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Tonsille: quando ricorrere alla chirurgia?

Tonsille: quando sono da togliere e quando, invece, è meglio seguire altre terapie? Se un tempo l’operazione alle tonsille e alle adenoidi era molto comune nei bambini in età prescolare e scolare, tanto da sembrare quasi un passaggio obbligatorio all’adolescenza, oggi “linee guida e good medical practice” ispirano indicazioni medico-chirurgiche: “in relazione alle quali tonsille e adenoidi vengono rimosse quando causa di infezioni ricorrenti, anche a distretti di confine – seni paranasali e orecchio medio – o se associate a disturbi del sonno”, spiega il dottor Luca Malvezzi, chirurgo cervico-facciale e otorinolaringoiatra in Humanitas, intervistato da Radio Number One.

Voce: eliminare le tonsille può modificarla?

“Le tonsille occupano quella zona dell’orofaringe compresa fra il pilastro palatino anteriore e posteriore.  L’orofaringe concorre nell’amplificazione della voce, risultando quest’ultima differente a seconda che la regione orofaringea sia o non sia occupata da tessuto che né modifica ingombro e volume, esattamente come accade parlando in un ampio locale ammobiliato oppure libero. A cambiare, dunque, non sono le “armoniche” che risultano dalla vibrazione delle corde vocali, ma l’amplificazione complessiva della voce e la sua soggettiva percezione, che risulta dagli spazi aerei soprastanti, la faringe appunto come anche ii seni paranasali”, continua il dottor Malvezzi.

Tonsille e adenoidi: la loro funzionalità è correlata?

Tonsille e adenoidi e base della lingua, fanno parte dell’anello linfatico di Waldeyer. Nella prima infanzia completano l’attività del sistema immunitario, proteggendoci dalle infezioni. Le adenoidi, situate nella rinofaringe – lo spazio aereo retrostante le fosse nasali – quando eccessivamente voluminose – ipertrofia adenoidea – possono causare ostruzione respiratoria; limitare il regolare passaggio di muco dai seni paranasali, alle fosse nasali e quindi alla faringe e quindi rinosinusite; limitare regolare passaggio di muco dall’orecchio medio alla faringe e quindi otite media sieromucosa; alterare lo sviluppo palatale e la corretta dentizione. 

Nel corso della crescita non solo si allarga lo spazio aereo rino e orofaringeo risultando quindi un ingombro minore da parte di adenoidi e tonsille; anche il sistema immunitario acquisisce una competenza autonoma e di norma adenoidi e tonsille involvono dal punto di visita funzionale, atrofizzandosi. Dunque, se la storia naturale di adenoidi e tonsille è destinata all’involuzione nel tempo e l’attesa di fatto modifica un’indicazione chirurgica frettolosa, ci si trova spesso ad assumere la decisione di operare relativamente all’impatto sulla qualità di vita del bambino con reiterate infezioni, reiterate terapie antibiotiche, perdita di giorni di scuola, scadente riposo notturno e qualità di vita nelle ore di gioco e apprendimento. La qualità del sonno ha un ruolo determinante per il recupero della fatica psicofisica diurna sia in età scolare che in età adulta. Adenoidi ipertrofiche e tonsille ipertrofiche possono concorrere nello sviluppo della sindrome delle apnee ostruttive notturne. La polisonnografia certifica presenza, tipologia e grado di apnee notturne, guidando alla possibile indicazione terapeutica”, approfondisce lo specialista.

Placche in gola: quale legame con le tonsille

“L’aspetto delle tonsille ricorda quello dei fiordi norvergesi, ovvero la superficie non è regolare, ma anfrattuosa. Nell’età di attività funzionale questo aspetto aumenta la superficie d’azione della tonsilla, ma è anche il nido ideale alla replicazione batterica, che si evidenzia con la presenza delle ‘placche‘. Attenzione, tuttavia, a non confondere le placche con raccolta in questa sede di residui di alimentazione – casei o tonsilloliti.  In questo caso sarebbe eccessivo trattare con antibiotico un problema che per quanto possa creare disagio si può controllare migliorando l’igienizzazione del cavo orale dopo i pasti”, conclude il dottor Malvezzi.

Specialista in Otorinolaringoiatria

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