Con la primavera, molte persone iniziano a sperimentare sintomi dell’allergia che possono essere fastidiosi e influenzare la qualità della vita.
Quali sono le principali allergie di primavera e come si curano?
Ne parliamo con il professor Enrico Heffler, specialista del Centro di medicina personalizzata: Asma e allergologia dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e direttore della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica di Humanitas University.
Che cos’è l’allergia?
L’allergia si verifica quando il sistema immunitario risponde in modo anomalo a sostanze normalmente innocue, producendo anticorpi contro di esse in grado di indurre i sintomi tipici delle malattie allergiche.
I sintomi dell’allergia coinvolgono vari organi e tessuti, tra cui le vie respiratorie inferiori, la pelle, le mucose del naso e gli occhi. Quando l’allergene entra in contatto con questi anticorpi (le immunoglobuline E, IgE), si verifica una reazione immunitaria che provoca il rilascio di mediatori chimici, come l’istamina, responsabili dei sintomi allergici, che possono variare da una lieve irritazione fino ad arrivare all’anafilassi, una grave reazione allergica che può mettere a rischio la vita.
Quali sono le cause principali dell’allergia?
Le allergie sono causate da una risposta eccessiva del sistema immunitario alla presenza di allergeni che per la maggior parte delle persone sono innocui. Gli allergeni possono essere:
- nell’aria, come i pollini, i peli degli animali, gli acari della polvere e le muffe;
- in diversi tipi di alimenti, come uova, latte, pesce, crostacei, arachidi, noci, grano e soia;
- farmaci;
- il veleno rilasciato dalle punture di insetti come api e vespe.
Inoltre, altre sostanze potenzialmente come il lattice e il nichel possono anche scatenare reazioni allergiche.
Allergie di primavera: perché sono in aumento
L’aumento delle allergie nei paesi occidentali e industrializzati può essere collegata alla cosiddetta “teoria igienica”: secondo questa teoria, il miglioramento delle condizioni igieniche nei primi anni di vita fa sì che il sistema immunitario sia meno esposto agli agenti infettivi, lasciando maggiore spazio ai meccanismi immunologici alla base delle allergie (inclusa la produzione di immunoglobuline E) in pazienti geneticamente predisposti.
Studi epidemiologici hanno dimostrato che, nelle zone rurali, i bambini sono esposti fin dalla nascita ad antigeni con potenziali agenti infettivi, il che comporta una normale risposta immunitaria agli agenti patogeni. Al contrario, il sistema immunitario delle persone con una predisposizione genetica provenienti dai Paesi industrializzati tende a produrre anticorpi (le IgE appunto) che non sono diretti verso agenti infettivi, ma piuttosto verso sostanze innocue come pollini e acari della polvere.
Primavera, le allergie più comuni
In Italia, la causa più comune delle allergie stagionali sono i pollini e in particolare quelli di:
- betulla
- ulivo
- graminacee
- parietaria
- ambrosia
Le betulle sono tipicamente presenti all’inizio della primavera, nelle zone montane e nell’Italia settentrionale, tra febbraio e aprile.
L’olivo è un albero comune nell’area mediterranea, già a metà primavera.
I pollini di graminacee sono presenti da marzo a giugno sia nelle aree mediterranee che in quelle padane e montane. Quelli di parietaria sono prevalenti nelle aree mediterranee dove tendono ad essere presenti per molti mesi all’anno, mentre il polline di ambrosia è prevalentemente confinato nella zone settentrionali del Paese e ha un periodo di impollinazione tardivo (tra agosto e ottobre).
Quali sono i sintomi delle allergie di primavera?
Indipendentemente dall’allergene che causa le allergie primaverili, i sintomi rimangono gli stessi.
Nella maggior parte dei casi si manifestano sintomi come:
- rinite
- congiuntivite
- asma (caratterizzata da respiro affannoso, difficoltà respiratoria, tosse secca, sensazione di oppressione toracica)
Visita allergologica e prove allergiche
Anche persone adulte che non hanno mai avuto allergie primaverili possono iniziare a soffrirne e la sintomatologia potrebbe essere erroneamente ricondotta a un comune raffreddore.
Per identificare con precisione l’allergene che causa l’allergia, occorre effettuare una visita allergologica, così che l’allergologo possa identificare gli esami più appropriati, come per esempio le prove allergometriche.
Il Prick Test è il metodo più semplice, più rapido e rappresenta il test di primo livello delle allergie. Gli estratti di allergeni vengono posizionati sull’avambraccio e si esegue una piccola puntura: questo permette alle proteine degli allergeni di entrare in contatto con la pelle. In caso di allergia, sarà visibile una reazione simile a una puntura di zanzara. Se questo tipo di test non è fattibile, ad esempio se il paziente assume antistaminici o quando il soggetto presenta una cute particolarmente reattiva, si può ricorrere a esami del sangue per la ricerca di anticorpi di classe IgE specifici.
Come curare le allergie di primavera?
La terapia farmacologica tradizionale prevede l’utilizzo di antistaminici che solitamente vengono somministrati sotto forma di compresse. Oggi sono disponibili antistaminici che causano meno effetti collaterali, come la sonnolenza.
In associazione agli antistaminici, è possibile utilizzare spray nasali a base di cortisone topico, che riducono l’infiammazione causata dall’allergia senza gli effetti collaterali tipici del cortisone assunto per via orale, che dovrebbe essere invece evitato.
Inoltre, per ottenere una soluzione a lungo termine, è possibile intraprendere l’immunoterapia specifica. Una volta identificati gli allergeni responsabili delle reazioni nel paziente, l’allergologo può valutare la somministrazione controllata dell’allergene stesso, per un periodo prolungato, generalmente almeno sei mesi all’anno, per almeno tre anni.
Questa terapia, che viene spesso definita “vaccino contro le allergie”, permette al paziente di perdere gradualmente la sensibilizzazione ai pollini, evitando la necessità di assumere farmaci.
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