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Sarcoma sinoviale, la cura è multidisciplinare

Il sarcoma sinoviale è un tumore raro, che colpisce molto spesso i giovani. Raro, ma non incurabile, se la diagnosi non è tardiva, ci sono buone possibilità di guarigione. Ne abbiamo parlato con il dottor Armando Santoro, che oltre ad essere direttore di Humanitas Cancer Center è anche membro dell’Italian Sarcoma Group ed autore di numerose pubblicazioni sui sarcomi.

 

Quali accorgimenti sono utili nella diagnosi del sarcoma sinoviale?

Come per molti altri tumori, è importante che il sarcoma sinoviale sia diagnosticato precocemente. Una diagnosi precisa si ottiene attraverso la biopsia, fondamentale per definire l’esatta tipologia e il grado di aggressività della malattia. Nella maggioranza dei casi i sarcomi non provocano sintomi facilmente riconoscibili, almeno fino a quando la massa tumorale, crescendo di volume, provoca dolore o sintomi da compressione di organi e tessuti circostanti e questo purtroppo causa spesso un ritardo nella diagnosi. Il sarcoma sinoviale è una delle moltissime varianti dei sarcomi dei tessuti molli, tumori che si manifestano soprattutto negli arti e nel tronco, più raramente in organi quali stomaco, rene, vescica, utero e mammella. Per quasi tutti i sarcomi il migliore approccio terapeutico è la chirurgia. È fondamentale, infatti, che il tumore venga rimosso completamente, con margini di resezione nel tessuto sano. È importante preservare il più possibile la funzionalità dell’organo, soprattutto quando il sarcoma si sviluppa negli arti. Quando sono presenti masse molto voluminose che infiltrano gli organi vicini, l’intervento viene preceduto da un trattamento preoperatorio per ridurre la massa tumorale facilitandone la successiva asportazione.

 

Cosa succede dopo l’intervento chirurgico?

Dopo l’intervento di rimozione del tumore, viene effettuata quasi sempre la radioterapia a livello locale, a meno che gli esami non evidenzino che la malattia è superficiale e scarsamente aggressiva. Più rara e riservata alle forme molto aggressive è invece la chemioterapia precauzionale postoperatoria, utile a ridurre il rischio di recidive. Nelle forme metastatiche, così come nelle recidive locali, un ulteriore intervento chirurgico, se radicale, permette la guarigione definitiva in circa un terzo dei casi. In alcune forme a bassa malignità, quali il liposarcoma retroperitoneale, può essere necessario effettuare ripetuti interventi di asportazione delle recidive.

Come si può vincere il sarcoma sinoviale?

Un approccio interdisciplinare da parte di équipe mediche altamente specializzate è il vero elemento vincente nella cura dei sarcomi. Come accade sempre, l’esperienza è fondamentale, sia per l’abilità dei chirurghi che per le decisioni che questi devono prendere. Affidarsi a un centro di riferimento, che conosca bene questi tumori rari, è molto importante. Le probabilità di guarigione, soprattutto nelle forme che interessano gli arti, superano il 70% dei casi. Anche i pazienti che non ottengono una remissione definitiva hanno buone prospettive di sopravvivenza a lungo termine, se il sarcoma sinoviale viene individuato rapidamente e trattato in modo opportuno.

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