella o al colon – non sono ancora stati identificati i geni responsabili di mutazioni che possono portare al suo sviluppo, Humanitas ha ampliato i parametri che consentono di accedere al progetto e all’analisi genetica, per poter avere una base di dati maggiormente mirata e utile a individuare quelli responsabili della malattia.

“Grazie a questo progetto di screening possiamo lavorare insieme agli altri specialisti e mettere a fattore comune la grande esperienza che abbiamo sviluppato nell’identificazione di geni responsabili di mutazioni in alcune forme tumorali come quello del colon – commenta il dottor Luigi Laghi, Responsabile Laboratorio Gastroenterologia Molecolare di Humanitas. Nella ricerca è fondamentale individuare una casistica ben selezionata e per questo, pur all’interno di precise linee guida, abbiamo deciso di coinvolgere nel nostro studio anche chi ha familiari affetti da un altro tipi di tumore (in particolare mammella, ovaio e melanoma), per poter cosi avere un bacino ben selezionato e continuare la sfida nell’identificazione dei geni responsabili di questa malattia”. 

Humanitas per la Giornata Mondiale del Cancro del Pancreas

Un desk informativo colorato di viola accoglierà i pazienti dell’ospedale che giovedì 16 novembre, in occasione della Giornata Mondiale del Cancro del Pancreas, potranno incontrare gli specialisti del Centro. Saranno distribuiti materiali informativi e sarà installato anche uno schermo in cui sarà possibile ascoltare le novità sul fronte della Ricerca, dalla voce dei protagonisti che ogni giorno lavorano in laboratorio al fine di trovare cure sempre più mirate ed efficaci. Durante la giornata, ci sarà anche il collegamento in diretta Skype con il Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna, dove sarà in corso un convegno organizzato dalle principali associazioni pazienti, con la partecipazione di specialisti di Humanitas. 

Humanitas continua a portare avanti diversi progetti di studio sul pancreas che vanno dall’identificazione di nuovi marcatori alla definizione di come alcune cellule immunitarie nel tumore siano associate a prognosi fino alle basi molecolari dell’invasione perineurale. 

Il Centro per le patologie del pancreas e del duodeno

Il progetto di screening è stato sviluppato all’interno del Centro per le patologie del pancreas e del duodeno, nato per condividere l’esperienza nella gestione di queste malattie. Il Centro si avvale dell’esperienza in endoscopia, a livello diagnostico e terapeutico, del professor Alessandro Repici e della dottoressa Silvia Carrara, e in ambito chirurgico del professor Alessandro Zerbi e della sua équipe. Entrambe le équipe lavorano in stretta collaborazione anche con gli specialisti di oncologia medica (dottoressa Lorenza Rimassa) e di radioterapia (professoressa Marta Scorsetti) di Humanitas Cancer Center.

Unendo tutte queste competenze il Centro offre un percorso di cura personalizzato grazie alla discussione multidisciplinare di ogni caso. Diversi studi hanno dimostrato come un approccio multidisciplinare alla patologia pancreatica, in Centri d’alta specializzazione ed esperienza clinica possa garantire al paziente una migliore diagnosi e più efficaci trattamenti. Il Centro è stato concepito per trattare specificatamente le patologie pancreatiche ma anche quelle del duodeno, anch’esse particolarmente complesse, perché richiedono competenze diagnostiche e terapeutiche avanzate, simili a quelle necessarie per il trattamento delle malattie del pancreas.

Possono aderire allo studio di screening per il tumore al pancreas tutti coloro che hanno:

  • 3 consanguinei di 1°, 2° o 3° grado affetti da cancro del pancreas;
  • 2 consanguinei di cui almeno uno di 1° grado affetti da cancro del pancreas;
  • mutazione nota dei geni BRCA2, BRCA1, p16 (melanoma familiare) con almeno un consanguineo di 1° o 2° grado con cancro del pancreas;
  • Sindrome di Peutz-Jeghers;
  • diagnosi nota di pancreatite ereditaria.
I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici