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Anche Humanitas tra le strutture ospedaliere con i Bollini Rosa per i percorsi di oncologia ginecologica

Anche l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano fa parte delle 40 strutture ospedaliere con i Bollini Rosa, riconosciuti agli istituti che eccellono nell’ambito dell’oncologia ginecologica per l’approccio multidisciplinare, l’alta specializzazione e l’assistenza personalizzata alle pazienti con tumore all’endometrio e con tumore all’ovaio.

È quanto emerso dalla mappatura dei “Percorsi di Oncologia ginecologica a misura di donna” effettuata da Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere. 

Il tumore all’ovaio e il tumore all’endometrio hanno infatti un impatto traumatico sulle vite delle persone che ne sono interessate, il momento della diagnosi e della presa in carico può rivelarsi particolarmente disorientante ed è per questo necessario un intervento chiaro e qualitativamente completo da parte delle strutture sanitarie. 

L’indagine sui percorsi di oncologia ginecologica

“Siamo molto felici di questo riconoscimento che premia non solo la qualità medico-chirurgica ma che tiene anche conto della soddisfazione delle pazienti, un aspetto che ci sta molto a cuore”, commenta il dottor Domenico Vitobello, Responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia di Humanitas. “Questo riconoscimento è frutto del grande lavoro di tutto il team multidisciplinare clinico e assistenziale, ma non solo, anche di tutti coloro che si occupano della presa in carico delle nostre pazienti”.

I risultati dell’indagine di Fondazione Onda, che ha coinvolto 130 ospedali sul territorio nazionale che hanno proposto la propria candidatura mediante un questionario online di 28 domande, hanno infatti permesso la valutazione dei diversi tipi di servizio necessari per garantire una presa in carico ottimale della paziente con tumore all’ovaio e all’endometrio.

L’indagine ha riguardato anche il soddisfacimento delle pazienti e ha compreso la presa in carico globale, dalla diagnosi, al percorso di cura, al follow-up: sono stati così valorizzati quegli istituti ospedalieri che si sono distinti per personalizzazione e umanizzazione dell’assistenza. 

L’impatto sulla qualità della vita dei tumori ginecologici

Obiettivo della ricerca di Fondazione Onda è stato ricostruire il “patient journey” delle pazienti, sia nelle varie tappe, dalla diagnosi al follow-up post-chirurgico, sia esplorando il loro vissuto e l’impatto della patologia sulla vita quotidiana. Il tumore dell’endometrio e il tumore dell’ovaio irrompono nella vita delle pazienti con un impatto davvero drammatico, che stravolge le abitudini, la vita di tutti i giorni, le relazioni con gli altri fino a compromettere la percezione della propria identità sfociando in stati depressivi severi.

È stato infatti messo in evidenza come la presenza di queste patologie abbia un’influenza pervasiva nella vita di tutti i giorni e si associ a stati di angoscia e ansia che portano la persona a perdere di vista la propria identità e ad avere problematiche relazionali con l’esterno. Disturbi emotivi che dipendono dalle trasformazioni della vita quotidiana, che comprende molte più limitazioni rispetto a quella precedente la diagnosi, e che portano le pazienti ad avere una percezione negativa di sé e a sperimentare un senso di solitudine e distacco dalle altre persone. A seguito dell’isterectomia o dell’ovariectomia, la trasformazione investe anche la sfera fisica e molte donne avvertono un sentimento di mutilazione e perdita della propria femminilità, con ripercussioni sulla vita sessuale e di coppia. Un altro ambito su cui queste patologie impattano è il mondo del lavoro: terapie e possibili effetti collaterali possono portare a un ridimensionamento dell’impegno lavorativo, con una conseguente dipendenza economica dalla famiglia o dal partner, che può essere per la paziente complicata da accettare. 

Uno studio Humanitas per la diagnosi precoce del tumore all’ovaio

Il tumore all’endometrio, pur trattandosi di una patologia comune, è ancora relativamente poco conosciuto tra la popolazione e spesso alle pazienti manca una corretta informazione sulla malattia. Per contro, il tumore all’ovaio, su cui c’è una maggiore informazione, è un tumore raro, con un esordio insidioso che viene scoperto quando già in atto, poiché non si hanno, oggi, metodi di screening adatti per tracciarne anticipatamente l’insorgenza. 

È in corso tuttavia un promettente studio portato avanti dai ricercatori Humanitas, guidati dal professor Maurizio D’Incalci, responsabile del laboratorio di Farmacologia antitumorale di Humanitas e docente di Humanitas University, e dal dottor Sergio Marchini, responsabile del Laboratorio di Farmacologia Molecolare e dell’Unità Genomica di Humanitas. Lo studio ha infatti individuato tre diverse tipologie di alterazioni strutturali che definiscono una differente prognosi per le pazienti con carcinoma ovarico al primo stadio: una Ricerca di importanza fondamentale, che potrebbe migliorare in futuro diagnosi e terapia per il tumore all’ovaio.

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