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Cheratocono: che cos’è e come si cura

Il cheratocono è un disturbo a carico della cornea, la membrana trasparente che compone la parte anteriore del bulbo oculare e costituisce la prima lente “naturale” dell’occhio. 

Quali sono i sintomi del cheratocono e come si cura? Ne parliamo con il professor Paolo Vinciguerra, responsabile di Oculistica presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. 

Cheratocono, che cos’è 

Il cheratocono è una patologia cronica ad andamento progressivo, che si verifica quando la cornea perde rigidità e resistenza e il suo tessuto si assottiglia e si deforma nella parte centrale, assumendo la forma di un cono. Una condizione dovuta a un indebolimento indotto dall’eccessiva elasticità e deformazione delle cornee ammalate: le firme di collagene che formano l’architettura corneale perdono i legami che le tengono unite e tendono progressivamente a scivolare le une sulle altre, aumentando la curvatura e contemporaneamente riducendo lo spessore del tessuto corneale. 

Il cheratocono colpisce ogni anno circa cinquanta persone ogni centomila, sia maschi che femmine, in prevalenza in età adolescenziale e giovanile e predilige i giovani allergici, sia per il riacutizzarsi di cheratocongiuntiviti allergiche, sia per l’abitudine, sbagliata ma meccanica, di strofinarsi gli occhi che prudono con le mani, che può contribuire alla degenerazione del tessuto corneale. In generale, inoltre, si tratta di una malattia che ha carattere familiare e genetico, pertanto si riscontra una maggiore incidenza in pazienti con parenti già affetti da cheratocono. 

Cheratocono: quali sono i sintomi 

Il cheratocono colpisce entrambi gli occhi, spesso con un livello di gravità differente, e il decorso è variabile. Il problema si rende evidente quando la cornea comincia a deformarsi a forma di cono: è in questo momento che la curvatura irregolare che si viene a creare cambia il potere refrattivo della cornea, producendo distorsioni delle immagini e una visione confusa sia da vicino che da lontano. 

Inizialmente la persona può avvertire un peggioramento della qualità visiva e un progressivo offuscamento, mentre negli stadi più avanzati, quando la cornea si opacizza e l’assottigliamento del tessuto corneale diventa estremo e può comportare un evidente rischio di perforazione, diventa necessario il trapianto di cornea.

Cheratocono: gli esami per la diagnosi

Il cheratocono non è reversibile, ma è possibile arrestarne la progressione grazie al cross linking: per questo è di estrema importanza la diagnosi precoce e intervenire con tecniche avanzate, intervenendo prima che si verifichino deformazioni della cornea e che le lesioni possano alterare la vista in modo grave. 

Cheratocono: come si cura 

Il trapianto oggi può essere in molti casi evitato, grazie al Cross Linking Corneale, un’innovativa terapia chirurgica a bassa invalidità. Dal 2006, infatti, il centro Oculistico di Humanitas prosegue la sua esperienza con il primo gruppo di studio europeo per la validazione della metodica del Cross Linking Corneale, con la prospettiva di autorizzare e diffondere questa tipologia di intervento come unica terapia non invasiva per la cura del cheratocono. 

L’intervento, che si effettua in anestesia locale e dura circa un’ora, prevede l’installazione sulla superficie della cornea di un collirio a base di vitamina B2 o riboflavina attivato da un’irradiazione laser con raggi UVA, che consolida i vari strati lamellari che compongono la superficie della cornea. In questo modo la progressione della malattia viene contrastata irrigidendo il tessuto corneale e “cementando meglio” i mattoni che lo compongono.

Il decorso postoperatorio comprende controlli giornalieri per circa quattro giorni e una terapia antibiotica da seguire scrupolosamente. In più il paziente dovrà attenersi a una serie di accortezze, come evitare di utilizzare smartphone, computer e schermi retroilluminati, detergere il viso soltanto con salviette detergenti monouso evitando il contatto con l’acqua e, soprattutto, favorire un riposo assoluto a occhi chiusi.

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