Il respiro è vita. È l’aria che, passando dai polmoni, arriva a nutrire il cuore garantendone l’efficienza e la salute. Ed è il divertimento di poter usare la voce. Per questi motivi, il respiro va salvaguardato il più possibile prendendosene cura e abolendo le cattive abitudini, una su tutte il fumo di sigaretta, che ha dirette conseguenze negative sui polmoni e sul muscolo cardiaco.
Venerdì 30 maggio, in preparazione alla Giornata Mondiale contro il fumo, l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e Humanitas University propongono un’esperienza interattiva durante la quale un coro intonerà, insieme ai pazienti, accompagnatori e studenti, canzoni famose ispirate al cuore e al respiro. Con le note di Every breath you take, Cuoricini, O sole mio, Brava, si metteranno alla prova la capacità polmonare e il ritmo cardiaco per focalizzare l’attenzione sull’importanza di mantenere l’organismo in salute, prendendosi cura giorno dopo giorno di questi organi vitali, evitando le abitudini scorrette e dannose.
A cantare, un coro di giovani artisti provenienti da Scuole Civiche e Conservatori nazionali. Accanto a loro, medici e ricercatori dell’ospedale per incontrare pazienti e visitatori, informare e far provare, attraverso il canto, quanto sia importante un respiro efficace e libero.
Canzoni in coro e informazione scientifica
“Non smettere di cantare” si declinerà in più momenti: dalle 11 alle 12 nel giardino del building 2, in via Manzoni 56 a Rozzano. A seguire, il coro si sposterà nel Campus internazionale di Humanitas University, per coinvolgere studenti e studentesse con canzoni in lingua inglese.
Sarà un’esperienza interattiva in cui i cantanti mostreranno ai presenti come ascoltare il loro fiato in modo semplice e naturale, per cogliere la differenza con un respiro affannato a causa del fumo. Durante la giornata, gli specialisti di Humanitas illustreranno come prendersi cura del proprio respiro e come liberarsi dal vizio del fumo.
I danni sui polmoni e sul respiro si notano fin dalle prime sigarette e peggiorano con il tempo, anche se spesso i sintomi evidenti arrivano solo dopo anni.
«Questo è uno dei motivi per cui è fondamentale non iniziare mai, soprattutto in giovane età – spiega il prof. Stefano Aliberti, responsabile di Pneumologia dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e docente di Humanitas University. Ogni momento è buono per smettere e i risultati sono visibili in poco tempo: dopo una settimana dall’ultima sigaretta, i recettori sensoriali di gusto e olfatto iniziano a rigenerarsi, intensificando la percezione dei sapori e degli odori. Dopo un mese, si riduce la dispnea (fiato corto) e aumenta la tolleranza allo sforzo. Tosse, catarro, affanno si attenuano. Dopo un anno, il rischio di infarto miocardico è più basso di circa il 50% rispetto a chi continua a fumare, i vasi sanguigni tornano a dilatarsi in modo più efficace e la funzionalità polmonare, soprattutto nei giovani, risulta vicina ai livelli di un non fumatore. Dopo 5 anni, il pericolo di ictus cerebrale può essere considerato simile a quello di un non fumatore» (si veda scheda di approfondimento con i benefici a breve e lungo termine).
Il fumo è la prima causa prevenibile di morte: secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si stimano oltre 93mila morti ogni anno attribuibili al fumo, cioè più di 250 persone al giorno.
«È ormai dimostrato che il rischio di tumori polmonari aumenta in funzione del numero di sigarette fumate e dell’età di inizio dell’abitudine al fumo – spiega il prof. Giuseppe Marulli, responsabile di Chirurgia Toracica dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e docente di Humanitas University -. Il rischio relativo dei fumatori di ammalarsi di tumore al polmone è più alto di circa 14 volte rispetto a quello dei non fumatori ed è addirittura fino a 20 volte maggiore se si fumano più di 20 sigarette al giorno». Il tumore del polmone in Italia è fortemente caratterizzato per genere con una netta prevalenza maschile anche se, a partire dagli anni Novanta, si è notata una decisa riduzione sia della mortalità sia dell’incidenza di nuovi casi grazie alle cure sempre più efficaci e personalizzate (si veda scheda di approfondimento con le cure possibili).
Per abbandonare il vizio delle sigarette è consigliabile rivolgersi a un Centro Antifumo, dove viene attivato un supporto farmacologico, psicologico e di counselling. «La tecnica che usiamo è basata sull’empatia – spiega la dott.ssa Licia Vanessa Siracusano, oncologa e responsabile del Centro Antifumo dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas -. L’obiettivo è far capire alle persone che non sono sole in questa battaglia, che smettere di fumare è possibile se lo si vuole veramente, mettendo in campo la motivazione personale e allontanando la paura del fallimento. Si promuove un percorso personalizzato che aiuti a identificare altre abitudini da sostituire alla dannosa sigaretta: ognuno trova la propria, non ci sono regole precise e consigli validi per tutti. Se si crea il giusto rapporto di fiducia medico-paziente, la percentuale di successo è del 100%».
Occhio all’illusione “elettronica”
La sigaretta elettronica può essere uno step del percorso che porta a smettere di fumare però bisogna essere veramente convinti di non farla diventare un sostituto di quella di tabacco. «Se, dopo un primo periodo di supporto con la sigaretta elettronica si continua a usarla, la dipendenza rimane perché la sigaretta elettronica è a base di nicotina – spiega la dott.ssa Siracusano -. Anche se non avviene una combustione entrano lo stesso nell’organismo sostanze dannose, seppur in minore quantità. Anche l’elettronica fa male e comunque fa mantenere la gestualità e la dipendenza che generano un circolo vizioso» (si veda scheda di approfondimento con i consigli per smettere e i vero/falso).
Insieme per la Ricerca sanitaria: il 5×1000 a Humanitas
Durante l’evento ci sarà un momento dedicato alla Ricerca clinica e indipendente e gli studi che Humanitas sta portando avanti grazie al 5×1000. Oltre 45 progetti di Ricerca sono stati realizzati grazie a chi ha scelto di donare, aiutando medici e ricercatori a combattere malattie sempre più complesse come i tumori, le malattie del sistema immunitario, del cuore, del cervello e dell’intestino. Oggi, grazie al 5×1000, Humanitas ha avviato 14 nuovi progetti di Ricerca all’interno di 5 Programmi: Immunologia, Cancro, Neuroscienze, Gastroenterologia, Cardio-polmonare.
«Ogni scoperta in campo medico nasce dalla Ricerca, e ogni passo avanti è possibile grazie al sostegno di chi sceglie di credere nel futuro della Medicina. I medici e i ricercatori di Humanitas lavorano ogni giorno fianco a fianco su più fronti per cambiare il volto delle patologie cardiache tra cui insufficienza cardiaca, malattia coronarica, infezioni croniche. Le équipe di Pneumologia studiano parimenti le malattie polmonari ostruttive e interstiziali. L’obiettivo è comune: migliorare le cure, sviluppare nuove terapie personalizzate e anticipare le diagnosi. Ma la Ricerca ha bisogno dell’aiuto di tutti: le firme del 5×1000 ci aiutano a sostenerla», commenta il prof. Gianluigi Condorelli, Direttore del programma di Ricerca Cuore-Polmoni di Humanitas.
Per sostenere gli oltre 500 ricercatori dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas è sufficiente mettere una firma nello spazio dedicato alla Ricerca Sanitaria nella dichiarazione dei redditi, e inserire il codice fiscale 10125410158 – Sito: 5×1000.humanitas.it.
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