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London-Milano: i bimbi di Ariel e i diari della motocicletta

Una maratona su due ruote da Londra a Milano e l’impegno di un amico della Fondazione. Ecco come seguirlo.

È lunga 1.262 chilometri la strada che separa Londra da Milano. E Simone Tiano la percorrerà in sette giorni in sella alla sua moto “Tommy”, per raccogliere fondi a favore della Fondazione Ariel, che assiste le famiglie con bambini affetti da Paralisi Cerebrale Infantile e disabilità neuromotorie. Non è la prima volta che Simone dedica il suo tempo e la sua creatività al mondo del no profit: da 5 anni, lavora a Londra nel campo dei charity shop, letteralmente “negozi di beneficenza” in cui gran parte del ricavato ottenuto dalla vendita di oggetti donati viene devoluto a organizzazioni caritatevoli e umanitarie. In questi “negozietti” viene venduta a prezzi irrisori una grande quantità di merce usata: dai vestiti alle scarpe, ai libri, ai giocattoli, ai vecchi dischi in vinile a fornitura varia. Insomma dei souvenir “vintage” che sanno di buono.

Simone parla di sè e della sua iniziativa. 

Simone, dove sei cresciuto? Quali sono i tuoi interessi?
“Sono nato il 22 marzo di 29 anni fa a Milano e sono cresciuto con mia mamma e i miei nonni a Rozzano, nel sud di Milano. Ho lasciato gli studi presto e nel 1997 ho intrapreso la mia prima esperienza nel campo del retail che procede tutt’ora. Interessi ne ho diversi ma nessuno approfondito: vivo la mia vita con estrema positività, senza lasciarmi influenzare da ciò che mi succede intorno. Questo mi permette di visualizzare tutte le difficoltà giornaliere dall’esterno e, di conseguenza, affrontare anche le situazioni più complicate”.

Cosa ti ha spinto ha lasciare l’Italia e quale lavoro hai svolto negli ultimi 5 anni trascorsi a Londra?
“Sono partito dall’Italia alla volta di Londra il 26 aprile del 2005 con un sogno da realizzare: quello di trovare un’idea in grado di colmare un sentimento d’insoddisfazione che provavo ai tempi. Quello che infatti facevo, da un alto mi piaceva, ma dall’altro mi dava la sensazione che potevo puntare a qualcosa di più significativo. Dove solo capire cosa e, soprattutto, come farlo”.

E così, una volta arrivato a Londra, hai conosciuto il mondo dei “charity shop”…
“Sì, e finalmente ho capito quale doveva essere la mia strada. Inizialmente ho lavorato come assistant manager, durante il periodo natalizio, per un’associazione chiamata “CARDS FOR GOOD CAUSES”. Al termine del contratto, spinto dalla voglia di continuare a lavorare per una “buona causa”, ho trovato occupazione presso la “BRITISH HEART FOUNDATION”, fondazione per la ricerca e prevenzione delle malattie del cuore. Per loro ho lavorato poco più di 3 anni come shop manager nel negozio di Hammersmith, per passare, infine, al “TRINITY HOSPICE”, in Fulham, sempre come manager. È con loro chiuderò questa mia meravigliosa esperienza inglese: l’atmosfera che si vive lavorando a fianco dei volontari e’ qualcosa di indescrivibile”.

Oltre al tuo lavoro davvero speciale, cosa ti mancherà più di Londra?
“Sicuramente, in primis, la mia metà, Marian, che però fortunatamente si trasferirà a Milano nei prossimi due anni. Inoltre mi mancheranno tutte le splendide persone che ho avuto modo di conoscere in questi anni, le mie routine, i parchi e il verde della City. Spero di essere abbastanza impegnato in Italia da non avere problemi di nostalgia, anche se del resto, Londra, è solo a 2 ore di volo”.

