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Gerry Scotti, sostegno a 4 scienziati di talento: 20 ricercatori adottati in 5 anni

In 5 anni 20 ricercatori adottati. Gerry Scotti, testimonial della campagna 5×1000 di Humanitas, anche quest’anno permette di proseguire i propri studi in Italia a 4 giovani medici e ricercatori (un giapponese, una canadese e due italiane) che hanno effettuato prestigiose esperienze all’estero. Grazie agli assegni offerti dal presentatore tv, i giovani talenti, Elena Monica Borroni, Kenji Daigo, Elena Lorenzi e Christina Pagiatakis, per un anno, porteranno avanti in Humanitas i loro progetti di ricerca. La cerimonia di consegna degli assegni si svolgerà il 12 giugno alle 11,30 in Humanitas presso il Centro di Ricerca. Un video accoglierà i partecipanti ricordando le tappe dell’iniziativa che in cinque anni ha visto 20 giovani ricercatori protagonisti.

Alberto Mantovani: “Il rientro dei cervelli a servizio della lotta contro il cancro”

“Da cinque anni – afferma il prof. Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas – Gerry Scotti si dimostra sensibile verso la Ricerca che sempre più spesso avrebbe bisogno di un sostegno. Soprattutto a partire dai giovani ricercatori. Di ragazzi talentuosi ne formiamo numerosi ed è importante dare loro una chance in più per trattenersi in Italia. In tanti, fra i ricercatori sostenuti da Gerry Scotti nel corso degli anni, sono riusciti a conquistare traguardi importanti. C’è chi come Enrico Lugli, è tornato nel nostro Paese in seguito alla scoperta di una popolazione di nuove cellule che hanno una memoria, caratteristica del nostro sistema immunitario per attivare difese contro agenti infettivi e contro il cancro, molto lunga. Questa scoperta si sta traducendo in nuovi approcci per i pazienti trattati con trapianto di midollo e per i pazienti che si sottopongono alle terapie immunologiche contro il cancro. C’è anche chi come Sébastien Jaillon, francese di nascita, ha lavorato in Humanitas grazie al sostegno di Gerry Scotti, approfondendo lo studio della molecola PTX3, fondamentale per la resistenza nei confronti di alcuni microbi. Il suo lavoro ha portato ad un nuovo approccio diagnostico per le malattie infettive e ha contribuito a preparare il lancio di una sperimentazione clinica che partirà l’anno prossimo sui pazienti con cancro che sono a rischio di infezioni da Aspergillus“.

I ricercatori premiati e i loro progetti

Una molecola per combattere le malattie autoimmuni e tumori

Elena Monica Borroni, 35 anni. Dopo la Laurea in Biotecnologie Mediche, ha conseguito il Dottorato di Ricerca sul ruolo delle chemochine nel reclutamento leucocitario presso il Dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale dell’Università degli Studi di Milano. Il suo progetto di ricerca in Humanitas, dove lavora presso il Laboratorio di Biologia dei Leucociti diretto da Massimo Locati, si focalizza sulla molecola ACKR2. In Humanitas è stato scoperto che si tratta di una trappola per le molecole chiamate chemochine, che attirano i globuli bianchi e sostengono le risposte infiammatorie. Lo studio del meccanismo con cui funziona ACKR2 è volto a migliorare le conoscenze sulle proprietà funzionali dei recettori per chemochine e ad individuare approcci innovativi per identificare farmaci più efficaci: questo potrebbe portare a nuove cure per malattie infiammatorie, autoimmuni, immonodeficienze e tumori, in cui questi recettori sono coinvolti.

PTX3, un nuovo agente diagnostico e terapeutico contro le infezioni

Kenji Daigo, 39 anni, giapponese di nascita, ha trascorso dieci anni all’Università di Tokyo, dove ha ottenuto il dottorato di ricerca. Il suo principale interesse scientifico riguarda la pentraxina lunga PTX3, una proteina che appartiene alla stessa famiglia della proteina C reattiva e fa parte di un gruppo di molecole che riconoscono gli agenti patogeni e attivano la risposta del sistema immunitario. In particolare, durante i suoi studi in Giappone, si è focalizzato sul ruolo protettivo di questa molecola in relazione alla sepsi, una condizione clinica assai grave con un alto tasso di mortalità. Per approfondire i suoi studi sui meccanismi coinvolti nel ruolo protettivo di PTX3, si è spostato dal Giappone in Humanitas, seguito dalla moglie a dai suoi due bambini, dove ha portato avanti le sue ricerche presso il Laboratorio di Immunofarmacologia diretto da Barbara Bottazzi. Lo studio di PTX3 e che si candida come un potenziale nuovo agente diagnostico e terapeutico nei confronti degli agenti infettivi, potrà contribuire a chiarire a livello molecolare come e con chi interagisce questa molecola così da utilizzarla in modo più mirato.

