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Una super arma contro i virus?

Uno studio pubblicato sulla rivista PNAS pone le basi per la creazione di un antivirale universale, potenzialmente in grado di sconfiggere tutti i virus influenzali che colpiscono l’uomo (A e B) e anche il virus H5N1 che interessa gli uccelli nel caso contagiasse anche l’uomo.

Uno studio italiano dei Laboratori dell’Università di Padova e Perugia, condotto in collaborazione con l’Università di Cambridge (UK) e pubblicato sulla rivista PNAS, pone le basi per la creazione di un antivirale universale, potenzialmente in grado di sconfiggere tutti i virus influenzali che colpiscono l’uomo (A e B) e anche il virus H5N1 che interessa gli uccelli nel caso contagiasse anche l’uomo. La vera novità è che non sono stati utilizzati peptidi, ma piccole molecole con un profilo già tipico di un farmaco. La scoperta è interessante vista la carenza di medicinali antinfluenzali efficaci in grado di contenere il dilagare delle epidemie. Ma è realistico pensare di essere vicini a debellare l’influenza? Ne parliamo con Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas.

Professor Mantovani, questo studio pone le basi per la sconfitta dell’influenza?
“E’ sicuramente una studio interessante e un ottimo lavoro per tre motivi. Il primo è che siamo di fronte a un problema serio, cioè a una potenziale minaccia di nuove varianti di virus influenzali aggressive, che si deve cercare di arginare. Il secondo è che abbiamo a disposizione pochi farmaci antivirali che, inoltre, danno resistenza. Il terzo è che lo studio ha identificato possibili bersagli per sconfiggere il virus influenzale eseguendo una analisi strutturale dell’agente patogeno e conoscere la struttura del virus consente di disegnare farmaci mirati efficaci. Questa è la novità. Ma si deve essere realistici: gli antivirali prodotti in laboratorio hanno attività in vitro e il percorso per arrivare alla pratica clinica è molto lungo e dura in media 10 anni. Bene, quindi, proseguire con la ricerca, che sta dando ottimi risultati, ma serve ancora tempo e la speranza più o meno vicina di sconfiggere il virus influenzale non deve essere un motivo per abbassare le difese e non vaccinarsi o per rallentare la ricerca sui vaccini perché le strategie preventive basate sul sistema immunitario e quelle farmacologiche sono complementari e non alternative”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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