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Colangiocarcinoma: sintomi, diagnosi e terapia 

Il colangiocarcinoma è il secondo più comune tumore primitivo del fegato. Si tratta di un tumore particolarmente insidioso, che si sviluppa nei colangiociti (le cellule dei dotti biliari tra il fegato e l’intestino) per poi andare a intaccare l’organo al suo interno (colangiocarcinoma intraepatico), o al suo esterno (colangiocarcinoma extraepatico e della colecisti).

Trattandosi di una forma di tumore piuttosto rara, dalle cause ancora incerte e con sintomi molto vaghi, i dati che abbiamo ad oggi a disposizione sulla sua biologia sono scarsi ed è fondamentale un approccio multidisciplinare nel trattamento della patologia. Per questo motivo, investire nella Ricerca e nella prevenzione e fornire ai pazienti informazioni corrette e aggiornate è particolarmente importante e può fare la differenza.

Ne parliamo con la professoressa Lorenza Rimassa, Vice Responsabile di Oncologia Medica di Humanitas e docente di Humanitas University.

Ittero e colangite: i sintomi del colangiocarcinoma

L’incidenza del colangiocarcinoma è in continuo aumento e sono pochi i pazienti su cui le cure hanno un esito risolutivo. Questa situazione è determinata in particolar modo da due fattori: la vaghezza dei sintomi iniziali, che implica il rischio di attribuirli ad altre patologie, e lassenza di criteri diagnostici specifici

Il processo di diagnosi dunque, richiede un livello di sospetto della malattia molto alto e un approccio multidisciplinare che vede il coinvolgimento di diverse figure professionali: dal medico di base e dal gastroenterologo, i primi a entrare in contatto con il paziente, al chirurgo e all’oncologo, che verranno coinvolti successivamente.

Negli stadi iniziali del tumore è possibile che il paziente sia asintomatico, mentre spesso sintomi più definiti compaiono quando il tumore è in fase avanzata. In caso di colangiocarcinoma intraepatico si possono avvertire disturbi come dolore addominale, perdita di peso, nausea, malessere: per questo motivo la diagnosi è accidentale nel 20-25% dei casi. In caso di colangiocarcinoma extraepatico il 90% dei pazienti si presenta dallo specialista con ittero senza dolore e solo nel 10% dei casi si hanno sintomi riferibili a colangite, come dolore e febbre.

Gli esami per la diagnosi

La diagnosi, come abbiamo detto, avviene spesso tardivamente quando  l’intervento chirurgico non è indicato. Quando il tumore è in stadio avanzato, dunque, l’indicazione è alla chemioterapia, un trattamento che non è risolutivo ma contribuisce a controllare l’evoluzione della malattia.

Il paziente affetto da colangiocarcinoma, all’inizio del suo percorso di diagnosi, si troverà ad affrontare una serie di esami, utili anche per la stadiazione del tumore. Parliamo di ecografia, TAC torace e addome e risonanza magnetica per valutare lo stato del fegato. Possono inoltre venire richieste ulteriori indagini per escludere o confermare la presenza di metastasi, mentre sono sempre necessari gli esami di funzionalità epatica, così come la valutazione chirurgica e la biopsia per accertamento istologico.

Come si cura il colangiocarcinoma?

A oggi, i pazienti su cui è possibile agire chirurgicamente sono solo il 25%, ma l’operazione, se effettuata su una malattia in stadio iniziale, può avere esito risolutivo. In molti casi per migliorare i risultati della chirurgia dopo l’intervento verrà indicata una chemioterapia precauzionale. Sfortunatamente, circa il 70% dei pazienti presenta alla diagnosi un tumore in fase avanzata dove il trattamento deve essere di tipo medico sistemico. Oggi, dunque, l’indicazione è alla chemioterapia ma i recenti risultati di studi clinici hanno evidenziato l’efficacia di alcuni farmaci a bersaglio molecolare per alcuni specifici tipi di colangiocarcinoma e quindi vi saranno in futuro a disposizione farmaci diversi dalla chemioterapia da potere utilizzare nella pratica clinica.

Fondamentali i Centri di riferimento

Quando si parla di colangiocarcinoma, insomma, bisogna sempre ricordarsi che si tratta di un tumore che negli stadi iniziali spesso non presenta sintomi specifici e, che può essere confuso con altre malattie, altri tumori del fegato o con metastasi epatiche da altri tumori, e, per questo, è spesso diagnosticato in fase avanzata quando la prognosi è sfavorevole. 

È dunque fondamentale che i pazienti siano seguiti presso i Centri di riferimento e che l’approccio sia multidisciplinare: il colangiocarcinoma infatti è una patologia complessa, le cui forme differiscono le une dalle altre, e che necessita della collaborazione di diversi specialisti, come epatologi, chirurghi, oncologi, radiologi, radiologi interventisti, radioterapisti. In Humanitas offriamo ai nostri pazienti un team multidisciplinare in grado di gestire il paziente in maniera organica e completa.

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