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I vaccini proteggono dalla variante Delta?

La variante Delta (B.1.617.2)è una delle cosiddette varianti preoccupanti (VOC – Variants of Concern) del virus SARS-CoV-2, un virus particolarmente predisposto alle mutazioni (così come la famiglia Coronavirus cui appartiene).

La mutazione di un virus è un fenomeno naturale e previsto, tuttavia le mutazioni vanno studiate e monitorate perché talvolta – proprio come nel caso della variante Delta – possono influire sulle caratteristiche del virus, conferendogli per esempio una maggior trasmissibilità, una maggior aggressività, una maggior capacità nel suscitare forme severe di malattia o di superare l’immunità acquisita da un individuo grazie alla vaccinazione o alla pregressa infezione.

La variante Delta è stata individuata per la prima volta in India nell’ottobre 2020, a oggi la sua prevalenza in Italia è stata stimata del 22,7% ed è stata identificata in 16 Regioni/Province Autonome, come riportato nel rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (datato 22 giugno 2021).

Secondo una previsione dello European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), entro l’inizio di agosto il 70% delle nuove infezioni da SARS-CoV-2 (e il 90% entro la fine di agosto) sarà dovuto proprio alla variante Delta all’interno dell’Unione Europea/Spazio Economico Europeo.

Cosa sappiamo della variante Delta e del suo impatto sulle misure di contrasto alla pandemia COVID-19? I vaccini proteggono contro questa variante?

Ne parliamo con la dottoressa Elena Azzolini, della Direzione Medico Sanitaria di Humanitas.

La variante Delta ha una maggior trasmissibilità

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta monitorando la variante Delta in tutto il mondo e a oggi è stata segnalata in 96 Paesi.

La variante Delta ha una maggior trasmissibilità e si diffonde più rapidamente da una persona all’altra rispetto alla variante Alpha (B.1.1.7, isolata per la prima volta nel Regno Unito nel settembre 2020): parliamo di una trasmissibilità superiore del 40-60%. Questa variante, inoltre, è associata a un maggior rischio di ospedalizzazione per COVID-19.

La sua diffusione è peraltro favorita dalla maggiore mobilità sociale, all’interno dei singoli Paesi ma anche tra Paesi diversi, che come sappiamo aumenta i contatti delle singole persone; dal progressivo allentamento delle misure di sanità pubblica e dall’iniqua distribuzione dei vaccini a livello mondiale, che lascia maggiori possibilità al virus SARS-CoV-2 di riprodursi, circolare e anche di dar vita a varianti (che in alcuni casi possono poi rivelarsi “preoccupanti” appunto).

L’Istituto Superiore di Sanità, in un comunicato stampa datato 2 luglio 2021, ha sottolineato come sia necessario continuare a monitorare con grande attenzione la diffusione delle varianti di SARS-CoV-2, in particolare quelle a maggiore trasmissibilità o con mutazioni correlate a potenziale evasione della risposta immunitaria, e di come sia importante proseguire con il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, in questo momento reso possibile dalla bassa incidenza.

I vaccini proteggono dalla variante Delta?

Dai dati attualmente disponibili, tutti i vaccini utilizzati in Italia (Pfizer/BioNTech, Moderna, Vaxzevria/AstraZeneca e Janssen/Johnson&Johnson) sono efficaci contro le varianti.

Per quanto riguarda la variante Delta tuttavia, la protezione è maggiore con il ciclo vaccinale completo: coloro che hanno ricevuto solo la prima dose di una vaccinazione che prevede due somministrazioni, sono meno protetti contro l’infezione con la variante Delta rispetto all’infezione da altre varianti, indipendentemente dal tipo di vaccino somministrato.

Aver completato il ciclo vaccinale offre invece una protezione contro la variante Delta quasi equivalente a quella osservata contro la variante Alpha.

Vaccinazione, mascherine e distanziamento: fondamentali per proteggersi

È necessario dunque continuare a vaccinare, raggiungendo anche coloro che non si sono ancora vaccinati e che magari appartengono alle fasce di età più a rischio. Tutti i vaccini disponibili* offrono una protezione significativa contro le forme gravi di COVID-19 e ridurre la circolazione del virus permette anche di limitare la probabilità che muti e produca varianti preoccupanti.

Occorre poi ricordare l’importanza di completare il ciclo vaccinale per quei vaccini che richiedono due dosi (Pfizer/BioNTech, Moderna, Vaxzevria/AstraZeneca), laddove previsto e salvo diverse indicazioni ricevute dalle autorità sanitarie.

Nonostante l’estate (che favorisce la vita e l’aggregazione sociale all’aperto, dove il rischio di contagio è nettamente inferiore) e l’allentamento delle misure “restrittive”, la pandemia è ancora in corso e sebbene i vaccini stiano contribuendo in maniera decisiva nel contenerla, è importante non abbassare la guardia e continuare ad adottare tutte le misure di prevenzione che ormai conosciamo:

  • indossare la mascherina coprendo naso e bocca nei luoghi chiusi e all’aperto dove necessario (per esempio nelle strutture sanitarie, ma anche in caso di affollamento):
  • lavare bene e spesso le mani;
  • mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone;
  • far circolare l’aria nei luoghi chiusi.

*Nei Centri Vaccinazione Humanitas, per la somministrazione della tipologia di vaccino vengono sempre seguite le linee guida delle Autorità Sanitarie, ad eccezione di casi selezionati dal medico in fase anamnestica.

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