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Tumore al seno e terapie endocrine: come contrastare vampate e secchezza vaginale?

“Terapie endocrine: il punto di vista del ginecologo”: questo il titolo dell’intervento del dottor Gianluigi Bresciani, specialista in Ginecologia in Humanitas, nel corso di Mamazone 2017, la settima edizione di “Paziente diplomata”, una giornata dedicata alle donne con e senza tumore al seno, organizzata da Humanitas lo scorso 14 ottobre.

La terapia endocrina interagisce con il sistema ormonale e ha un’azione mirata, a bersaglio, solo sulle cellule che presentano sulla propria superficie i recettori ormonali (estrogeni e progestinici). Questi farmaci impediscono agli estrogeni di raggiungere le cellule mammarie neoplastiche, frenandone così lo sviluppo; oppure riducono la quantità di estrogeni prodotti dall’organismo allo scopo di cercare di diminuire il rischio di recidiva. La loro assunzione però porta con sé alcuni effetti collaterali, come vampate di calore e secchezza vaginale.

Sintomi vasomotori e sindrome genitourinaria

“La vita di una donna è caratterizzata dalla presenza degli ormoni femminili fin dalla nascita, in particolare gli estrogeni. Le terapie endocrine agiscono sulle ovaie bloccando la produzione degli estrogeni da parte delle ovaie stesse. Il ginecologo è chiamato così a controllare ovaio ed endometrio, gli organi più soggetti ad andare incontro a problemi, e a gestire sintomi vasomotori (le cosiddette vampate) e la sindrome genitourinaria (comunemente nota come secchezza vaginale)”, ha spiegato il dottor Bresciani.

Le vampate di calore

“Le vampate colpiscono il 70-80% delle donne in menopausa e sono percepite e riferite dalle pazienti come improvvise sensazioni di calore per lo più al viso, la cui durata può variare da pochi secondi ad alcuni minuti, spesso seguite da sensazioni di freddo. Sono prevalenti nelle ore notturne, associate a sudorazioni e talvolta a palpitazioni. Le vampate dipendono da un’instabilità vasomotoria determinata dalla carenza degli estrogeni a livello dei centri dell’ipotalamo di regolazione della temperatura corporea”, ha precisato lo specialista.

Alcuni consigli per affrontarle

Gli ambienti caldi aumentano la temperatura corporea facendo raggiungere più velocemente la soglia che fa sopraggiungere la vampata; al contrario temperature più fredde ne riducono l’incidenza. È bene poi prestare attenzione all’alimentazione, diminuendo il consumo di alcol, caffeina e cibi piccanti; tenere il peso corporeo nella norma e dedicarsi a una regolare attività fisica trovando il giusto equilibrio perché un esercizio fisico insufficiente aumenta il numero di vampate, ma un eccesso di esercizio fa scattare la vampata più rapidamente. Sono poi di aiuto tecniche di rilassamento ed è consigliabile adottare un abbigliamento a strati. Il dottor Bresciani ha inoltre fornito indicazioni in merito ai farmaci e ai rimedi naturali per contrastare le vampate di calore.

La sindrome genitourinaria

Anche la sindrome genitourinaria è un sintomo caratteristico legato alla terapia endocrina. Gli ormoni gestiscono l’ambiente genitale per tutto l’arco della vita fertile e con la menopausa cessa la loro produzione. Proprio in menopausa, entro i primi 3 anni, circa il 40% delle donne lamenta sintomi riconducibili alla secchezza vaginale; le terapie endocrine, che interrompono la produzione ormonale prematuramente o rapidamente, determinano gli stessi sintomi già dopo i primi sei mesi dal loro inizio. Si pensi che il 74% delle donne lamenta atrofia della mucosa e secchezza vaginale, il 67% dispareunia (dolore ai rapporti sessuali) e il 77% prurito e bruciore. La secchezza non è dunque il solo sintomo, ma ve ne sono diversi: sintomi vaginali (secchezza, bruciore, irritazione, perdite vaginali biancastre e talvolta odorose), sintomi urinari (urgenza minzionale, disuria, infezioni con cistiti ricorrenti, cistiti post-coitali) e sintomi sessuali (mancanza di lubrificazione, dispareunia introitale e calo della libido).

Cosa fare?

“Per contrastare la sindrome genitourinaria disponiamo di diverse terapie locali, come gel lubrificanti (acquosi, siliconici, oleosi); gel a base di aliamidi in grado sia di lubrificare sia di rendere le terminazioni nervose superficiali un po’ meno sensibili, riducendo così la sensazione di dolore e fastidio; creme a base di acido ialuronico e l’estriolo locale, indicato solo su pazienti selezionate per un tempo definito”, ha sottolineato il dottor Bresciani.

Un altro aiuto può arrivare da speciali capi di abbigliamento intimo realizzati con la fibroina di seta, una sostanza proteica dotata di una struttura molto simile alla nostra barriera cutanea e che agisce come una seconda pelle, proteggendo la cute e le mucose. Tra le altre opzioni, l’approccio farmacologico e il ricorso al laser.

Guarda l’intervento completo del dottor Bresciani, clicca qui

 

 

 

 

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