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L’ipotensione ortostatica può essere il segnale di una malattia del sistema nervoso vegetativo

L’ipotensione ortostatica è un disturbo che si manifesta in genere con sensazione di testa leggera, stanchezza, faticabilità, visione offuscata e sincope. Questa condizione, che si caratterizza per una riduzione di almeno 20 mmHg nella pressione arteriosa sistolica o di 10 mmHg nella diastolica entro tre minuti dall’assunzione della posizione eretta, è il disturbo più disabilitante dei pazienti che presentano una malattia del sistema nervoso vegetativo. Ed è spesso la manifestazione clinica della patologia, il sintomo che conduce il paziente a effettuare accertamenti, come ci spiega il dottor Vincenzo Tullo, Neurologo e Responsabile dell’Ambulatorio sulle cefalee di Humanitas LAB.

“I sintomi caratteristici dell’ipotensione ortostatica sono dovuti a un’ipoperfusione cerebrale (ossia una riduzione del flusso ematico cerebrale che nella norma è di 750-1000 ml/min; il cervello anche se rappresenta solo il 2% del peso corporeo totale riceve il 15% della gittata cardiaca), si sviluppano quando il soggetto è in piedi e scompaiono se assume la posizione sdraiata. Sono particolarmente intensi a seguito di un pasto abbondante, dopo un esercizio fisico impegnativo o al mattino. La costipazione può provocare attacchi sincopali durante lo sforzo di evacuazione”, spiega lo specialista.

Come si effettua la diagnosi?

“In presenza di questi sintomi si effettua una semplice misurazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca con il paziente a riposo in posizione supina da 10 minuti e dopo 3 minuti di ortostatismo (cioè in posizione eretta). È inoltre utile valutare il controllo vegetativo dei riflessi cardiovascolari, per mezzo di alcune metodiche fisiologiche (tilt test, manovra di Valsalva, respiro profondo, test del calcolo mentale), biochimiche (dosaggio plasmatico in clinostatismo e ortostatismo della noradrenalina e della vasopressina) e farmacologiche (infusione di noradrenalina, tiramina, clonidina, edrofonio)”, continua il dottor Tullo.

Cosa fare in caso di ipotensione ortostatica?

“Nei pazienti con ipotensione ortostatica sintomatica è indicata la terapia farmacologica con, per esempio, fludrocortisone, midodrina, eritropoietina, diidroergotamina, indometacina, desmopressina e octreotide.

Sono poi necessari accorgimenti generali, come: evitare cambi di postura rapidi, soprattutto al risveglio; evitare di rimanere a letto a lungo nel corso della giornata e anche di mantenere la posizione eretta per molto tempo; prestare attenzione agli sforzi durante la minzione e la defecazione; alle temperature ambientali elevate e a un esercizio fisico intenso. Da evitare anche pasti abbondanti e consumo di alcolici.

È consigliabile poi bere molto, introducendo almeno due litri di liquidi al giorno; curare l’apporto salino giornaliero; dedicarsi a un esercizio fisico moderato; consumare pasti piccoli e frequenti che prevedano pochi carboidrati; utilizzare aria condizionata o ventilatore in estate e calze elastiche”, ha raccomandato il dottor Tullo.

Specialista in Neurologia

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