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Cheratosi attinica


Note anche come cheratosi solari, le cheratosi attiniche sono lesioni precancerose della pelle che interessano ambo i sessi dopo i 50 anni, a causa dell’effetto cumulativo dell’esposizione ai raggi ultravioletti (UV). Le cheratosi attiniche, ricoperte di squame e ruvide al tatto, compaiono generalmente sulle aree del corpo più frequentemente esposte alla luce del sole: viso, orecchie, cuoio capelluto, labbra, dorso delle mani, avambracci, spalle e collo.

Che cos’è la cheratosi attinica?

Le cheratosi attiniche, al plurale perché il più delle volte sono multiple, anziché presentarsi con un’unica lesione, sono una forma iniziale e superficiale di carcinoma squamocellulare in situ (non invasivo) della pelle. Infatti, all’esame istologico, fino al 90% dei carcinomi squamocellulari cutanei invasivi insorge su una cheratosi attinica. Il tasso di trasformazione di una cheratosi attinica in carcinoma squamocellulare invasivo è basso, circa il 10% in 10 anni, ma trattandosi di una patologia curabile, le cheratosi attiniche meritano sempre l’attenzione del dermatologo. Anche perché, essendo la conseguenza di un danno cumulativo da luce solare, le cheratosi attiniche rappresentano un “campanello d’allarme” per altri tumori della pelle causati anch’essi dai raggi ultravioletti.

Quali sono le cause della cheratosi attinica?

Storicamente, le cheratosi attiniche devono il loro nome all’esposizione alle radiazioni ionizzanti (raggi X), poiché si manifestavano in chi lavorava esponendosi a questo cancerogeno. Oggi sarebbe più corretto chiamarle cheratosi solari. Infatti la totalità di queste lesioni dell’epidermide è causata dall’esposizione cumulativa ai raggi ultravioletti del sole o delle lampade abbronzanti. Le persone più a rischio sono quelle che lavorano o fanno sport per molte ore all’aperto, specie se con la pelle chiara, i capelli rossi o biondi e gli occhi azzurri o verdi, ma anche chi ha soggiornato in Paesi tropicali o equatoriali senza adeguate protezioni solari.

Infine, chi ha il sistema immunitario indebolito per terapie immunosoppressive, come i pazienti trapiantati e quelli con malattie croniche immuno-mediate, o chi è affetto da malattie oncoematologiche, può più facilmente sviluppare cheratosi attiniche rispetto alla popolazione generale. Nei soggetti immunodepressi, inoltre, le cheratosi attiniche possono trasformarsi più facilmente in carcinoma squamocellulare invasivo.

Quali sono i sintomi della cheratosi attinica?

Le presentazioni cliniche delle cheratosi attiniche sono varie: inizialmente si presentano come lesioni piatte (macule), oppure rilevate (papule), del colorito della pelle normale o rosse, di alcuni millimetri di diametro e ricoperte da piccole squame bianche. Molto spesso, più che con l’ispezione visiva, si possono identificare le cheratosi attiniche sfiorando con le dita la superficie della pelle: al tatto sono secche e ruvide e possono provocare una sensazione di pizzicore o di dolore localizzato. Le cheratosi attiniche si sviluppano nelle aree esposte alla luce solare, più spesso sul viso, sul dorso delle mani, sul cuoio capelluto in caso di calvizie e sulle labbra (cosiddetta cheilite attinica). Se non trattate, le cheratosi attiniche hanno un decorso cronico, tendendo anche a confluire fra loro in chiazze di maggiore estensione. 

Come prevenire la cheratosi attinica?

Per prevenire l’insorgenza della cheratosi attinica il modo più efficace è quello di proteggersi dal sole. Ecco alcune regole da seguire:

  • Esporsi al sole con prudenza, indossando abiti protettivi, occhiali da sole, cappelli e, per le parti che restano scoperte, applicando una crema con filtro solare alto. Evitare di esporsi ai raggi solari nelle ore più calde dei mesi estivi, ovvero tra le 11 e le 16.
  • Evitare le ustioni e l’abbronzatura artificiale.
  • Esaminare l’intera superficie del corpo regolarmente – senza trascurare il cuoio capelluto – e rivolgersi al medico nel caso in cui una lesione cutanea provoca dolore, prude o brucia; trasuda o sanguina; diventa squamosa; presenta cambiamenti in termini di dimensioni, forma, colore o elevazione.

Nei pazienti con numerose cheratosi attiniche recidivanti, possono essere usati la nicotinamide o i retinoidi sistemici per la prevenzione della comparsa di nuove lesioni e per ridurre il rischio della loro progressione in carcinoma squamocellulare invasivo.

Diagnosi

Generalmente la diagnosi di cheratosi attinica viene effettuata senza difficoltà con la visita da parte del dermatologo. Nella maggior parte dei casi l’esame istologico non è necessario per la conferma della diagnosi di cheratosi attinica. Una biopsia potrà essere effettuata nel caso in cui il medico reputi necessario assicurarsi che la lesione non sia tramutata in tumore.

Trattamenti

Dal momento che le cheratosi attiniche, se non curate, possono evolvere in carcinoma squamocellulare, il trattamento delle lesioni è mirato anche a prevenire lo sviluppo di questo tumore. Diverse sono le opzioni disponibili:

  • Terapie ablative (crioterapia, curettage, diatermocoagulazione, laser CO2)
  • Terapia fotodinamica topica
  • Terapie farmacologiche topiche

Solitamente le terapie ablative vengono impiegate per trattare lesioni singole oppure un numero limitato di lesioni isolate. Le terapie topiche vengono invece utilizzate nel caso di lesioni multiple, sparse o confluenti su aree più estese, ad esempio il cuoio capelluto. Il vantaggio delle terapie farmacologiche per uso locale è quello di trattare anche le zone di pelle apparentemente sana, ma che può presentare caratteristiche subcliniche di precancerosi. Anche la terapia fotodinamica rappresenta una risorsa utile per le cheratosi attiniche multiple o estese, in quanto permette il trattamento simultaneo di superfici anche ampie, attraverso l’attivazione, con una luce visibile, di un farmaco applicato sulla pelle sotto forma di crema.

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