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Tumore della laringe: un nuovo punto di riferimento internazionale per la diagnosi e la cura

I tumori della laringe e dell’ipofaringe colpiscono un’area delicata del nostro corpo, da cui dipendiamo per mangiare e per parlare: se queste funzioni sono compromesse, oltre che la nostra salute sono impattate anche la nostra socialità e la qualità della vita. Ci sono però ancora molte aree grigie nelle conoscenze su come curare questi tumori: per affrontare queste lacune, un gruppo di 80 esperti ed esperte da diverse discipline ha elaborato una lista di 137 raccomandazioni, che vanno a definire il consenso internazionale su ambiti dalla diagnosi alla riabilitazione. 

Il lavoro, pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet Oncology, è frutto di un percorso durato più di un anno, che ha coinvolto esperti da diversi Paesi e ambiti clinici, e anche rappresentanti di pazienti. Lo studio è nato da una collaborazione tra IRCCS Istituto Clinico Humanitas e le Università di Padova e di Brescia, e ha poi coinvolto più di 40 enti di ricerca e ospedali in tutto il mondo.

“Il nostro obiettivo, ambizioso, è stato quello di creare un nuovo riferimento con cui tutti i clinici si possono confrontare per trattare i pazienti con tumore alla laringe, ogni volta che si presenti una zona grigia nella conoscenza”, spiega il prof. Paolo Bossi, oncologo responsabile della Sezione Autonoma dei Tumori Testa-Collo dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e docente Humanitas University, che ha guidato lo studio insieme ai colleghi otorinolaringoiatri e radioterapisti oncologi. “Un medico in qualsiasi parte del mondo che trovi un paziente con caratteristiche che rendano difficile definire una diagnosi o capire quale sia il trattamento migliore ha ora un riferimento in più, elaborato sul consenso di un ampio numero di esperti”.

Cosa sono i tumori della laringe e dell’ipofaringe

I tumori della laringe e dell’ipofaringe fanno parte delle neoplasie del distretto testa-collo e colpiscono prevalentemente uomini sopra i 60 anni. In Italia si registrano ogni anno circa 2.800 nuovi casi di tumore alla laringe negli uomini e circa 500 nelle donne. I tumori dell’ipofaringe, meno frequenti ma generalmente più aggressivi, fanno segnare circa 2.250 nuovi casi tra i maschi e 650 tra le femmine.

Il fumo di sigaretta rappresenta il principale fattore di rischio, spesso associato al consumo di alcol, mentre il ruolo dell’HPV è in crescita soprattutto nei tumori faringei, anche se meno rilevante nella laringe. 

La prognosi dipende molto dalla sede e dallo stadio alla diagnosi: mentre i tumori della laringe hanno una sopravvivenza a 5 anni attorno al 60%, quelli dell’ipofaringe presentano una sopravvivenza inferiore, intorno al 35–40%, a causa di una maggiore tendenza a essere diagnosticati in fase avanzata.

Il metodo alla base dello studio

Poiché la laringe riveste un ruolo centrale nelle funzioni di parlare e deglutire, sia la presenza di un tumore in questo organo che i trattamenti ad essa correlati possono influire negativamente su tali funzioni. Negli ultimi decenni, si è diffusa la consapevolezza che la scelta dell’approccio da usare nella terapia deve tenere conto sì della sopravvivenza del paziente, ma allo stesso tempo della preservazione di queste funzioni. Per questi motivi – e per la complessità clinica presentata dai pazienti, spesso anziani e con comorbidità – le persone con queste patologie devono essere prese in carico da un gruppo di specialisti da discipline diverse: otorinolaringoiatria, radioterapia, oncologia, radiologia, anatomia patologica.

Paolo Bossi spiega che questo approccio multidisciplinare è stato al centro del lavoro per la stesura delle nuove raccomandazioni. “Un gruppo core e multi-specialistico di quindici medici ha costruito collettivamente delle affermazioni su alcune zone grigie della letteratura, analizzandole in modo molto dettagliato. È stato un percorso che ha richiesto più di sei mesi e ha costruito un primo elenco di affermazioni che delineavano le scelte da effettuare nel percorso di diagnosi, cura e riabilitazione”. 

Dopo attente revisioni e ulteriori analisi collettive – lavoro culminato in una conferenza che si è tenuta presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas nell’aprile 2024 sotto la direzione scientifica di Paolo Bossi, Giuseppe Spriano (responsabile Otorinolaringoiatria) e Marta Scorsetti (responsabile Radioterapia e Radiochirurgia) – le affermazioni che hanno raggiunto un consenso sopra l’80% sono state inserite nella lista di raccomandazioni.

Ascoltare la voce dei pazienti

Al lavoro collettivo hanno preso parte anche associazioni di pazienti, tra cui l’Associazione Italiana Laringectomizzati (AILAR). “I loro rappresentanti hanno partecipato ai lavori con il loro punto di vista, aiutando a comprendere meglio gli esiti funzionali e i desiderata del paziente”, racconta Paolo Bossi. 

Grazie al loro intervento, è emersa, ad esempio, l’importanza di definire fin dall’inizio e in modo chiaro le preferenze del paziente. In particolare nel campo dell’Oncologia, dove possono esserci diverse opzioni terapeutiche con risultati differenti, sia dal punto di vista della risposta alla malattia sia della funzionalità, è fondamentale ascoltare fin dai primi momenti la voce delle persone che necessitano di cure.

“Ci sono pazienti che, a fronte della stessa patologia alle stesse condizioni, preferiscono trattamenti più aggressivi anche a costo di perdere le corde vocali, rispetto ad altri che sceglierebbero trattamenti con probabilità talora inferiori di curare la malattia, ma con una maggiore probabilità di preservare l’organo. È emerso che, ad oggi, non abbiamo strumenti chiari, omogenei e specifici per indagare queste preferenze, se non il contatto diretto medico-paziente. Questo di nuovo ci fa capire l’importanza di un approccio multidisciplinare, coinvolgendo diversi specialisti e la necessità di ascoltare la voce del paziente fin dall’inizio”.

Questo lavoro rappresenta un risultato che si propone di diventare un punto di riferimento per la diagnosi e il trattamento del tumore della laringe, ma costituisce anche un nuovo punto di partenza per ulteriori approfondimenti e innovazioni nel campo. “Oltre a servire come punto di riferimento per trattare pazienti con tumore della laringe in casi in cui la letteratura scientifica non è esaustiva, ci auguriamo che questo lavoro serva anche come base per nuovi studi clinici”, commenta Paolo Bossi. “Ci sono alcune zone grigie, tra quelle identificate, su cui il gruppo non è arrivato a un consenso: in particolare in questi casi abbiamo bisogno di ideare nuovi studi e ricerche”.

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