Come si contrae l’infezione da Proteus?
Spesso l’infezione da Proteus viene contratta in ospedale tramite contaminazione di materiali vari, ad esempio di cateteri. Fra i fattori di rischio sono inclusi infezioni ricorrenti alle vie urinarie, trattamenti ripetuti a base di antibiotici, ostruzioni delle vie urinarie, e l’utilizzo di strumentazioni uretrali.
L’infezione da Proteus è inoltre più frequente fra le donne, in chi utilizza da lungo tempo un catetere e in chi è affetto da altre malattie.
Sintomi e malattie associate all’infezione da Proteus
Fra i problemi di salute associati all’infezione da Proteus sono incluse:
- cistiti
 - pielonefriti
 - uretriti
 - prostatiti
 - calcoli, anche cronici o recidivanti (che potrebbero indicare la presenza di un’infezione cronica)
 - sepsi
 
A seconda dei casi, i sintomi possono quindi includere:
- difficoltà ad urinare
 - presenza di pus nelle urine
 - aumento della frequenza della minzione
 - negli uomini, perdite uretrali
 - dolore sopra al pube
 - dolore alla schiena
 - dolore al fianco
 - sensibilità al tatto dell’area sotto al costato
 - presenza di sangue nelle urine
 - riduzione del volume di urine, che possono avere un aspetto concentrato
 - febbre
 - brividi
 - nausea
 - vomito
 - in rari casi, reni sensibili al tatto
 
Che cos’è l’infezione da Proteus?
Il genere Proteus, appartenente alla famiglia delle Enterobacteriaceae, riunisce batteri Gram-negativi (per la precisione, bacilli) comunemente presenti nella flora batterica intestinale umana e in diversi ambienti, inclusi ospedali e case di cura. In particolare, Proteus mirabilis è considerato la causa del 90% delle infezioni contratte al di fuori degli ambienti di ricovero, mentre Proteus vulgaris e Proteus penneri sono più comuni negli ospedali e nelle case di cura; inoltre queste due specie colpiscono più spesso persone già alle prese con altre malattie o con un sistema immunitario compromesso.
Cure e trattamenti
Quando colpisce le vie urinarie femminili, l’infezione da Proteus può essere trattata per via orale assumendo un chinolone o la combinazione trimetoprim/sulfametossazolo.
Sempre nelle donne, i chinoloni per via orale sono utili anche in caso di pielonefrite acuta senza complicazioni; in alternativa può essere prescritta una singola dose di ceftriaxone o di gentamicina seguita da trimetoprim/sulfametossazolo, oppure un trattamento a base di cefalosporina. In caso di ricovero i farmaci possono essere somministrati anche per via parenterale.
Le infezioni complicate possono essere trattate con terapie a base di ceftriaxone, chinoloni, gentamicina abbinata ad ampicillina o aztreonam per via parenterale (o, se disponibili, per via orale) seguite da un eventuale trattamento orale con chinoloni, cefalosporine o trimetoprim/sulfametossazolo.
Disclaimer: Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere del medico. In caso di malessere è consigliabile rivolgersi al proprio medico o recarsi al pronto soccorso.


