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Conoscere la trombosi

Trombosi è una parola antica, che probabilmente tutti conoscono: ma pochi sanno che cosa sia veramente.
I professionisti di Humanitas spiegano cosa sia: è il danno provocato dalla formazione di un coagulo di sangue (trombo) in una vena o in un’arteria.
Le arterie e le vene sono i vasi nei quali scorre il sangue sono il sistema idraulico attraverso il quale il cuore spinge il nutrimento fino alle cellule più lontane (arterie) e recupera i prodotti di scarto (vene). Il trombo può chiudere l’arteria o la vena completamente o solo in parte: le cellule soffrono per la riduzione del flusso di sangue, e muoiono”.

I sintomi
La gravità dei sintomi dipende dall’organo colpito, e dal grado di riduzione del flusso di sangue.
La trombosi causa perciò malattie diverse, che prendono il nome dell’organo colpito. La trombosi di un’arteria coronarica provoca l’ischemia o l’infarto del miocardio, la trombosi di un’arteria o di una vena del cervello cerebrale provoca l’ictus, la trombosi delle vene delle gambe o delle braccia prende il nome di tromboflebite, se colpisce una vena superficiale, o trombosi venosa profonda, se colpisce le vene più profonde.
Se non viene riconosciuta e quindi curata, la trombosi evolve spontaneamente: il trombo nei casi più fortunati può sciogliersi da solo, oppure estendersi all’interno del vaso e dare sintomi progressivamente più gravi, oppure rompersi e generare emboli, ossia frammenti che, trasportati dal sangue, arrivano ad altri organi (embolia).

L’incidenza della trombosi
Le malattie da trombosi nel loro insieme colpiscono ogni anno in Italia più di 600.000 persone: di queste 200.000 muoiono, 200.000 rimangono invalide, 200.000 guariscono ma spesso vivono con l’angoscia di una nuova trombosi.
Infarto, ictus, trombosi arteriose o venose, embolia non colpiscono sono gli anziani: sono più probabili con l’avanzare dell’età, ma colpiscono anche i giovani, in particolare le giovani donne e perfino i bambini.
Le malattie da trombosi potrebbero essere evitate, attraverso il controllo dei fattori di rischio, soprattutto quelli legati allo stile di vita e alla familiarità. Almeno un paziente su tre potrebbe non essere colpito. Ma per fare una vera prevenzione bisogna prima capire che cosa sono queste patologie, come si manifestano, da che cosa sono provocate.

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