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Crioconservazione: congelamento lento o vitrificazione?

Pubblicata sulla rivista “Fertility e Sterility”, a cura del professor Emanuele Levi Setti, un’importante ricerca dal titolo “Human oocyte cryopreservation with slow freezing versus vitrification. Results from the National Italian Registry data, 2007–2011”.

 

 

 

Il lavoro ha confrontato due metodiche: la crioconservazione degli ovociti umani con congelamento lento (SF) e la vitrificazione (VT) in coppie infertili. Il lavoro analizza i risultati del Registro Nazionale su 14.328 cicli di scongelamento, 1.850 gravidanze e 1.342 bambini nati in cinque anni di attività.

 

La crioconservazione degli ovociti è un’opzione importante per aumentare le probabilità cumulative di gravidanza nelle coppie sottoposte a cicli di fecondazione in vitro; è inoltre importante per i programmi di preservazione della fertilità in pazienti oncologiche sottoposte a terapie che mettono a rischio la fertilità futura, per le pazienti costrette a posporre il desiderio di una gravidanza e per i programmi di donazioni dei gameti femminili.

Le metodiche cui è possibile ricorrere sono due: la tecnica ormai consolidata del congelamento lento e la più recente vitrificazione. Con il protocollo del congelamento lento gli ovociti sono congelati in maniera graduale alla presenza di basse concentrazioni di agenti crioprotettori, ciò comporta una riduzione del rischio della formazione di ghiaccio intracellulare e di danni strutturali. La vitrificazione utilizza invece un’elevata concentrazione iniziale di crioprotettori e ricorre a un raffreddamento ultrarapido trasformando la cellula in uno stato simile al vetro per evitare la formazione di cristalli di ghiaccio.

 

Per confrontare l’efficienza delle due metodiche il team, guidato dal professor Levi-Setti, ha analizzato i risultati di tutti i Centri italiani di fecondazione in vitro con ovociti crioconservati dal 2007 al 2011.

I risultati hanno portato gli specialisti a concludere che le performance della vitrificazione sono statisticamente più alte di quelle del congelamento lento: il tasso di sopravvivenza degli ovociti con congelamento lento è stato più basso di quelli sottoposti a vitrificazione (51.1% vs 63.1%), ma il tasso di fertilizzazione non è stato così diverso (congelamento lento 71.6% vs vitrificazione 70.1%); la vitrificazione ha poi mostrato un tasso di gravidanza più alto.

Come nel caso di altre procedure, i risultati non sono omogenei tra cliniche e protocolli ma confermano il valore clinico della crioconservazione degli ovociti nei pazienti infertili e l’eccellenza della ricerca italiana in questo ambito.

 

A cura di Valeria Leone

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