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Polipi intestinali: diagnosi e tipologie

I polipi intestinali si manifestano soprattutto in persone di età superiore ai 40 anni. Si presentano come irregolarità della mucosa, il tessuto che riveste le pareti interne del colon e del retto. I polipi possono variare per forma, dimensione e modalità di crescita. Sebbene non tutti i polipi evolvano in tumori, la maggior parte delle neoplasie del colon-retto, la seconda forma di cancro più comune in Italia, deriva da polipi. Si stima che circa il 5% dei polipi possa evolversi in una forma maligna. Per questo motivo, durante la colonscopia è fondamentale caratterizzare i polipi e rimuovere quelli che presentano potenziale degenerativo. 

Ne parliamo con il professor Cesare Hassan, Capo Sezione Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e professore associato di Gastroenterologia presso Humanitas University

Polipi: tipologie e dimensioni

Grazie agli screening regolari e ai progressi tecnologici degli endoscopi, oggi è possibile identificare i polipi in modo precoce e, in alcuni casi, predirne il tipo. Tuttavia, la diagnosi certa e la caratterizzazione dei polipi avviene attraverso l’esame istologico al microscopio, motivo per cui è necessario asportare i polipi per poterli analizzare. L’uso dell’Intelligenza Artificiale (AI) durante la colonscopia aiuta l’endoscopista a identificare con maggiore facilità i polipi che potrebbero sfuggire all’occhio umano in fase iniziale o pre-cancerosa, permettendo la rimozione anche di polipi molto molto piccoli prima che diventino maligni. Studi recenti stimano che l’impiego dell’Intelligenza Artificiale abbia ridotto il rischio di errore del 50%. 

I polipi del colon-retto possono essere suddivisi per forma. L’85% dei polipi è sessile, ovvero ha una forma a cupola senza gambo. Il 13% è peduncolato, simile a un fungo con gambo attaccato alla parete intestinale. Solo il 2% dei polipi è piatto. La forma del polipo ne influenza la visibilità: i polipi peduncolati sono più facilmente individuabili rispetto a quelli piatti, che risultano più difficili da vedere e possono confondersi con la mucosa intestinale. Tuttavia, anche per i polipi piatti l’Intelligenza Artificiale ne facilita l’identificazione. Inoltre, la presenza di residui fecali può ostacolare la visualizzazione dei polipi, rendendo cruciale una preparazione intestinale accurata prima dell’esame. 

Le dimensioni dei polipi variano da pochi millimetri a oltre 30 mm. Più piccolo è il polipo, minore è il rischio che sia maligno. Polipi con dimensioni superiori a 20 mm hanno il 10% di probabilità in più di contenere cellule alterate o cancerogene. Queste cellule possono presentare diversi gradi di alterazione, dalla displasia lieve fino al tumore vero e proprio. La forma e le dimensioni dei polipi influenzano anche il metodo di rimozione: i polipi peduncolati possono essere generalmente rimossi in un’unica sessione, mentre i polipi sessili, soprattutto se di grandi dimensioni, potrebbero richiedere rimozioni più complesse. 

Adenoma di tipo convenzionale e polipi serrati: le differenze

Gli studi degli ultimi anni hanno evidenziato che il tumore del colon-retto può svilupparsi non solo dagli adenomi convenzionali, ma anche da un altro tipo di polipi, i polipi serrati sessili. Il 75% dei tumori del colon deriva da adenomi convenzionali, che possono essere di tipo tubulare o villoso, formati da cellule ghiandolari del colon. Il restante 25% dei tumori deriva dai polipi serrati, che appaiono come rilievi della mucosa di colore chiaro, con un bordo seghettato e coperti da un sottile strato di muco. La loro forma irregolare e la presenza del muco li rendono più difficili da individuare durante la colonscopia. 

I sintomi da non sottovalutare

I polipi del colon-retto spesso non presentano sintomi evidenti. Possono crescere per anni senza dare segni, manifestandosi solo quando raggiungono dimensioni considerevoli o si trasformano in tumore. In questi casi, i sintomi possono includere la presenza di sangue nelle feci, anemia da carenza di ferro o cambiamenti nelle abitudini intestinali e della defecazione. In presenza di sangue nelle feci, è fondamentale consultare un gastroenterologo specialista, poiché potrebbe essere indicativo di una neoplasia. Considerando la natura spesso asintomatica dei polipi, è raccomandato eseguire una colonscopia regolare dopo i 50 anni, secondo le indicazioni mediche. La colonscopia è l’unico esame in grado di identificare e rimuovere i polipi. Pur essendo un esame invasivo, l’uso di sedativi e analgesici oggi lo rende più confortevole per il paziente. 

Se c’è una storia familiare di tumore del colon-retto, è consigliato anticipare la prima colonscopia ai 40 anni. In questi casi, è necessaria una visita gastroenterologica specialistica per stabilire la frequenza dell’esame e l’eventuale necessità di ulteriori controlli.

In presenza di condizioni che impediscono l’esecuzione della colonscopia tradizionale, è possibile ricorrere alla colonscopia virtuale, che utilizza una TAC di ultima generazione per ottenere immagini dettagliate delle pareti intestinali. Questa procedura non richiede sedazione, ma non consente la rimozione dei polipi, quindi, in caso di esito positivo, è necessario effettuare anche una colonscopia tradizionale. 

Un altro esame utile per individuare i polipi è la ricerca del sangue occulto nelle feci, raccomandata ogni due anni per chi ha un’età compresa tra i 50 e i 75 anni. In caso di risultato positivo, sarà necessaria una colonscopia. 

In sintesi, la colonscopia resta lo strumento principale per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore del colon-retto, soprattutto nei soggetti a rischio. Grazie all’uso combinato di tecnologie avanzate, come l’Intelligenza Artificiale, è possibile migliorare l’efficacia degli screening e ridurre l’incidenza dei tumori.

Ultimo aggiornamento: Ottobre 2024
Data online: Novembre 2018

Specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva

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