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Stenosi aortica, tecnica mini invasiva e bioprotesi senza suture: la sostituzione della valvola diventa “soft”

 

 

  • Tempi operatori ridotti di un terzo rispetto alla chirurgia tradizionale, riduzione del 30% della permanenza in terapia intensiva e del 15% del tempo di ricovero ospedaliero.
  • Il Cardio Center di Humanitas si conferma centro di riferimento nel trattamento delle malattie cardiache dell’adulto.
  • In aumento l’incidenza della stenosi aortica: circa il 2-3% nella popolazione di età maggiore di 65 anni. Sopra gli 80 anni, ne soffre una persona su 4. Senza un intervento chirurgico, circa l’80% dei pazienti ha un’aspettativa di vita non superiore ai tre anni.

 

È la tecnica mini-invasiva: si procede con una piccola incisione all’altezza del secondo e terzo spazio intercostale destro, senza l’apertura dello sterno. Il pericardio viene aperto, il paziente viene posto in circolazione extracorporea, si procede con il clampaggio dell’aorta, si rimuove la valvola malata, si inserisce la bioprotesi che si espande fissandosi in loco senza suture.

 

È questo il processo più recente ed innovativo per la sostituzione della valvola aortica: facile, sicuro, riproducibile. L’ha effettuato già 400 volte Mattia Glauber, nuovo direttore del Cardio Center di Humanitas. Con oltre 10.000 interventi al suo attivo di cui 3.000 interventi con approccio miniinvasivo, Glauber è uno specialista di riferimento internazionale nella cura chirurgica delle patologie cardiache dell’adulto in mini-toracotomia e nella chirurgia sostitutiva delle valvole cardiache.

“La grande innovazione è data soprattutto dalla possibilità di intervenire in modo estremamente poco invasivo e con l’utilizzo di tecniche chirurgiche e protesi finalizzate a ridurre i rischi operatori. – afferma Glauber – Sono numerosi i vantaggi di questo sistema. Basti pensare che per una sostituzione di valvola aortica con tecnica mininvasiva si parla oggi di un tempo di clampaggio medio di 50 minuti e di circolazione extracorporea di poco più di un’ora: il tempo complessivo della procedura di impianto si riduce di circa un terzo rispetto alla chirurgia tradizionale con protesi meccaniche e biologiche suturate, con evidenti benefici per la salute del paziente.”

 

La stenosi aortica è una riduzione della capacità di apertura della valvola aortica che comporta un’ostruzione del flusso di sangue tra il ventricolo sinistro e l’aorta. Le cause sono generalmente una calcificazione dei vasi e dei tessuti della valvola conseguenti ai sedimenti del sangue e a carichi meccanici molto elevati: basti pensare che una valvola aortica sana si apre e chiude, a riposo, tra le 60 e le 80 volte al minuto. La malattia insorge solitamente tra i 60 e 70 anni. Sopra gli 80 anni, ne soffre una persona su 4. Visto il crescente numero di anziani, l’incidenza della stenosi è in forte aumento, circa il 2-3% nella popolazione di età maggiore di 65 anni. Senza un intervento chirurgico, circa l’80% dei pazienti ha un’aspettativa di vita non superiore ai tre anni.

 

“Ad oggi non esiste un trattamento farmacologico in grado di impedire la progressione della stenosi, pertanto il trattamento standard è la sostituzione della valvola aortica con un intervento chirurgico – precisa Glauber – La chirurgia mini invasiva e le nuove bioprotesi senza suture consentono operazioni molto più rapide e meno traumatiche per il paziente rispetto ad una procedura tradizionale, dove la valvola viene fissata con almeno una quindicina di suture. Questo ovviamente va ad impattare positivamente sui risultati dell’intervento, riducendo i rischi di infezione, e sui tempi di ripresa del paziente, che risultano più veloci, grazie al minor trauma chirurgico.”

Le valvole biologiche “sutureless” o senza suture sono fatte di materiale di origine animale che garantisce risultati emodinamici eccellenti con un’ottima durata nel tempo, senza necessitare di un uso continuo di anticoagulanti.

“Se le protesi aortiche meccaniche hanno il vantaggio di essere virtualmente indistruttibili, hanno anche lo svantaggio, tuttavia, di sottoporre il paziente a terapia anticoagulante. – continua Glauber – Questo è forse il motivo principale che ha portato ad una graduale riduzione nel loro uso, ormai limitato a pazienti molto giovani, nei quali l’aspetto della durabilità nel lungo periodo è fattore chiave”.

 

L’esperienza clinica a supporto delle tecnologie sutureless è in rapida crescita: in 7 anni la bioprotesi sutureless è stata impiantata su oltre 6.000 pazienti in tutto il mondo. Ad oggi, sulla base dei dati dell’esperienza clinica, si può dire che l’utilizzo della valvola senza suture può essere appropriata nella maggior parte dei pazienti adulti. Naturalmente i maggiori benefici sono attesi nei pazienti con comorbidità e a maggiore rischio chirurgico o che si sottopongono ad interventi molto complessi, in cui una velocizzazione della sostituzione aortica risulta più rilevante.

I numeri di Humanitas
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