Esiste una correlazione tra insorgenza del cancro e inquinamento atmosferico? Di questa relazione si sono occupati diversi studi, sia per quanto riguarda il tumore del polmone, sia per quanto riguarda altri tipi di cancro: lo smog e le polveri sottili sono infatti classificati come carcinogeni umani di tipo 1 dalla IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ed è appurata l’associazione tra infiammazione polmonare e inquinamento.
Ne parliamo con il dottor Luca Toschi, dell’Unità di Oncologia Medica – Polmone presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Perché l’inquinamento è un fattore di rischio per i tumori
L’inquinamento atmosferico è un fattore complesso da valutare, soprattutto in relazione a patologie con un’insorgenza lenta come quelle oncologiche. Quando infatti viene valutato il rapporto tra inquinamento e l’insorgenza di patologie in una determinata popolazione, si deve prendere in considerazione anche la presenza di altri fattori di rischio concomitanti, comportamentali (come il fumo di sigaretta e l’alimentazione), ambientali o genetici. In ogni caso è oggi appurato che l’inquinamento è estremamente pericoloso per la salute. Nell’inquinamento atmosferico, infatti, sono presenti sostanze (benzene, idrocarburi policiclici aromatici, ossidi di azoto e altre) che possono agire sul DNA delle cellule sane trasformandole in cellule cancerose.
L’inquinamento aumenta l’infiammazione dei polmoni. I polmoni delle persone che abitano in aree inquinate sono tendenzialmente più infiammati e le patologie infettive come le bronchiti tendono ad avere una guarigione più lenta, proprio perché l’inquinamento agisce mantenendo attivo lo stato infiammatorio. L’infiammazione stessa, inoltre, si associa allo sviluppo di cancro, in particolar modo se si cronicizza. Per quanto il legame tra inquinamento e tumori sia più difficile da dimostrare direttamente, anche per via dello sviluppo tendenzialmente lento delle patologie oncologiche e della multifattorialità che le caratterizza, dagli studi epidemiologici emerge in ogni caso un legame diretto tra polveri sottili e aumento del rischio di cancro. Le polveri sottili (o particolato) infatti, come dice il nome, entrano facilmente nell’organismo attraverso i polmoni e da lì nel circolo sanguigno.
Tra i tumori che risultano maggiormente associati all’inquinamento atmosferico ci sono tumore del polmone, tumore mammario, tumore della bocca e della gola, tumore della pelle non melanoma e tumore della prostata. Inoltre l’inquinamento, oltre alla possibilità di insorgenza di tumore, peggiora anche la prognosi di tumori già diagnosticati. L’impatto dello smog sul rischio associato alle patologie oncologiche è quindi importante, anche considerando il numero elevato di popolazione globale che vive in aree altamente inquinate.
Tumore del polmone e inquinamento: quale correlazione
Come abbiamo detto, le sostanze veicolate da un’aria inquinata si associano a un aumento dell’infiammazione dei polmoni e del rischio di insorgenza di carcinoma polmonare. Soprattutto il particolato, o polveri sottili, è considerato un fattore di rischio diretto per l’insorgenza di cancro del polmone anche per le persone che non hanno mai fumato.
Proprio in relazione al fumo di sigaretta bisogna però sottolineare che l’inquinamento atmosferico rappresenta un fattore di rischio di entità inferiore per lo sviluppo di tumore del polmone rispetto ad altri: primo fra tutti proprio il fumo, che è causa della maggior parte dei casi di carcinoma polmonare (dati OMS), mentre la percentuale direttamente associata allo smog è sensibilmente più bassa (dati Agenzia Europea per l’Ambiente). L’inquinamento atmosferico, inoltre, risulta principalmente associato all’insorgenza di adenocarcinoma, un tumore del polmone che, se diagnosticato allo stadio iniziale, ha una buona percentuale di possibilità di cura.
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