L’obesità è una patologia cronica, progressiva e recidivante e per tale motivo deve essere seguita e trattata in maniera continua, teoricamente per tutta la vita; necessita l’intervento combinato su alimentazione, stile di vita ed esercizio fisico. È possibile, in alcuni casi, associare a questi interventi anche una terapia farmacologica con diversi farmaci, tra cui gli agonisti del recettore GLP-1 e i dual-agonist (GLP-1/GIP-RA) e altri farmaci quali bupropione e naltrexone. Esistono forme rare di obesità in cui il trattamento farmacologico avviene con setmelanotide e/o metreleptina.
Bisogna però considerare che i farmaci, da soli, non possono essere efficaci per affrontare la malattia. Le terapie farmacologiche per l’obesità non vanno quindi interpretate come una soluzione rapida per perdere peso, ma come un elemento all’interno di una strategia globale di intervento sulla patologia. Tant’è vero che alcuni di questi farmaci si dimostrano particolarmente efficaci nel curare alcune patologie che caratterizzano l’obesità quali l’OSAS, lo scompenso cardiaco, la patologia ischemica miocardica, l’osteoartrite e la steatosi epatica (MASH).
Ne parliamo con il professor Roberto Vettor, direttore scientifico del Centro Malattie del Metabolismo e della Nutrizione dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano.
I farmaci contro l’obesità
La terapia farmacologica dell’obesità e delle sue complicanze rappresenta una rivoluzione terapeutica. I farmaci agonisti del recettore del GLP-1 e i cosiddetti dual-agonist diretti verso il recettore del GLP-1 e del GIP sono particolarmente efficaci.
I farmaci al momento disponibili sono:
- Orlistat: bloccando l’azione della lipasi pancreatica, diminuisce la digestione e l’assorbimento dei trigliceridi
- Semaglutide: come coadiuvante della dieta e nell’esercizio fisico in persone adulte con obesità o sovrappeso e in caso di malattia cardiovascolare associata a entrambe le condizioni.
- Liraglutide: per la gestione cronica del peso in aggiunta alla dieta e all’esercizio fisico nelle persone adulte con obesità o sovrappeso, in presenza di condizioni come ipertensione, dislipidemia, diabete di tipo 2.
- Tirzepatide: come coadiuvante di una dieta ipocalorica e di attività fisica nella gestione cronica del peso nelle persone con obesità o sovrappeso in presenza di ipertensione, dislipidemia, diabete di tipo 2, OSAS o malattie cardiovascolari.
- Setmelanotide: per la terapia dell’obesità causata da alterazioni genetiche riguardanti il gene della proopiomelanocortina (POMC), della proproteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 1 (PCSK1), e del recettore della leptina [LEPR]).
- Bupropione e naltrexone: con azione sinergica e combinata dei due farmaci.
- Metreleptina: che normalmente viene utilizzata per il deficit di leptina o per le lipodistrofie.
Perché è importante farsi seguire da uno specialista
L’obesità richiede un intervento multidisciplinare, ed è fondamentale che il team di specialisti coinvolti sia esperto nella gestione di questa patologia. Anche la prescrizione di terapie farmacologiche deve rispettare le linee guida delle società scientifiche ed essere personalizzata in base alle specifiche esigenze di ciascun paziente.
Un esperto in medicina dell’obesità può individuare il trattamento più efficace, informare il paziente sugli eventuali effetti collaterali e valutare il dosaggio più adeguato, regolando la terapia in funzione delle esigenze cliniche. Poiché si tratta di un trattamento a lungo termine, le esigenze possono variare nel tempo. La perdita di massa magra, l’insorgenza di effetti collaterali gastrointestinali o di altra natura devono sempre essere monitorate e valutate dal professionista, al fine di garantire un approccio sicuro ed efficace.
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