Si chiama Revita2: è lo studio che coinvolge nove centri di fama internazionale in tutto il mondo, compreso Humanitas, per il trattamento sperimentale del diabete di tipo 2 con una nuova tecnica di endoscopia avanzata chiamata rimodellamento della mucosa duodenale, il primo tratto dell’intestino tenue.
In Humanitas lo studio è coordinato in maniera multidisciplinare da tre unità operative: endoscopia, diabetologia ed endocrinologia.
Humanitas partecipa mediante l’arruolamento di 15 pazienti e il loro follow-up per una durata complessiva di 3 anni e sono disponibili i primi aggiornamenti: è stato infatti completato il trattamento nei primi pazienti, il decorso è stato molto favorevole e le dimissioni sono avvenute in giornata.
“Il completamento di tutte le fasi dello studio permetterà in breve tempo di valutare la bontà della procedura sperimentale. Ottimizzando le risorse del Centro abbiamo migliorato il comfort e l’accoglienza del paziente, garantendo così a coloro che sono stati coinvolti nello studio un punto di riferimento a cui rivolgersi, ma anche sicurezza e continuità di cura”, spiega il prof. Repici.
La nuova tecnica di rimodellamento della mucosa duodenale
Il rimodellamento della mucosa duodenale è un’esofagogastroduodenoscopia che si avvale di una specifica apparecchiatura in grado di somministrare calore alla mucosa duodenale, in modo puntuale e accurato e per brevissimo tempo. Agendo sulla mucosa intestinale il calore ripristina la normale composizione degli ormoni prodotti dall’intestino, migliorando così il controllo della glicemia e di conseguenza del diabete.
Recenti studi avevano infatti dimostrato che la dieta ipercalorica provoca cambiamenti nella mucosa duodenale, con conseguente alterazione di alcuni segnali ormonali che regolano la glicemia, contribuendo prima alla resistenza all’ormone insulina (il principale regolatore della glicemia), poi alla disfunzione delle cellule beta del pancreas che producono l’ormone e infine all’insorgenza del diabete di tipo 2.
Stile di vita e terapia farmacologica contro il diabete di tipo 2
Attualmente il diabete di tipo 2 viene controllato con terapia non farmacologica (dieta e attività fisica) e farmaci che possono essere assunti per via orale o iniettiva. Sono disponibili diverse classi di farmaci, sempre più specifici, ma ciononostante ancora troppi pazienti non raggiungono il desiderato obiettivo di controllo metabolico.
Si rendono quindi sempre più necessarie terapie alternative per ottenere risultati più duraturi e la nuova tecnica di rimodellamento della mucosa duodenale si inserisce in questo tentativo.
Lo studio Revita2
Lo studio prevede l’arruolamento di pazienti volontari tra 28 e 75 anni affetti da diabete di tipo 2, in terapia con farmaci antidiabetici orali, non sottoposti a terapia iniettiva, con valori di emoglobina glicata compresi tra 7,5 e 10% (indice di alterato compenso metabolico).
Lo studio si articola in varie fasi:
- Fase di pre-screening: valutazione della documentazione e della storia clinica del paziente.
- Fase di screening: valutazione con l’equipe di diabetologia e di endocrinologia mediante analisi del sangue, risonanza magnetica e misura della curva glicemica (MMTT).
- Procedura endoscopica (DMR) eseguita dall’equipe di endoscopia.
- Follow up: controlli e visite con equipe diabetologica/endocrinologica.
Il diabete
Il diabete è una malattia metabolica complessa caratterizzata da un aumento della glicemia. Si stima che nel mondo soffrano di diabete circa 382 milioni di persone; solo in Italia quasi 4 milioni di individui hanno la diagnosi di diabete, ma verosimilmente circa un milione ne è colpito senza saperlo.
La grande maggioranza (circa il 95%) ha il diabete tipo 2, che comprende un insieme di sindromi metaboliche che hanno in comune l’iperglicemia. Tra i fattori che contribuiscono allo sviluppo della malattia vi sono la predisposizione genetica (familiarità), l’obesità, lo stile di vita sedentario e una dieta ad alto contenuto di zuccheri e grassi.
Il diabete di tipo 2 è soprattutto un importante fattore di rischio per sviluppare malattie cardio-cerebrovascolari (infarto del miocardio, stroke/ictus cerebri) nonché complicanze cosiddette microvascolari che possono portare a cecità, insufficienza renale e dialisi, neuropatie periferiche.
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