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Pressione dell’occhio, tecnologie per stabilizzarla

L’alta pressione dell’occhio può essere causa di svariati problemi durante l’intervento di cataratta: le nuove tecnologie consentono di stabilizzare la pressione senza ridurre il flusso sanguigno che entra nel nervo ottico. Un evidente vantaggio legato alle nuove tecnologie di cui Humanitas si è dotata, oltre a quella del laser a femtosecondi, è quello di poter eseguire la cataratta a bassa pressione. Al momento dell’operazione, il volume di materiale tolto va sostituito con un altro volume di liquidi.

Ne ha parlato il prof. Paolo Vinciguerra, responsabile del Centro Oculistico presso Humanitas.

Perché la cataratta a bassa pressione?

In passato, per queste manovre si tendeva a utilizzare dei sistemi che mantenessero piuttosto alta la pressione all’interno dell’occhio, poiché non si disponeva di strumenti molto sofisticati nel misurare la pressione di ingresso e uscita.

In condizioni normali, la pressione oscilla tra i 10 e i 15 millimetri di mercurio. Durante questi interventi, secondo la vecchia scuola e con i vecchi strumenti, la pressione viene alzata anche fino a 80-90 millimetri di mercurio, cioè quasi 8 o 9 volte la pressione a cui l’occhio è abituato.

In questo modo le strutture si tendono e talvolta i pazienti accusano dolori nonostante l’anestesia. Inoltre, man mano che si innalza la pressione, il flusso sanguigno che entra dal nervo ottico si riduce sempre più. L’occhio rischierebbe quindi di rimanere, durante tutti i minuti dell’intervento, senza apporto di sangue.

Questo è particolarmente pericoloso per i pazienti che soffrono di altre patologie come il glaucoma, dove pochi minuti senza irrorazione sanguigna possono far precipitare il danno del nervo. Va quindi considerato che una struttura nervosa non nutrita per qualche minuto subisce un’infiammazione che comporterà un recupero molto più lungo nel tempo.

Gli specialisti di Humanitas, invece, opera attraverso un sistema preciso che svolge l’aspirazione del materiale stabilendo la pressione a 20 millimetri di mercurio, cioè la pressione massima a cui l’occhio è normalmente abituato, evitando quindi di influenzarne la dinamica circolatoria.

Quali sono i vantaggi?

Un altro vantaggio legato ai nuovi sistemi per trattare la cataratta a bassa pressione è rappresentato dalla possibilità di mantenere una temperatura all’interno dell’occhio non troppo elevata.

Tra gli strumenti in dotazione c’è una nuova punta che ha la capacità di aspirare le masse senza provocare un innalzamento della temperatura. In passato, infatti, tutta la punta in questione diventava calda e alcune aree toccavano addirittura a 50 gradi.

Considerato che a 45 gradi la temperatura non è più semplicemente calda ma si trasforma in dolore, Humanitas si è posto l’obiettivo di non superare i 40 gradi e di tenere questa temperatura massima solo in un punto, quello più lontano.

Tale punto non è a contatto con le strutture oculari ma è immerso in acqua e viene quindi immediatamente raffreddato dal flusso in ingresso e in uscita. Questo fattore contribuisce a rendere il recupero più rapido e meno doloroso, garantendo un risultato migliore nel lungo periodo.

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