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Feto e cervello: i collegamenti del primo sviluppo con le malattie in età adulta

Quello che accade durante il primissimo periodo di formazione della corteccia cerebrale nel feto, può offrire risposte sull’insorgenza di malattie nell’età adulta. Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Simona Lodato, Responsabile del Laboratorio di Neurosviluppo in Humanitas e ricercatrice di Humanitas University, membro di una rete europea di neuroscienziati.

Neuroni del feto e malattie neurologiche nell’adulto

I neuroni, che costituiscono gli elementi di base (i “building blocks”) della corteccia cerebrale di un individuo adulto, sono quasi esclusivamente generati durante la vita fetale. Esiste un legame tra tutto quello che può succedere durante le prime fasi dello sviluppo della corteccia cerebrale, e del cervello in generale, e la possibile insorgenza di malattie neurologiche non soltanto caratteristiche dell’infanzia ma anche dell’età adulta. Il sistema nervoso presenta ancora diversi aspetti da capire e la ricerca continua, alla scoperta di meccanismi e collegamenti che portino risposte a interrogativi e strumenti di prevenzione e cura di patologie. 

Circuiti sbilanciati alla base di alcune malattie

Tra gli studi portati avanti dalla dott.ssa Simona Lodato, ci sono in particolare i neuroni eccitatori e inibitori che si formano durante lo sviluppo fetale e che, nella corteccia cerebrale umana, non vengono più sostituiti nel corso della vita adulta. L’obiettivo è capire come quello che succede nella fase di sviluppo dell’embrione e del primissimo periodo della vita post-natale possa influenzare la vita adulta. “La cosiddetta connettomica – ha spiegato la dottoressa, recentemente selezionata come membro del FENS-Kavli Network of Excellence (FKNE) – è uno dei campi di futura esplorazione. Cerchiamo di capire come i neuroni si definiscano e come stabiliscano connessioni tra di loro; una volta mappati i componenti cerebrali infatti è fondamentale capire come si colleghino e come scelgano i propri partner funzionali”. “Uno sbilanciamento in questi circuiti – ha aggiunto – rappresenta il substrato cellulare di alcune malattie come epilessia, schizofrenia e autismo. Stiamo lavorando anche per capire cosa sia possibile fare per identificare queste patologie precocemente, nella speranza di individuare biomarcatori che ci guidino nella prevenzione e nell’implementazione di strategie terapeutiche precoci di numerose malattie dell’infanzia e non solo”. “I biomarcatori – ha concluso Lodato – sono una realtà in altri campi della biomedicina, ma sono meno disponibili per quanto riguarda i disturbi che colpiscono il cervello, un organo complesso e ancora in attiva esplorazione, nella cui comprensione e definizione giocano un ruolo chiave fattori quali la plasticità e la variabilità interpersonale”.

Studi in ‘rete’ a livello europeo: Lodato membro del FKNE

L’attività di ricerca della dottoressa Lodato è stata riconosciuta a livello europeo, con il suo ingresso nel FENS-Kavli Network of Excellence (FKNE), una rete di 50 neuroscienziati provenienti dalla maggior parte dei Paesi europei. “Le attività in cui siamo coinvolti”, racconta la dottoressa Lodato, “si rifanno a molteplici obiettivi: promuovere lo scambio scientifico all’interno e al di fuori del Network; lavorare in ambiti di ricerca di base e applicata nel campo delle neuroscienze; diffondere una corretta informazione scientifica in senso ampio, ma con particolare attenzione agli sviluppi della ricerca nell’ambito delle neuroscienze; partecipare ai tavoli decisionali nazionali ed europei e contribuire alla stesura delle linee guida sulle tematiche fondamentali per la ricerca e per la sua realizzazione nei vari Paesi europei, come la stesura di nuovi programmi internazionali di finanziamento per la ricerca multidisciplinare e la definizione di criteri di eleggibilità dei richiedenti per consentire la partecipazione competitiva di giovani ricercatori. A tale scopo, ogni membro del Network è incaricato di instaurare rapporti con le figure istituzionali del proprio Paese, svolgendo un ruolo simile a quello di un ‘consulente’ scientifico esperto per quanto riguarda la diffusione delle tematiche legate alle neuroscienze, la promozione di programmi di formazione dei giovani e di iniziative di scambio tra i diversi Paesi europei”.

 

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