COME TI POSSIAMO AIUTARE?

Centralino
+39 02 8224 1

Se hai bisogno di maggiori informazioni contattaci telefonicamente

Prenotazioni Private
+39 02 8224 8224

Prenota una visita in privato o con assicurazione telefonicamente, oppure direttamente online

Centri

IBD Center
0282248282
Dipartimento di Gastroenterologia
02 8224 8224
Ortho Center
02 8224 8225
Cancer Center
02 8224 6280
Centro Odontoiatrico
0282246868
Cardio Center
02 8224 4330
Centro Obesità
02 8224 6970
Centro Oculistico
02 8224 2555

Il coronavirus e la perdita di gusto e olfatto

COVID-19, l’influenza dovuta al nuovo coronavirus, si manifesta in genere con sintomi quali raffreddore, mal di gola, tosse e febbre o nei casi più seri con polmonite e difficoltà respiratorie.

Chi è entrato in contatto con questi pazienti ha rilevato in un elevato numero di essi alterazioni acute dell’olfatto e del gusto, in particolare una riduzione o una perdita dei due sensi. Un fenomeno che è stato osservato anche in un alto numero di soggetti positivi al tampone in assenza di altri sintomi di malattia.

Ma qual è il rapporto tra l’infezione da coronavirus SARS-CoV-2 e gusto e olfatto? Ne parliamo con il professor Alberto Albanese, Responsabile di Neurologia I in Humanitas.

“L’infezione da COVID-19 rappresenta una nuova malattia sulla quale apprendiamo ogni giorno nuove informazioni. I primi dati, provenienti in particolare da Cina, Corea del Sud e Italia, indicano una frequenza di anosmia (perdita di olfatto) nel 30-60% delle persone colpite. Questo fenomeno è stato segnalato anche dai medici che sono stati infettati dal virus. Di conseguenza, è ragionevole ritenere che potrebbe esserci una relazione tra il numero crescente di segnalazioni di perdita dell’olfatto e l’attuale pandemia dovuta a COVID-19”, spiega il professore.

Perdita del gusto e perdita dell’olfatto

“La maggior parte dei sapori che avvertiamo è percepita attraverso il naso più che attraverso la lingua. I sapori si diffondono nel cavo orale e producono una sensazione mista di percezione gustativa e olfattiva, responsabile della più ampia percezione del gusto. La perdita del gusto è dunque una naturale conseguenza della perdita dell’olfatto.

Gli studi epidemiologici sulla perdita dell’olfatto sono complicati dalla presenza di sintomi respiratori con riniti, tosse e irritazione delle mucose, che rendono difficile creare un collegamento diretto tra il COVID-19 e il sistema olfattivo umano”, prosegue il professor Albanese.

I nuovi studi

“È tuttavia noto che la via olfattiva rappresenta la porta d’ingresso di diversi virus respiratori al sistema nervoso centrale, quali herpes virus 1 e 6, virus della rabbia e dell’influenza. Un primo studio ha mostrato che il sistema olfattivo potrebbe rappresentare una via di accesso privilegiata al nostro organismo per alcuni coronavirus e questo potrebbe verificarsi anche con SARS-CoV-2 responsabile di COVID-19. L’epitelio olfattivo, infatti, ospita anche terminazioni del nervo trigemino, attraverso le quali il virus potrebbe guadagnare l’accesso all’encefalo.

In Humanitas stiamo sviluppando un progetto proprio con l’obiettivo di identificare i pazienti in cui questo meccanismo può aver avuto luogo. Gli scenari che ipotizziamo sono i seguenti:

  • In alcuni soggetti il virus potrebbe infettare il sistema olfattivo e arrivare fino alla corteccia olfattiva dell’encefalo.
  • In altri soggetti il virus potrebbe infettare i polmoni, per azione diretta di goccioline respirate nell’aria, oppure attraverso un meccanismo “a doccia”, in cui le particelle virali cadono verso il basso, dalla mucosa olfattiva verso i polmoni.
  • In un numero ristretto di pazienti, infine, il virus potrebbe interessare una parte più ampia dell’encefalo, per diffusione dalla corteccia olfattiva o perché vi arriva attraverso la circolazione.

Alcuni dati preliminari indicherebbero una differenza di genere e di età per la perdita di olfatto e gusto causata da SARS-CoV-2: il fenomeno colpirebbe preferenzialmente le donne – che in genere hanno forme più benigne di infezione respiratoria – e le persone più giovani.

La Ricerca scientifica è focalizzata a comprendere i diversi comportamenti di questo nuovo virus”, ha concluso il prof. Albanese.

Specialista in Neurologia

Visite ed esami

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici