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La visita dermatologica per il controllo dei nei: quando farla

I nei (o nevi) sono delle formazioni pigmentate della pelle o delle mucose, derivanti da un anomalo sviluppo di melanociti, cellule presenti normalmente nella nostra pelle. Di solito, i nei appaiono come macchie circoscritte, di forma rotondeggiante od ovalare, piane o rilevate rispetto alla cute circostante. Possono presentare diverse dimensioni e colorazioni e possono modificarsi nel tempo. Alcuni cambiamenti sono innocui, mentre altri, che vanno a intaccare per esempio forma e dimensione, possono essere un campanello d’allarme.
Per questo è opportuno effettuare regolarmente delle visite di controllo dal dermatologo, in modo da individuare eventuali melanomi quando si trovano ancora in fase iniziale.

Ne parliamo con la dottoressa Alessandra Narcisi, dermatologa in Humanitas. 

Nevi: come sono fatti i tumori benigni della nostra pelle?

Conoscere i propri nei è importante: essere informati, infatti, è il primo passo da compiere per una prevenzione efficace. Dobbiamo dunque sapere che i nostri nei possono variare sia per forma, sia per dimensione, sia per colore. Un neo infatti può essere piatto, leggermente bombato o sporgere in modo sensibile dalla cute, può avere grandezze differenti e colorazioni che vanno dal rosa scuro al marrone scuro. 

Il 30% circa dei melanomi evolve da un neo pre-esistente, mentre il restante 70% si sviluppa “de novo”, ovvero in un punto della pelle ove precedentemente non era presente alcun neo. Se ai nostri occhi, nelle fasi iniziali, è ancora difficile notare la differenza tra un nevo e un melanoma, in occasione della visita dermatologica le caratteristiche che consentono allo specialista di evidenziare la presenza di un tumore maligno, o di un’evoluzione in senso sospetto, sono già evidenti. Quando, tuttavia, una lesione pigmentata cresce, oppure si modifica sensibilmente, è semplice anche per lo stesso paziente accorgersi di un campanello d’allarme: in quel caso è necessario contattare immediatamente lo specialista. 

I fattori di rischio

Ci sono alcuni fattori di rischio ben conosciuti per lo sviluppo di melanomi: sono persone che hanno oltre 100 nei, e persone con un fototipo chiaro (occhi azzurri/verdi, pelle chiara, tendenza alle scottature solari). In ogni caso, è bene che tutti i pazienti, indipendentemente dalla presenza di tali fattori di rischio, conoscano comunque le buone pratiche per ridurre la possibilità di insorgenza del melanoma e gli elementi da tenere in considerazione quando si controlla la propria pelle. 

Quali sono i fattori di rischio modificabili e, dunque, non legati alla genetica e alla familiarità, per il melanoma? Sicuramente rappresentano un pericolo per la nostra pelle le lampade UV, che sono assolutamente da sconsigliare. Anche la luce solare diretta è da evitare, dunque è importante utilizzare sempre una protezione solare con filtro alto (SPF 50 o più) e coprirsi nelle ore più calde con occhiali da sole, cappelli e abiti leggeri ma coprenti. Le scottature solari e la fotoesposizione intensa rappresentano dunque i principali fattori di rischio per lo sviluppo di tumori cutanei, a maggior ragione se tali eventi si verificano nelle prime fasi della vita (infanzia/adolescenza).

Nei: i segnali da non sottovalutare

Per riuscire a controllare le trasformazioni a cui vanno incontro i nei nel corso degli anni è bene seguire un regolare percorso di prevenzione, che vada oltre la quotidiana osservazione della propria pelle. Quest’ultima va comunque effettuata, tenendo conto della regola mnemonica “ABCDE” che permette di identificare una lesione pigmentata sospetta, che deve essere portata all’attenzione del dermatologo, senza attendere il controllo periodico.

asimmetria: bisogna prestare maggiormente attenzione se un nevo è asimmetrico.

bordi: se irregolari

colore: prestare attenzione al numero di colori della lesione; la presenza di più colori nell’ambito di uno stesso “neo” non deve essere sottovalutata

diametro: se superiore ai 6 mm 

evoluzione: se quello che ci sembra un neo si sviluppa troppo velocemente, dobbiamo considerarlo un campanello d’allarme.

La visita di controllo dei nei: un appuntamento con la prevenzione

Imparare a guardare il proprio corpo e controllare lo stato dei propri nei è importante, ma questo non significa che si possa fare a meno di effettuare le visite periodiche dallo specialista dermatologo. Raggiunta l’età adulta, ogni individuo dovrebbe sottoporsi a un controllo dermatologico una volta l’anno, a maggior ragione quando si parla di pazienti con elevati fattori di rischio (per i quali potrebbe eventualmente essere richiesto dallo specialista un follow up più stretto).

La visita, infatti, prevede un controllo tramite dermatoscopio (o microscopia in epiluminescenza): una speciale lente che consente allo specialista dermatologo di identificare la presenza di un melanoma o di un nevo fortemente atipico prima che questo sia riconoscibile a occhio nudo. Se riconosciuto nella sua fase iniziale, infatti, il melanoma è asportabile chirurgicamente, con un semplice intervento in regime ambulatoriale in anestesia locale. Diversamente, un melanoma avanzato può rappresentare un serio rischio per la salute del paziente con anche un’evoluzione in senso metastatico.

Se lo specialista lo riterrà necessario, in casi selezionati (pazienti con numerose lesioni, meritevoli di stretto monitoraggio) potrebbe essere richiesto un esame di secondo livello, la mappatura dei nei. Si tratta di un esame che consente di monitorare lo stato dei singoli nei acquisendo non solo le immagini macroscopiche, ma anche quelle dermoscopiche. L’esame consiste in un’osservazione di tutti i nei del corpo del paziente, su ambo i lati, tramite videodermatoscopio computerizzato, uno strumento a lente dotato di telecamera HD che, posizionato su ciascun neo, ne offre un’immagine dettagliata. Al termine dell’esame, le immagini vengono archiviate e successivamente sovrapposte a quelle estrapolate nelle visite successive, in modo tale da rendere evidente qualsiasi cambiamento clinicamente significativo o l’eventuale comparsa di una nuova lesione. 

Cosa fare se si rompe un neo?

Può accadere che un neo si rompa, magari a seguito di un trauma o di un brusco sfregamento. Contrariamente a quanto spesso si crede, un neo che si è rotto non presenta maggiori rischi di evolvere in melanoma di uno sano e non è, per questo, più pericoloso di un neo normale.
Non bisogna tuttavia prendere sotto gamba la rottura di un neo: eventuali sovra-infezioni della ferita, infatti, potrebbero nascondere il vero aspetto del neo, rendendone difficile la valutazione clinica e dermatoscopica. In ogni caso, un nevo traumatizzato deve essere comunque valutato dal dermatologo insieme a tutti gli altri nei, dopo  aver risolto il trauma (applicando, se ritenuto necessario dal curante, una crema antibiotica).

Dermatologia e Venereologia

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