Che cos’è il citomegalovirus?
Il citomegalovirus (CMV) è un virus della famiglia degli herpes virus molto comune, che si contrae soprattutto durante l’infanzia, ma che può interessare persone di ogni età. I sintomi del citomegalovirus sono in genere lievi ma il virus resta latente nel sistema immunitario.
Quali sono le cause del citomegalovirus?
Il citomegalovirus si trasmette soprattutto per contatto con secrezioni respiratorie o liquidi corporei della persona infetta e, una volta contratto, il virus resta latente nel sistema immunitario, riattivandosi eventualmente se il sistema immunitario si indebolisce. È inoltre possibile che una persona infettata in precedenza da un ceppo di citomegalovirus, sia successivamente infettata da un altro ceppo.
Quali sono i sintomi del citomegalovirus?
Il citomegalovirus nelle persone sane è tendenzialmente asintomatico o con sintomi lievi come stanchezza, febbricola e ingrossamento dei linfonodi, comuni anche ad altre patologie come l’influenza e la mononucleosi.
In genere non si sviluppano complicanze importanti, ma il virus può comportare dei rischi per le persone immunocompromesse o per i bambini di meno di 2 anni, soprattutto a carico di sistema nervoso centrale, occhi, polmoni, esofago, stomaco, fegato e intestino. Tra le complicanze più comuni ci sono encefalite, retinite con alterazione della vista e polmonite.
In gravidanza, inoltre, un’infezione da citomegalovirus, può comportare la trasmissione al feto del virus, con lo sviluppo per il neonato di malformazioni importanti e permanenti o di sintomi transitori, e di gravi complicanze durante la gravidanza stessa. In genere, il rischio di trasmissione al feto per infezione primaria è più alto (30-40% nel primo e secondo trimestre e 40-70% nel terzo trimestre), mentre il rischio di trasmissione al feto per infezione secondaria da riattivazione o ceppo diverso del virus è più basso (1-2%). L’infezione perinatale (durante il parto) o post natale (con l’allattamento) non comporta l’insorgenza di complicanze severe, a eccezione di casi rari, come bambini nati prematuri o con un peso più basso della norma alla nascita.
Come prevenire il citomegalovirus?
Per diminuire i rischi di contagio è importante seguire un’igiene personale attenta, in particolare per quanto riguarda le persone immunodepresse, in gravidanza, i neonati e i bambini molto piccoli.
In particolare è importante lavare le mani con acqua calda e sapone prima di mangiare, cucinare o servire il cibo, dopo essere andati in bagno e dopo ogni tipo di contatto con fluidi corporei. Non bisogna utilizzare posate o utensili già utilizzati da altri. Importante anche avere un’attenta pulizia della casa.
Citomegalovirus: come si fa la diagnosi?
Il citomegalovirus si diagnostica tramite la rilevazione degli anticorpi anti-CMV con gli esami del sangue.
Per valutare un’eventuale trasmissione di citomegalovirus al feto è necessario eseguire l’amniocentesi, ad almeno 7 settimane dalla presunta data di infezione materna, e l’analisi del sangue fetale. Il test del citomegalovirus per i neonati non è di routine ma può essere eseguito su sangue, saliva o urina entro 3 settimane dalla nascita.
Come trattare il citomegalovirus?
Il citomegalovirus in persone sane si risolve fisiologicamente, mentre per le persone immunocompromesse è necessaria la terapia antivirale con i farmaci ganciclovir e valganciclovir.
Non essendoci a oggi trattamenti prenatali per prevenire la trasmissione da madre a feto dell’infezione, la terapia con farmaci antivirali per infezioni congenite sintomatiche si inizia entro il primo mese dalla nascita e riduce complicanze come le alterazioni della funzionalità psicomotoria di quella uditiva. Si tratta però di farmaci che possono associarsi all’insorgenza di effetti collaterali gravi, quindi la terapia è da seguire sotto stretto controllo medico.