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Polipi intestinali: i sintomi e le cure

I dati di incidenza del tumore del colon-retto sono, nel nostro Paese, particolarmente alti: risulta infatti la seconda neoplasia più comune in entrambi i sessi. Si sviluppa, nella maggior parte dei casi, a partire dai cosiddetti polipi intestinali, tumori benigni del colon retto che originano dal rivestimento mucoso dell’intestino, e che possono evolvere in forme maligne nel 5% dei casi. Tali polipi interessano circa una persona ogni 4 a partire dai 50 anni. 

Grazie ai percorsi di screening, oggi è possibile sia prevenire sia diagnosticare precocemente questo tumore, con una diminuzione sia dell’incidenza che della mortalità. La colonscopia, con il supporto dell’Intelligenza Artificiale, consente di individuare la neoplasia quando è ancora agli stadi iniziali, ma anche di identificare i polipi nella loro forma precancerosa, permettendo così di intervenire prima che siano evoluti in un tumore. 

Quali sono i sintomi dei polipi intestinali? E quali i trattamenti possibili? Ne parliamo con il professor Cesare Hassan, capo sezione di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano. 

Polipi intestinali: quali sono i sintomi 

Spesso, i polipi intestinali si manifestano in maniera asintomatica, ma quando iniziano ad accrescersi ed evolvere possono svilupparsi sintomi come:

Il sanguinamento rettale è il primo sintomo a cui prestare attenzione, poiché potrebbe indicare un’evoluzione maligna da polipo a neoplasia.

Polipi intestinali: quali esami per la diagnosi? 

Il primo passo per la diagnosi di polipi intestinali e forme precoci del tumore è l’esame delle feci, che consente di ricercare la presenza di sangue occulto con metodo immunologico. Le regioni invitano la popolazione target (in genere tra i 50 ed i 75 anni) ogni due anni ad eseguire il test. La positività del test richiede necessariamente l’esecuzione di una colonscopia, laddove non è indicato ripetere il test. 

Il secondo esame che consente di confermare la diagnosi di polipi è la colonscopia, che viene effettuata in sedazione e che, grazie all’ausilio dell’Intelligenza Artificiale, permette una visione completa delle pareti dell’intestino e l’individuazione dei polipi di dimensioni estremamente ridotte, migliorando l’accuratezza dell’esame del 44% (come emerge da uno studio internazionale pubblicato su Annals Internal Medicine coordinato dagli specialisti di Humanitas Alessandro Repici e Cesare Hassan in collaborazione con l’Università di Oslo). 

La diminuzione dell’incidenza dei tumori del colon-retto grazie ai test di screening in cui l’Intelligenza Artificiale viene usata a supporto della colonscopia, è pari all’8.4% circa. L’Intelligenza Artificiale, infatti, consente l’individuazione di quei polipi che per colore o dimensione tendono a confondersi con la mucosa della parete del colon. 

Colonscopia virtuale: quando serve? 

Da sottolineare anche l’utilità della colonscopia virtuale che, su pazienti selezionati, permette di avere un’immagine definita delle pareti interne del colon e del retto, grazie all’ausilio di una strumentazione TAC innovativa.

Il procedimento è utile in particolar modo per pazienti anziani o che presentano condizioni che impediscono l’esecuzione della colonscopia tradizionale. 

La procedura è infatti differente e comporta l’inserimento di un tubicino attraverso il retto e, dunque, comporta un disagio inferiore per il paziente senza necessità di sedazione. Tuttavia non è possibile con questo tipo di esame né di effettuare la biopsia degli eventuali polipi individuati, né di asportarli. Dunque, se il risultato dell’esame fosse positivo, potrebbe essere comunque necessario effettuare un altro esame successivamente. 

Come trattare i polipi intestinali 

In sede di colonscopia, gli eventuali polipi intestinali individuati vengono generalmente rimossi in endoscopia. Questa seconda parte di intervento si definisce polipectomia e si avvale sempre del colonscopio, tramite cui vengono introdotti nell’intestino gli strumenti che servono all’endoscopista per rimuovere i polipi, anche di dimensioni importanti o inizialmente evoluti in forme maligne. Se, invece, i polipi sono evoluti in forme tumorali maligne più avanzate sarà necessario il ricorso alla chirurgia

Prevenzione: quando fare gli esami di screening? 

Quando la colonscopia ha esito negativo, al di sotto dei 50 anni l’indicazione può anche essere quella di effettuare l’esame dopo 10 anni circa. Se invece viene rilevata la presenza di polipi intestinali le indicazioni per lo screening cambiano:

  • con meno di tre polipi in fase adenomatosa la colonscopia è consigliata a 5 anni;
  • con più di tre polipi in fase adenomatosa od uno di dimensione maggiore di 10 mm o con displasia di alto grado, la colonscopia è consigliata 3 anni.

La colonscopia, dai 50 anni in avanti, andrebbe effettuata a cadenza regolare (sempre seguendo le indicazioni del proprio medico) quindi anche senza nessuna manifestazione sintomatica della patologia. Ma, in caso di familiarità con la patologia è opportuno anticipare la colonscopia già dai 40 anni. Sempre in termini di prevenzione, i fattori di rischio per lo sviluppo di polipi intestinali sono, oltre alla familiarità e all’età, anche un’alimentazione con un eccessivo apporto di grassi animali e di alcolici, una vita sedentaria e il fumo.

Specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva

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