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Le cellule CAR-T nei linfomi follicolari

I linfomi follicolari rappresentano una parte importante della più vasta famiglia dei linfomi. Nello specifico, sono tra i più frequenti linfomi non Hodgkin di tipo B e sono linfomi di tipo indolente, che tendono quindi a una crescita lenta ma con molte recidive durante il decorso. Proprio per trattare queste recidive sono state sviluppate nuove terapie, tra cui quella con CAR-T, una terapia cellulare innovativa che utilizza le cellule del sistema immunitario del paziente stesso.

Ne parliamo con il dottor Daniele Mannina, specialista dell’Unità Operativa di Ematologia dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

Come funziona la terapia con CAR-T?

La terapia con CAR-T è un’immunoterapia cellulare che viene applicata nel trattamento clinico dei linfomi follicolari da pochi anni. Questo tipo di terapia usa l’immunità specifica del paziente, quindi i suoi linfociti T, che vengono prelevati e poi inviati in un laboratorio per essere modificati geneticamente. In laboratorio, sulla superficie dei linfociti viene inserito un recettore (CAR) in grado di riconoscere delle proteine presenti sulla superficie del tumore. Una volta terminato il processo, le CAR-T vengono infuse nel paziente e sono in grado di riconoscere specificamente ed eliminare selettivamente le cellule tumorali.

Per accedere al trattamento con CAR-T vengono seguiti criteri definiti dal Ministero della Salute e dall’Agenzia Italiana del Farmaco, che variano a seconda della patologia. Per i linfomi follicolari, le CAR-T possono essere utilizzate quando il tumore è già recidivato più di una volta e, in particolare, in presenza di recidive dopo la seconda linea di trattamento.

Una volta appurata la prescrivibilità della terapia con CAR-T il paziente viene inviato presso un centro specializzato e accreditato per la terapia, come l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, dove vengono svolte ulteriori valutazioni. In particolare, si valutano età, eventuali comorbidità e terapie in atto e la funzione d’organo degli organi principali (come reni, fegato e cuore): al termine viene confermato se la terapia con CAR-T è tollerabile dal paziente.

CAR-T: quali sono gli effetti collaterali?

Gli effetti collaterali delle terapie con CAR-T riguardano soprattutto l’attivazione infiammatoria delle cellule infuse, che provoca il rilascio massivo di mediatori dell’infiammazione detti citochine. Per questo ci si riferisce a questa complicanza come sindrome da rilascio delle citochine. Il sintomo infiammatorio più frequente è la febbre e in genere per contenere il disturbo si fa ricorso a una terapia antinfiammatoria seguendo uno specifico protocollo di gestione delle tossicità.

Ci sono poi casi in cui l’infiammazione coinvolge anche il sistema nervoso centrale, con lo sviluppo di sintomi neurologici. Anche in questi casi si ricorre a un protocollo di terapia che si serve di diversi farmaci ad azione antinfiammatoria e immunosoppressiva. 

I risultati terapeutici delle CAR-T

La terapia con CAR-T ha significativamente migliorato il trattamento dei linfomi follicolari recidivati refrattari. Prima dell’introduzione delle CAR-T, infatti, questo tipo di tumori risultava non guaribile, con recidive sempre più precoci e aggressive. La terapia con CAR-T, invece, consente di ottenere remissioni di malattia prolungate e stabili anche in pazienti plurirecidivati, puntando in alcuni casi a una potenziale guarigione definitiva. Inoltre è oggi in corso di sperimentazione l’applicazione anticipata delle CAR-T rispetto alle fasi oggi indicate dall’Agenzia del Farmaco, con la prospettiva di una terapia ancora più efficace e con meno effetti collaterali.

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