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Linfoma di Hodgkin, la chemioterapia di salvataggio che apre la strada a nuove prospettive

Linfoma di Hodgkin, la BeGEV è la chemioterapia di salvataggio più efficace prima del trapianto di cellule staminali autologhe. Lo dimostra uno studio coordinato dal prof. Armando Santoro, Direttore di Humanitas Cancer Center. I risultati sono stati presentati dal prof. Carmelo Carlo-Stella, Responsabile dell’Unità di Ematologia e di Terapie Sperimentali durante il congresso dell’European Hematology Association, tenutosi a Vienna tra l’11 e il 14 giugno scorso.

Trial BEGEV

Quali obiettivi si poneva lo studio?

Lo studio, multicentrico di fase 2 – spiega il prof. Carlo-Stella – prevedeva l’arruolamento di 59 pazienti e si poneva l’obiettivo di valutare l’efficacia e la tossicità della BeGEV, chemioterapia di seconda linea, per pazienti con Linfoma di Hodgkin ricaduto o refrattario alla terapia di prima linea”. Il Linfoma di Hodgkin è una malattia dei linfociti B, cioè di quelle cellule che hanno la funzione di difendere l’organismo da agenti esterni e infezioni. Nel Linfoma di Hodgkin, i linfociti B crescono in modo anomalo provocando ingrossamento dei linfonodi e talora invadendo sedi extralinfonodali. “Tale patologia – spiega il professore – è curabile nel 75% dei casi, mentre i restanti pazienti possono andare incontro aricaduta o sviluppare resistenza al trattamento chemioterapico”. “Nei pazienti che ricadono dopo avere ottenuto una remissione completa e nei pazienti che sono refrattari alla chemioterapia iniziale, è necessario somministrare unachemioterapia di salvataggio – continua il professore – la cui efficacia è fondamentale a garantire l’esito positivo deltrapianto di cellule staminali autologhe”.

Quali risultati sono stati osservati?

“La classica chemioterapia di seconda linea è la IGEV, che prevede la somministrazione combinata di gemcitabina, vinorelbina e ifosfamide, e che garantisce una percentuale di remissione completa pari al 50%”. Con BeGEV, questa percentuale sale al 73%: “Un dato strabiliante”, è il commento del prof. Carlo-Stella. “Altri vantaggi rispetto alla IGEV, sono costituiti dalla breve durata di somministrazione della BeGEV che può essere agevolmente fatta in regime ambulatoriale. Peraltro – aggiunge il professore – non sono state registrate tossicità aggiuntive”. Entrambi gli schemi di chemioterapia sono stati messi a punto dal prof. Armando Santoro, Direttore del Cancer Center di Humanitas. Tra i medici coinvolti nel trial vi sono, oltre al prof. Santoro e al prof. Carlo-Stella, la dott.ssa Rita Mazza, ematologa, e la dott.ssa Laura Giordano, biostatistica.

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