Se già dopo i 60 anni la cataratta è frequente, dopo aver spento 75 candeline ne soffrono ben 95 anziani su cento. Ma di cosa si tratta esattamente? “La cataratta non è altro che l’opacizzazione del cristallino – risponde il dottor Marco Gramigna, specialista di Humanitas Centro Oculistico -, cioè della lente che all’interno dell’occhio ha la funzione di mettere a fuoco le immagini da proiettare sulla retina. A provocarla, nella stragrande maggioranza dei casi, è l’invecchiamento che fa aggregare tra loro le proteine del cristallino e soprattutto le espone a processi di ossidazione, come se arrugginissero.
Per questo un’alimentazione sana e ricca di frutta e verdura può contribuire a prevenire il fenomeno, che è favorito anche dall’esposizione prolungata ai raggi ultra violetti, dal diabete, dal fumo. Ed ecco perché è importante anche usare sempre gli occhiali da sole, tenere sotto controllo la glicemia ed evitare di fumare”. Nel 5% dei casi, tuttavia, la cataratta compare in persone più giovani: in questi casi la malattia può essere congenita o essere causata da farmaci, traumi o malattie.
Quali sono i sintomi della cataratta?
Il sintomo più comune è l’annebbiamento progressivo della vista, cui possono associarsi altri segni come un abbagliamento alla luce frontale, un curioso iniziale miglioramento della vista, specialmente da vicino, e talvolta uno sdoppiamento dell’immagine nella visione con un solo occhio. “Anche in assenza di questi disturbi è bene tuttavia, dopo i 60 anni, sottoporsi a un controllo periodico dall’oculista – raccomanda il dottor Gramigna -, che potrà facilmente diagnosticare la malattia esaminando l’occhio con gli strumenti adatti”.
Come si cura la cataratta?
L’unico trattamento attualmente disponibile è la chirurgia. L’intervento consiste nell’asportazione della porzione opacata del cristallino e nell’impianto di una lente sostitutiva di materiale plastico (cristallino artificiale o IOL, Intra Ocular Lens). È un intervento eseguito con microscopio operatorio, in anestesia locale, semplicemente con gocce di collirio anestetico.
L’operazione è indolore, dura 15-20 minuti e richiede una sufficiente collaborazione del paziente. Nella stragrande maggioranza dei casi non sono necessari punti di sutura. L’occhio resta protetto un solo giorno e già dopo alcuni giorni si ha un sufficiente recupero visivo, che è completo dopo 10-15 giorni. Dopo un tempo variabile da mesi ad anni è possibile che si verifichi l’opacizzazione della capsula, che viene volutamente lasciata per alloggiare il cristallino artificiale (cataratta secondaria). “In questi casi – conclude l’esperto – un veloce trattamento ambulatoriale, in anestesia locale, indolore, con uno specifico laser (YAG laser) risolve il problema definitivamente”.
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