Passiamo alla speciale iniziativa di raccolta fondi in favore della Fondazione Ariel. Come è nata quest’idea?
“Una sera ero in chat con un vecchio e buon amico e spiegavo che avevo intenzione di rientrare in Italia e che in qualche modo volevo organizzare un rientro un po’ speciale: volevo chiudere in bellezza questi 5 anni spesi nel settore della charity. E così, questo mio amico mi parla della Fondazione Ariel e della sua missione che mi ha subito colpito. Ho abbracciato subito la causa di Ariel e del suo sostegno alle famiglie con bambini disabili. Come la mia mamma mi ha sempre insegnato, i bambini sono il futuro e quindi bisogna sforzarsi per fare in modo che domani sia il migliore possibile per loro. Io cerco di farlo, usando la mia fantasia e la mia creatività per inventare nuovi modi per raccogliere fondi che supportino la causa”.

Chi è il tuo maggiore sostenitore?
“Senza dubbio il primo grande supporter è Dio che mi seguirà durante tutto il viaggio. Devo inoltre molto al sostegno della mia mamma Laura, dei miei nonni e gli zii, della mia ragazza Marian, dei miei più cari amici Franco, Deanna, Ale e Viky e Antonio, di tutti i volontari del negozio e del gruppo Arci Groove di Vallemabrosia…insomma, un gran bel team, e io li abbraccio tutti. Infine, ringrazio i già oltre 200 sostenitori che mi seguono con affetto sul gruppo di Facebook “London-Milano via Ariel”.

La partenza da Londra verso Milano è fissata per il 31 maggio. Hai già pianificato il tuo viaggio? Cosa non mancherà nella tua valigia?
“Al momento la prima tappa certa è Dover, da dove traghetterò fino a Calais. Una volta arrivato in Francia, avrò bisogno di una buona dose di spirito d’iniziativa e d’intuizione. Avrò comunque un navigatore satellitare che mi terrà sulla “retta via”! Porterò con me una videocamera per immortalare alcuni spezzoni del viaggio e il mio laptop con il quale potrò tenere aggiornati tutti i membri del gruppo su Facebook “London-Milano via Ariel”. Presumo che mi porterò anche un sacco a pelo in quanto non ho ancora definito dove stare. Il viaggio durerà una settimana, anche perché, viaggiando in moto sarò limitato nelle strade che potrò percorrere. La mia avventura si concluderà presso la sede operativa della Fondazione Ariel (via Sardegna, 7 Fizzonasco Pieve Manuale – MI) dove ad attendermi ci saranno amici, parenti e lo staff di Ariel al completo. Immagino che sarà il momento migliore per aprire una bella bottiglia di vino, possibilmente italiano, per festeggiare”.

Parliamo di “Tommy”, la tua fedele motocicletta che ti accompagnerà durante tutto il viaggio.
“Tommy è uno scooter di produzione cinese, 125cc, nero con delle cromature. Assomiglia un po’ a una vespa con la parte posteriore un po’ allungata a coda e il manubrio di un chopper: insomma, è davvero un gioiellino. Che dire, quando lo cavalco mi sento un po’ come Nicholas Cage in “Ghost Rider”! Come moto è abbastanza giovane (l’ho acquistata nel 2008) ma al momento è in ogni caso dal meccanico per fare un bel check-up per essere pronto ai 1200 Km che dovrà affrontare”.

Quali sono i tuoi progetti una volta tornato in Italia?

“Per quando torno in Italia ho mille progetti, diversi dei quali nel campo del fundraising per associazioni benefiche e anche qualcuno personale. Spero che questa iniziativa in favore di Ariel abbia un buon successo e in qualche modo spero di avere la possibilità di organizzare tante altre attività di raccolta fondi per questa Fondazione. La mia missione sarà quella di dedicarmi a migliorare ciò che mi circonda. Per me sarà già un gran traguardo riuscire ad attirare l’attenzione di pochi e che quei pochi facciano altrettanto per diventare molti. Insieme possiamo fare la differenza”,

Per poter aiutare Simone a “fare la differenza” basta semplicemente effettuate una donazione alla Fondazione Ariel tramite bollettino postale (n. 50196591) o bonifico bancario (IBAN IT07M0838633680000000410111), indicando come causale “LONDON – MILANO VIA ARIEL”. È inoltre attivo il pulsante di donazione online tramite Paypal presente nella pagina della Fondazione Ariel su Facebook.

A cura della Redazione

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