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Revenge Bedtime Procrastination: cos’è la tendenza a rimandare il momento del sonno

Quando parliamo di Revenge Bedtime Procrastination intendiamo un fenomeno piuttosto comune. 
Lo abbiamo conosciuto meglio nei mesi di pandemia COVID-19, durante i quali abbiamo passato più tempo in casa rispetto all’abituale e chi si è trovato a lavorare tra le mura domestiche può aver continuato le mansioni lavorative oltre l’orario prestabilito, riducendo il proprio tempo libero a poche ore serali e, di conseguenza, procrastinando il riposo notturno.

Quando tuttavia, si ritarda il momento di spegnere la luce, magari per dedicare il poco tempo a disposizione a se stessi, il giorno dopo la sveglia suonerà sempre allo stesso orario e le ore di sonno risulteranno ridotte. 

Ne parliamo con il dottor Vincenzo Tullo, neurologo e specialista in medicina del sonno e cefalee in Humanitas.

Revenge Bedtime Procrastination: di cosa si tratta?

Come dice il nome, la Revenge Bedtime Procrastination, ossia la procrastinazione del momento in cui si va a dormire, è quella tendenza a rimandare il riposo notturno.

Una “vendetta” del nostro organismo che risponde ai ritmi stressanti che gli imponiamo con la nostra quotidianità lavorativa, rendendo più complicato addormentarsi.
Si tratta di un fenomeno provocato soprattutto dalla diminuzione del tempo che abbiamo a disposizione per occuparci delle nostre passioni, che finiscono per tenerci impegnati nelle ore serali, rubando ore al sonno.

L’aumento dello stress e l’alterazione dei ritmi della quotidianità causati dalla pandemia COVID-19 hanno portato una maggiore attenzione sulla Revenge Bedtime Procrastination, sebbene il fenomeno sia stato identificato dagli specialisti già nel 2016. 

Poco tempo libero: la causa della Revenge Bedtime Procrastination

La principale causa associata alla Revenge Bedtime Procrastination è la mancanza di sufficiente tempo libero durante le ore diurne.

Dal lavoro, alla gestione familiare, alle commissioni, alla preparazione dei pasti e agli impegni: nella propria quotidianità, fitta di attività essenziali, molte persone non trovano più il tempo sufficiente per dedicarsi alle cose che amano fare. 

In queste condizioni, nonostante il desiderio di andare a dormire sia presente, si continua a rimandare il momento di mettersi a letto, come se fosse presente un divario tra l’intenzione e il comportamento attuato

Gli effetti sulla salute della Revenge Bedtime Procrastination

Se una carenza di sonno di un paio di notti può limitarsi a provocare una sensazione di stordimento nei giorni successivi, senza particolari conseguenze per la salute, non dormire a sufficienza per un tempo prolungato può causare problematiche di salute a lungo termine

La carenza di sonno, infatti, provoca squilibri in vari aspetti, come la salute del sistema immunitario, la libido, la concentrazione e il tono dell’umore. Non dormire, inoltre, potrebbe aumentare il rischio di sviluppare problematiche croniche come malattie cardiache e ipertensione. 

Revenge Bedtime Procrastination: i consigli per contrastarla

Mantenere una corretta igiene del sonno è il primo passo per contrastare la Revenge Bedtime Procrastination. I consigli, dunque, sono evitare di fare esercizio fisico prima di coricarsi, evitare l’utilizzo di smartphone o schermi prima di andare a dormire, e scegliere un orario in cui mettersi sotto le coperte che si possa mantenere costante.

Durante il giorno, invece, può essere utile:

  • isolare dei momenti dalla propria routine giornaliera per dedicarsi a se stessi. Il consiglio è di programmarli sul proprio smartphone o calendario, come se si trattasse di un impegno di lavoro qualsiasi;
  • stabilire degli obiettivi realistici e ragionevoli nell’impostazione del proprio tempo libero. Basti pensare che anche solo 10 minuti per sé in più al giorno possono fare la differenza;
  • concentrare le attività fisiche faticose nella prima parte della giornata, in modo tale da arrivare a sera più stanchi;
  • appena si colgono segnali di malessere rivolgersi a uno specialista del sonno.

Naturalmente non è un problema se ogni tanto capita di restare svegli più del dovuto, magari per leggere, parlare con gli amici, guardare un film o una serie tv, o semplicemente fare scrolling sui social network.
Le complicazioni insorgono quando atteggiamenti di procrastinazione del sonno diventano regolari, andando così a intaccare il riposo notturno e il benessere generale dell’organismo.

Specialista in Neurologia

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