Che cos’è il morbillo?
Il morbillo è una malattia esantematica virale molto contagiosa causata da un virus del genere morbillivirus (famiglia dei Paramyxoviridae). È una malattia che viene detta “infantile” dal momento che – insieme a varicella, pertosse, rosolia e parotite – colpisce principalmente nella prima infanzia, ma può interessare anche persone adulte, soprattutto chi non ha mai contratto la malattia in età infantile e non ha mai completato il ciclo vaccinale. Contrarre il morbillo da adulti può essere rischioso, perché il tasso di complicanze è maggiore, in particolare per quanto riguarda complicanze gravi come polmonite o encefalite.
Questa patologia infettiva, che dura tra i 10 e i 20 giorni, in genere non dà sintomi particolarmente gravi. La contagiosità si protrae fino a 5 giorni dopo la scomparsa delle eruzioni cutanee tipiche della malattia ed è massima 3 giorni prima, quando l’organismo reagisce alla presenza del virus con la febbre. Una volta contratto, il morbillo fornisce un’immunizzazione che, teoricamente, durerà per tutta la vita.
Quali sono le cause del morbillo?
All’origine di questa malattia c’è un virus del genere morbillivirus (della famiglia dei Paramyxoviridae). Il morbillo è una delle malattie infettive con il più alto tasso di trasmissibilità a individui non immunizzati (non vaccinati o con anamnesi negativa per infezione). L’infezione si trasmette attraverso la dispersione, da parte di individui malati, di gocce di saliva infetta (mediante, per esempio, starnuti o colpi di tosse) che vengono inalate da individui sani. Le stesse possono raggiungere persone anche a diversi metri di distanza e “infettare” oggetti e superfici e rimanere attive e contagiose per diverse ore.
Quali sono i sintomi del morbillo?
I primi sintomi del morbillo sono aspecifici, simili a quelli di un’influenza (dolori muscolari, tosse, naso che cola, occhi rossi), e si accompagnano a febbre – che può anche arrivare a essere molto alta (40° C). Successivamente compaiono dei piccoli puntini bianchi all’interno della bocca (macchie di Koplik) e dopo 3 o 4 giorni iniziano ad apparire le eruzioni cutanee rosse tipiche della malattia: un rash maculopapulare convergente in cui, quindi, le macchie tendono a unirsi. Il rash tende a comparire su capo e tronco ed estendersi fino agli arti, compresi il palmo della mano e la pianta dei piedi. L’incubazione dura circa 10 giorni: inizia con l’entrata del virus nell’organismo e finisce con l’inizio della febbre. La contagiosità si protrae fino a 4-5 giorni dopo la comparsa delle eruzioni cutanee ed è massima 3-4 giorni prima (quando sono presenti e massimi i sintomi simil-influenzali).
Come prevenire il morbillo?
Per prevenire il morbillo è possibile sottoporsi a vaccinazione. In Italia il vaccino è prodotto sotto forma di un complesso vaccinale, noto con la sigla MPR o come vaccino trivalente, che comprende morbillo, parotite e rosolia. Si consiglia di somministrare la prima dose prima del secondo anno di età, con una preferenza tra il 12°-15° mese e con un richiamo verso i 5-6 anni o gli 11-12 anni. L’immunizzazione della madre conferisce protezione al neonato fino al sesto-nono mese di vita.
Le persone adulte che non hanno contratto la malattia e non hanno completato il ciclo vaccinale devono vaccinarsi, perché il morbillo, se contratto in età adulta, può associarsi a complicanze molto gravi come la polmonite o l’encefalite.
Il morbillo è grave?
Il tasso di complicanze è generalmente basso ma in corso di epidemie la mortalità è stimata tra il 50 e le 100 morti per 100.000 infezioni ma possono essere più frequenti in pazienti fragili o immunocompromessi. Le complicanze più descritte sono le superinfezioni batteriche, l’encefalite e, seppur rara, la panencefalite subacuta sclerosante, una patologia estremamente grave e pericolosa. Le stesse complicanze possono essere facilmente evitate o ridotte in maniera molto significativa con la vaccinazione.
Morbillo: come si fa la diagnosi?
Per effettuare la diagnosi di morbillo, per il medico è generalmente sufficiente effettuare una valutazione delle eruzioni cutanee tipiche della malattia o dei piccoli puntini bianchi presenti all’interno delle guance. Se necessario, il paziente può essere sottoposto a esami del sangue per confermare la presenza dell’infezione attraverso la ricerca degli anticorpi specifici diretti contro il virus del morbillo, da effettuare trascorsi 3 o 4 giorni dall’eruzione. In Italia c’è l’obbligo, in caso di diagnosi di morbillo, di notificarlo alle autorità sanitarie.
Come trattare il morbillo?
Per il trattamento del morbillo non ci sono opzioni terapeutiche specifiche: non esiste, infatti, alcuna cura per questa malattia, se non il controllo dei sintomi.
In genere, in presenza di morbillo:
- si possono assumere antipiretici per abbassare la febbre;
- nei giorni di febbre è consigliato seguire un’alimentazione liquida (tè, brodi);
- il paziente deve rimanere a riposo fino alla regressione dell’esantema;
- occorre far seguire un periodo di 15 giorni di convalescenza nei quali si evitano sforzi fisici, viaggi, esposizione al freddo. Infatti la ripresa dell’organismo dopo il morbillo è molto lenta.
Ultimo aggiornamento: Novembre 2025
Data online: Maggio 2016