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Disturbo ossessivo compulsivo: i sintomi e da cosa nasce

Può essere esperienza comune quella di avere, nel corso della propria vita, pensieri che si manifestano come “manie o fissazioni”: dal chiederci se abbiamo chiuso la porta di casa prima di uscire, al dover sistemare alcune cose in un determinato modo, alla ritualità scaramantica di alcune occasioni.

Se la loro presenza è discreta e non inficia la vita quotidiana, non destano preoccupazione. Tuttavia, quando queste “fisse” diventano frequenti e pervasive, al punto da avere un impatto negativo sullo svolgimento delle attività di tutti i giorni, rappresentano una patologia psichiatrica: il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC). 

Solitamente, il disturbo inizia durante l’adolescenza in modo graduale, anche se si osserva che i maschi tendono ad avere un esordio più precoce rispetto alle femmine, ma non sono state riscontrate differenze significative tra i sessi.

Quali sono i sintomi e da cosa nasce questo disturbo?

Ne parliamo con la dottoressa Paola Mosini, psicologa e psicoterapeuta di Humanitas PsicoCare.

Disturbo Ossessivo Compulsivo: i sintomi

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è caratterizzato da:

  • ossessioni: si tratta di pensieri intrusivi, ricorrenti e immagini mentali che causano una profonda incertezza e ansia;
  • compulsioni (o rituali): sono comportamenti, sia fisici, sia mentali, messi in atto per ridurre l’ansia generata dalle ossessioni.

Questo crea un circolo vizioso pericoloso dal quale può essere difficile uscire.

Il DOC è un disturbo con una vasta gamma di manifestazioni cliniche. Nonostante le persone che ricevono questa diagnosi possano presentare pensieri e comportamenti apparentemente diversi tra loro, condividono il meccanismo di base: l’interazione tra ossessioni e compulsioni.

Nella letteratura sono presenti diversi studi che hanno cercato di classificare i sottotipi del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). I contenuti ossessivi più comuni e principali includono:

  • contaminazione
  • ordine/simmetria e precisione
  • pensieri aggressivi
  • contenuti sessuali/religiosi/morali
  • preoccupazioni somatiche
  • accumulo
  • paure superstiziose (pensiero magico)

Le tipologie di compulsioni, invece, possono essere le seguenti:

  • lavaggio
  • riordino
  • controllo e richieste di rassicurazioni di vario tipo
  • ripetizione di azioni
  • conteggi
  • accumulo

Durante il corso della vita, i pazienti possono affrontare gli stessi dubbi (che possono manifestarsi anche in situazioni diverse) o sperimentare tipologie diverse di contenuti ossessivi.

Disturbo Ossessivo Compulsivo: i comportamenti della persona che ne soffre

Le persone con Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), nel tentativo di gestire i loro pensieri, possono sviluppare rituali estremamente complessi e rigide regole da seguire in modo obbligato. Ad esempio, possono sentirsi costretti a lavarsi le mani un numero eccessivo di volte o a controllare ripetutamente se hanno chiuso il gas. Alcuni arrivano persino a dubitare dei loro sensi e della loro memoria, vivendo l’angoscia di aver investito qualcuno involontariamente o di aver messo il gatto in lavatrice.

Questi dubbi, talvolta eccentrici, vengono vissuti dalle persone con estrema angoscia. Un altro aspetto caratteristico di questo disturbo è il bisogno di perfezione. Le persone affette da DOC possono dedicare ore a riordinare una stanza o a prepararsi per un compito scolastico, ossessionate dal desiderio di trascrivere libri e appunti in modo impeccabile per ottenere un risultato eccellente. Tuttavia, l’eccessiva ricerca della perfezione non garantisce necessariamente buoni risultati e questi comportamenti possono rendere impossibile rispettare le scadenze e compromettere il proprio lavoro.

L’incertezza, i dubbi e l’iper-responsabilità rendono difficile prendere qualsiasi decisione, intrappolando i pazienti non solo nei sintomi strettamente legati al disturbo (“Quante volte devo lavarmi le mani dopo aver toccato la maniglia del bagno dell’ufficio?”), ma anche nelle scelte di vita e nell’organizzazione del tempo e delle giornate.

Tuttavia, spesso queste persone si sentono esauste a causa dei lunghi rituali che devono compiere per gestire l’ansia e cercano quindi di evitare situazioni che potrebbero scatenarli, senza rendersi conto che in realtà aggravano il loro quadro clinico.

Disturbo Ossessivo Compulsivo: da cosa nasce

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) ha una eziologia complessa e multifattoriale, non può essere attribuito a una singola causa. Numerosi studi scientifici hanno esplorato gli aspetti genetici, neurobiologici e immunologici legati al disturbo.

È stato ampiamente accertato che avere genitori o altri membri della famiglia affetti da DOC aumenta il rischio di svilupparlo. Inoltre, la ricerca evidenzia che il disturbo può essere più comune tra le persone che hanno vissuto eventi avversi come bullismo, abusi, violenze, traumi o lutti non elaborati.

Infine, possono contribuire alla genesi del disturbo elementi come:

  • aver ricevuto un’educazione estremamente severa;
  • possedere una personalità ansiosa;
  • essere meticolosi;
  • avere un approccio particolarmente metodico o un forte senso di responsabilità verso se stessi o gli altri.

In definitiva, il Disturbo Ossessivo-Compulsivo si sviluppa attraverso un insieme complesso di fattori, sia di natura genetica che ambientale, che interagiscono nel determinare la sua manifestazione.

Come curare il Disturbo Ossessivo Compulsivo?

Il trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) di solito richiede un approccio terapeutico combinato, che comprende sia l’uso di farmaci che interventi psicoterapeutici, in particolare la psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Dal punto di vista farmacologico, la terapia iniziale coinvolge l’uso di antidepressivi (come gli SSRI, SNRI e triciclici), che di solito richiedono da 3 a 4 settimane per manifestare i primi effetti terapeutici.

La terapia cognitivo-comportamentale è il trattamento che ha dimostrato maggiore efficacia ed è quindi la scelta preferita. Si basa su tecniche di esposizione e prevenzione della risposta, finalizzate a gestire i rituali compulsivi, e su interventi mirati alle credenze disfunzionali.

Un approccio terapeutico adeguato può davvero migliorare la qualità di vita delle persone affette da questo disturbo, offrendo loro la possibilità di gestire i sintomi e di recuperare il benessere psicologico.

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