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Tetrabenazina

La tetrabenazina è utilizzata nel trattamento dei movimenti involontari associati alla corea di Hungtington.

 

Che cos’è la tetrabenazina?

La tetrabenazina riduce i livelli cerebrali di alcune molecole, inclusi quelli di dopamina, noradrenalina e serotonina. Il suo esatto meccanismo di funzionamento non è però del tutto noto.

 

Come si assume la tetrabenazina?

La tetrabenazina viene somministrata per via orale.

 

Effetti collaterali del tetrabenazina

L’assunzione di tetrabenazina può scatenare la sindrome neurolettica maligna. Inoltre può essere associata alla comparsa di movimenti incontrollati e aumentare il livello di prolattina nel sangue.
Fra gli altri suoi possibili effetti avversi sono inclusi:

 

È bene contattare subito un medico in caso di:

 

Avvertenze

La tetrabenazina è controindicata in caso di pensieri suicidi, depressione non trattata o non controllata dai farmaci, riduzione della funzionalità epatica, sindrome del QT lungo o battito cardiaco irregolare. Non dovrebbe inoltre essere assunta insieme ad alcuni farmaci che possono influenzare la funzionalità cardiaca, come alcuni antibiotici, alcuni antiaritmici e alcuni farmaci per problemi psicologici o disturbi dell’umore, o se nei 20 giorni precedenti sono stati assunti MAO inibitori o reserpina.

La tetrabenazina può compromettere le capacità di guidare e di manovrare macchinari pericolosi, soprattutto se assunta insieme ad alcolici o ad altri medicinali. Inoltre i capogiri associati alla sua assunzione possono essere aggravati dalle temperature elevate, dall’attività fisica e dalla febbre.

Prima di iniziare il trattamento è importante informare il medico:

  • di allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a farmaci o alimenti
  • dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori assunti, in particolare antibiotici, farmaci contro irregolarità del battito cardiaco, farmaci per problemi comportamentali o psichiatrici, duloxetina, fluoxetina, farmaci neurolettici, paroxetina, reserpina, sertralina, terbinafina e MAO inibitori
  • se si soffre (o si ha sofferto) di depressione, istinti suicidi, problemi psicologici o disturbi dell’umore, malattie cardiache, squilibri elettrolitici (ad esempio carenze di potassio o magnesio nel sangue) o scarso metabolismo del CYP2D6
  • in caso di infarto recente
  • in caso di gravidanza o allattamento
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