A differenza del sovrappeso, l’obesità è una patologia cronica progressiva e recidivante, che richiede un’accurata presa in carico e un approccio multidisciplinare.
Ne parliamo con il professor Roberto Vettor, direttore scientifico del Centro Malattie del Metabolismo e della Nutrizione dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano.
Che cos’è il sovrappeso
Con sovrappeso si intende un aumento del peso corporeo espresso in termini di BMI (indice di massa corporea, dall’inglese body mass index), compreso tra 25 e 29,9 di BMI e che supera quindi i valori in cui il rischio per la salute risulta minimo o assente.
Il sovrappeso non comporta necessariamente un accumulo di grasso viscerale significativo o alterazioni metaboliche, ma in presenza di un aumento della circonferenza della vita e del grasso viscerale, rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di obesità clinica e altre malattie croniche.
Una persona in sovrappeso, con il supporto di un medico o di uno specialista nutrizionista, può adottare diverse modifiche alla propria alimentazione e al proprio stile di vita, utili a riportare il peso nella norma. Seguire una dieta equilibrata (evitando il fai da te e attenendosi ai consigli dello specialista) e praticare regolarmente attività fisica può contribuire a ridurre il rischio di sviluppare obesità e altre patologie correlate all’aumento di peso.
L’intervento terapeutico nei confronti del sovrappeso deve mirare alla prevenzione della sua progressione verso l’obesità. Allo stesso tempo, non si può trascurare che, per determinati livelli di sovrappeso e per alcune sue caratteristiche peculiari, come l’aumento del grasso viscerale o della circonferenza addominale, il sovrappeso rappresenta un importante fattore di rischio che richiede una valutazione clinica accurata.
Quale stile di vita aiuta a prevenire il sovrappeso?
Per prevenire o trattare uno stato di sovrappeso, la prima azione da intraprendere è intervenire sul proprio stile di vita. In particolare, è fondamentale modificare l’alimentazione con il supporto di uno specialista. Di solito, la dieta elaborata con un professionista prevede un regime alimentare in cui l’apporto calorico sia inferiore a quello consumato. L’alimentazione dovrebbe essere ricca di alimenti nutrienti, come verdura, frutta e legumi; per quanto riguarda pasta e pane, è preferibile scegliere quelli integrali e limitare il consumo di cibi processati e di alcolici.
Oltre alle calorie, anche le modalità con cui ci alimentiamo possono influenzare lo sviluppo dell’obesità. Ad esempio, assumere il pasto principale alla sera rappresenta un fattore di rischio per le malattie metaboliche. Inoltre, mangiare in modo rapido, senza concedersi il tempo di percepire adeguatamente la sensazione di sazietà rispetto alle calorie introdotte, costituisce un altro elemento di rischio. Alcune abitudini sociali, come il rito dell’aperitivo, anche se piacevole, possono portare a un eccesso di calorie, spesso derivanti da cibi ultra-processati e alcolici, motivo per cui è importante prestare attenzione a queste occasioni.
Se il proprio stile di vita risulta sedentario, è altrettanto importante integrare l’attività fisica nella routine quotidiana. In questo caso, è consigliabile consultare un medico prima di iniziare un nuovo programma di esercizio, in modo da adattarlo alle proprie condizioni di salute. In linea generale, circa 10.000 passi al giorno (circa 5 km) rappresentano un buon obiettivo per superare la sedentarietà. Tuttavia, si suggerisce di adottare un approccio più strutturato all’attività fisica, che dovrebbe risultare piacevole e socializzante. Svolgere esercizio in compagnia o in gruppo può favorire una maggiore aderenza nel tempo.
Che cos’è l’obesità
A differenza del sovrappeso, l’obesità comporta un accumulo patologico di grasso corporeo, con un BMI superiore a 30. Si tratta di una malattia cronica, progressiva e recidivante, considerata uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale.
Pur dipendendo sempre da uno squilibrio tra il consumo energetico e l’assunzione di calorie, la genesi dell’obesità è molto complessa e coinvolge fattori genetici e influenze ambientali. Spesso si attribuisce la causa primaria dell’obesità a un disturbo dei centri ipotalamici responsabili del controllo della fame e della sazietà. Oltre a questo sistema di regolazione istintuale, esistono strutture sovraipotalamiche e sottocorticali che sono responsabili del cosiddetto controllo edonico dell’alimentazione. È universalmente riconosciuto che il mangiare rappresenta un elemento di piacere, e i sistemi di gratificazione sono localizzati proprio in queste aree cerebrali.
Come si cura l’obesità?
L’obesità è una patologia cronica che richiede un trattamento multidisciplinare e personalizzato. Oltre alla modifica della dieta, effettuata sotto la supervisione di uno specialista, e alle variazioni dello stile di vita, può rendersi necessario l’uso di altri trattamenti e terapie. In particolare, può essere opportuno avviare una terapia farmacologica, ad esempio con farmaci appartenenti alla classe degli agonisti del GLP-1 o con i dual-agonisti (GLP-1/GIP-RA), che modulano la risposta dell’organismo agli stimoli della fame, riducendo l’appetito e aumentando il senso di sazietà. Questi farmaci agiscono anche sui sistemi di gratificazione, contribuendo a modulare il comportamento alimentare.
In casi di obesità grave o di grado avanzato, può essere considerato anche l’intervento chirurgico come opzione terapeutica efficace.
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