La notizia è stata ripresa dai più importanti giornali del mondo, tra cui il “New York Times”. Nel caso di tumore della mammella, l’asportazione dei linfonodi malati dell’ascella non deve più essere lo standard di cura per tutte le pazienti. Si tratta di un implicito riconoscimento alla via italiana della cura, che dai tempi dell’intuizione del prof. Veronesi in poi ha sempre privilegiato un approccio poco invasivo e rispettoso dell’integrità della donna.

Dottor Tinterri, non si devono più asportare i linfonodi ascellari anche se il “sentinella” è malato?
“Diverse ricerche stanno effettivamente evidenziando che l’asportazione dei linfonodi ascellari quando il linfonodo sentinella è malato non aumenta la sopravvivenza, anche se gli standard attualmente consigliano di eseguire la dissezione ascellare. Molto spesso il linfonodo sentinella è l’unico malato nel tumore iniziale, andando a vedere le maggiori casistiche al mondo. Già da anni gli studi clinici che confrontano la sopravvivenza a distanza in gruppi di pazienti con carcinoma mammario sottoposti o meno a dissezione ascellare stanno evidenziano che non c’è un vantaggio. Il controllo locale della malattia è molto importante ma in questo caso, sempre valutando gli studi clinici, pare che le ricadute ascellari non rappresentino un rischio temibile. Certamente quando la malattia si presenta già con adenopatie ascellari sospette il discorso è diverso. Il vantaggio di questo ulteriore passo della chirurgia conservativa, di cui noi italiani rappresentiamo una delle migliori scuole al mondo, permette di preservare l’integrità dell’ascella; oltretutto si potrebbe evitare una operazione non strettamente necessaria, che non raramente lascia esiti permanenti asportando una parte importante del sistema immunitario (i linfonodi). Altri studi, alcuni con 10 anni di follow-up, sono ancora in corso per verificare questa possibilità. Attualmente già nella tipizzazione istopatologcia del tumore primitivo conosciamo la sua aggressività biologica per decidere quali terapie mediche far seguire alla chirurgia. Il futuro, quindi, è proprio capire definitivamente se non sia necessario rimuovere i linfonodi ascellari. Anche Humanitas sarà coinvolta a breve in una ricerca scientifica sull’argomento, entrando a far parte di un progetto senologico multicentrico lombardo, che partirà prossimamente, e affronterà questo problema”.
A cura di Lucrezia Zaccaria
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