Cancer Free Project: filo diretto fra ospedale e territorio per i pazienti guariti

Elena Lorenzi, 32 anni, laureata in Medicina e Chirurgia nel 2009 presso l’Università degli Studi di Milano, si è specializzata in Oncologia Medica, dopo numerose esperienze all’estero in America, nei Paesi Bassi e in Grecia. Da allora svolge la sua attività di oncologo medico presso Humanitas Cancer Center, diretto dal dott. Armando Santoro. Grazie all’assegno di ricerca di Gerry Scotti, infatti, Elena Lorenzi porterà avanti il Cancer free Project già attivo in Humanitas, dedicato ai cancer survivors, pazienti che hanno terminato con successo i trattamenti oncologici da più di cinque anni e che quindi possono puntare al recupero di un pieno benessere psico-fisico. In che modo? Attraverso controlli periodici personalizzati, consulenza genetica, prevenzione e stili di vita, ricerca e collaborazione con i medici di medicina generale. Il Cancer Free Project vuole favorire un’adeguata collaborazione e interazione fra l’oncologo medico e il medico di medicina generale per offrire al paziente un’assistenza che ruoti intorno a lui. Il programma prevede anche la possibilità di condividere dati clinici e strumentali mediante una sezione web, gestita da un oncologo e un ematologo, con il supporto di uno psicologo, su cui possono interagire pazienti e medici di famiglia al fine di garantire un canale aperto di comunicazione fra paziente, medico di famiglia ed ospedale, riducendo nettamente la necessità di accessi ospedalieri.

Insufficienza cardiaca, l’importanza delle alterazioni genetiche

Christina Pagiatakis, 28 anni. Il nome è greco ma la provenienza è canadese. Si è laureata presso la York University di Toronto in Canada, con un dottorato di ricerca in Biologia Molecolare. Nel corso dei suoi studi condotti in Humanitas presso l’area di Ricerca Cardiovascolare diretta dal prof. Gianluigi Condorelli, si è occupata di indagare i percorsi molecolari che regolano il funzionamento dei vasi e del cuore. Una parte delle malattie del cuore ha una base genetica. Il suo progetto di ricerca, che sarà finanziato grazie al contributo offerto da Gerry Scotti, ha a che fare con la comprensione dei meccanismi con cui alterazioni genetiche predispongono allo sviluppo dell’insufficienza cardiaca. Questa attività ha importanti implicazioni per lo sviluppo e anche per la prevenzione delle malattie cardiovascolari come lo scompenso cardiaco e l’aterosclerosi.

La campagna 5×1000: così i nostri pazienti scelgono quali progetti sostenere

Oltre ad “adottare” i giovani scienziati di talento, Gerry Scotti sostiene la Ricerca di Humanitas anche prestando volto e voce alla campagna 5×1000 dell’ospedale. “C’è ricerca, c’è cura, c’è Humanitas” è lo slogan che trasmette l’essenza di Humanitas, dove cura e ricerca sono indissolubilmente legate. Negli spot radio, in onda sulle principali emittenti radiofoniche nazionali, Gerry è affiancato da medici e ricercatori di Humanitas: Marco Alloisio, Alessandro Castagna, Gianluigi Condorelli, Giovanni Covini, Maurizio Fornari, Maurizio Gasparini, Guido Grappiolo, Giorgio Guazzoni, Paolo Emanuele Levi Setti, Giulio Maira, Alberto Mantovani, Simona Marcheselli, Michela Matteoli, Alessandro Repici, Armando Santoro, Marta Scorsetti, Corrado Tinterri, Guido Torzilli, Paolo Vinciguerra e Piero Volpi.

Sono gli stessi pazienti a scegliere quali aree della ricerca di Humanitas sostenere con i fondi del 5×1000: l’ospedale infatti dà loro la possibilità di esprimere la propria preferenza compilando l’apposita cartolina disponibile in ospedale oppure on-line sul sito www.humanitas.it/5×1000.

5 le aree fra cui scegliere: tumori, malattie autoimmuni e degenerative, malattie cardio-polmonari, malattie neuromotorie, malattie dell’apparato digerente. Sul sito www.humanitas.it/5×1000 l’elenco dei progetti che fanno parte di ciascuna area ed i relativi obiettivi e dettagli.

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici