Humanitas ha ospitato sabato 11 novembre il Congresso “Disfunzioni sessuali complesse: approccio diagnostico e terapeutico” organizzato dalla SIAMS, la Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità. Si è trattato di un incontro congiunto delle Sezioni SIAMS Lombardia e Piemonte, dedicato agli specialisti che operano nel settore delle disfunzioni sessuali e ai Medici di Medicina Generale.
Un evento giunto al suo terzo anno e che ha riunito i diversi specialisti coinvolti nella gestione delle disfunzioni sessuali complesse. Responsabile scientifico dell’incontro il dottor Alessandro Pizzocaro, endocrinologo e andrologo in Humanitas, insieme al dottor Fiore Pelliccione.
Il ruolo delle onde d’urto nel trattamento della disfunzione erettile
Nel corso della giornata si sono affrontati molti temi: le disfunzioni sessuali da uso/abuso di farmaci, le disfunzioni sessuali di coppia e la disfunzione erettile refrattaria ai farmaci PDE5i (inibitori della fosfodiesterasi 5).
Particolarmente rilevante è stato l’interesse che hanno suscitato le onde d’urto, come ci spiega il dottor Pizzocaro: “Le onde d’urto possono infatti essere utili nei pazienti non rispondenti ai farmaci standard, nel ripristinare la risposta alla terapia farmacologica.
Non sono dunque il trattamento di prima scelta, ma aiutano la risposta dei farmaci nei pazienti in cui questi non sono in prima battuta efficaci. Le onde d’urto poi contribuiscono a migliorare il microcircolo del pene, con importanti benefici nei soggetti con problemi vascolari”.
Al Congresso è intervenuta anche la dottoressa Cristina D’Agostino, Responsabile Centro Terapia e Ricerca Onde d’Urto in Humanitas, con un intervento volto alla spiegazione dei meccanismi d’azione delle onde d’urto e delle loro peculiarità.
Che cosa sono le onde d’urto?
Le onde d’urto sono onde acustiche, ovvero micro-stimolazioni meccaniche che, applicate ai tessuti viventi, inducono reazioni biologiche con finalità terapeutiche, grazie alla modulazione dei processi infiammatori, con incremento della microcircolazione locale e in taluni casi anche rigenerazione dei tessuti.
Introdotte in medicina agli inizi degli anni Novanta per il trattamento dei calcoli renali (litotripsia), la terapia onde d’urto si è poi diffusa anche in altri ambiti specialistici, in prima istanza in ortopedia e traumatologia e successivamente anche in molti settori della Medicina Rigenerativa.
Negli anni più recenti sono stati chiariti alcuni aspetti fondamentali dei meccanismi d’azione, che, in ambito non urologico, non sono da attribuire propriamente alla forza meccanica dell’urto, bensì all’effetto secondario benefico che tale stimolazione induce sui tessuti, grazie all’attivazione cellulare.
Non invasive e sicure, le onde d’urto rappresentano attualmente una valida opzione terapeutica per la cura di molte patologie in diversi ambiti specialistici, spesso risorsa strategica quando altre terapie hanno fallito, oppure utile complemento in associazione ad altri trattamenti.
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