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Che cos’è la presbiopia? Il professor Vinciguerra su Rai Uno

La presbiopia è una patologia degenerativa che si caratterizza per la perdita della capacità dell’occhio di mettere a fuoco sia da lontano sia da vicino e può presentarsi anche con cefalea e perdita di attenzione.

Come ha spiegato il professor Paolo Vinciguerra, Responsabile di Humanitas Centro oculistico, ospite in studio a “Buono a sapersi” su Rai Uno: “Questo si verifica per la perdita di elasticità del cristallino, una lente presente all’interno dell’occhio dotata di una capacità elastica e di movimento che garantisce appunto una buona visione. In presenza di presbiopia, il cristallino diventa rigido e pur sollecitato non cambia forma e abbiamo così una sola posizione in cui il fuoco è preciso. La presbiopia può poi degenerare in cataratta e quando il cristallino diventa catarattoso si gonfia e può indurre miopia”.

I fattori di rischio

“La presbiopia ha una strettissima relazione con l’età, la più frequente linea di passaggio sono i 45 anni; è bene sottolineare che in presenza di un difetto della vista non corretto e che è stato compensato dal cristallino, la presbiopia può insorgere anche prima. Sono poi più a rischio gli uomini e altri fattori che favoriscono l’invecchiamento del cristallino sono, per esempio, il fumo, l’esposizione alle radiazioni e il diabete.

Lenti correttive e chirurgia

“In presenza di questi segnali è bene rivolgersi all’oculista che confermerà eventualmente la diagnosi e indirizzerà al trattamento più appropriato. Per la presbiopia si può ricorrere a lenti correttive oppure alla chirurgia in differenti classi di età.

Alle prime avvisaglie non è sempre necessario prescrivere al paziente gli occhiali: esercitare infatti la messa a fuoco contribuisce a mantenere il cristallino più elastico, oltre un certo limite però si tratta di sola fatica senza alcun vantaggio e dunque occorre indossare lenti correttive appropriate.

Per quanto riguarda la chirurgia invece, la chirurgia sulla cornea è un compromesso: riduce la presbiopia ma non ottiene mai la massima prestazione che l’occhio può dare; la chirurgia del cristallino, cui si ricorre in presenza di altre patologie come la cataratta, prevede l’inserimento di un cristallino che corregge sia la visione da lontano sia quella da vicino”, ha specificato il prof. Vinciguerra.

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