Togliersi le scarpe durante un volo aereo più o meno lungo è una pratica comune che, tuttavia, non apporta reali benefici alla salute, a parte quello di una maggiore comodità e, anzi, rischia di diminuire la possibilità di deambulare durante il viaggio, fondamentale per evitare un’eventuale insorgenza di trombosi, un disturbo provocato dallo sviluppo di coaguli di sangue che bloccano il flusso venoso.
Quali sono le scarpe da indossare durante un viaggio in aereo? E che cos’è la trombosi da viaggio?
Ne parliamo con il professor Corrado Lodigiani, Responsabile del Centro Trombosi e Malattie Emorragiche dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Viaggi in aereo: quali scarpe usare
In generale, ci sono alcuni consigli che può essere utile seguire quando si viaggia, come indossare scarpe comode, che non siano strette né sulla pianta del piede né sul polpaccio (evitando quindi stivali e stivaletti, che possono comprimerlo eccessivamente), con un tacco non troppo alto e che consentano di percorrere agevolmente gli spostamenti a piedi.
Nel caso specifico dell’aereo, poi, in realtà bisognerebbe tenere sempre le scarpe, perché è importante muoversi il più possibile, alzandosi spesso e facendo qualche passo in corridoio, per evitare un’eventuale insorgenza di trombosi da viaggio, un evento che può verificarsi quando si passa troppo tempo nella stessa posizione. Togliersi le scarpe, infatti, rischia di provocare l’effetto contrario perché può indurre a stare seduti per tutto il tempo del volo.
Che cos’è la trombosi da viaggio?
Si tratta di una trombosi in genere venosa e quindi localizzata nelle vene superficiali o profonde degli arti inferiori che si verifica durante o dopo un lungo viaggio aereo. I dati scientifici a disposizione dicono infatti che più il viaggio è lungo e tanto maggiore è il rischio: nei voli più lunghi di 16 ore il rischio aumenta di circa 6 volte rispetto ai voli di meno di 4 ore.
La stasi del sangue negli arti inferiori, provocata dall’immobilità protratta per diverse ore, può determinare la formazione di trombi che ostacolano il flusso venoso dai piedi verso il cuore. Se, a questo, si aggiunge una possibile scarsa idratazione (per esempio se durante il volo si dorme e, quindi, non si beve acqua a sufficienza) e l’aria poco ossigenata per via della bassa pressione dell’abitacolo dell’aereo, il rischio di insorgenza di trombosi venosa degli arti inferiori aumenta. Quando questi coaguli frammentandosi raggiungono il polmone possono verificarsi eventi gravi e talora fatali, come l’infarto del polmone o embolia polmonare.
Per tutti questi motivi, il consiglio è quello di alzarsi spesso, in particolare durante i viaggi medio-lunghi, per esempio passeggiando lungo il corridoio dell’aereo, ma anche fare semplici esercizi con le gambe restando seduti al proprio posto.
Trombosi: quali sono i fattori di rischio
Il rischio di sviluppare una trombosi è in genere più alto nella popolazione giovane femminile, nelle persone con più di 50 anni e di sesso maschile, con obesità e insufficienza venosa (vene varicose) o in quelle che hanno alterazioni congenite della coagulazione che determinano una tendenza del sangue a coagulare di più (trombofilia).
Le donne che assumono la pillola anticoncezionale, inoltre, hanno un rischio aumentato di oltre il doppio di incorrere in eventi trombotici venosi soprattutto se fumatrici e fino a 20 volte di più se anche obese.
Inoltre una curiosità: la trombosi da viaggio è più frequente in chi è alto più di 1,85 m in quanto durante il volo si viene a trovare in condizioni particolarmente anguste ma anche nelle persone con altezza inferiore a 1.6 m che sono costrette a viaggiare con i piedi che non toccano il pavimento dell’aereo e quindi non possono attivare la cosiddetta “pompa muscolare” che riduce la stasi venosa.
La visita specialistica – Centro trombosi permette di accedere a un servizio clinico specializzato nella prevenzione, diagnosi e cura delle malattie da trombosi venosa e arteriosa.
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