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Sarcomi: medici e ricercatori insieme verso nuove strategie di cura

I sarcomi sono un gruppo di patologie rare, complesse e poco conosciute, talvolta anche dal personale medico non specialista, con conseguenti problematiche in termini di diagnosi e trattamento. Ogni sottotipo di sarcoma ha caratteristiche biologiche e cliniche, una storia naturale e trattamenti propri.

In Humanitas, uno dei Centri di riferimento in Italia per la cura di queste patologie, ricercatori e medici lavorano a stretto contatto, al fine di raggiungere obiettivi importanti per i percorsi clinici dei pazienti, dalla diagnosi alla cura.

Ne parliamo con il dottor Ferdinando Carlo Maria Cananzi, specialista in Chirurgia dei Sarcomi, Melanomi e Tumori Rari in Humanitas e docente in Humanitas University, e con il dottor Sebastien Jaillon, ricercatore immunologo e docente in Humanitas University.

Sarcomi: rari, complessi ed eterogenei

“I sarcomi dei tessuti molli sono tumori che si formano nei tessuti connettivi dell’organismo quali muscoli, tessuto adiposo, legamenti, vasi sanguigni, linfatici e nervi. Possono interessare in pratica qualsiasi parte del corpo e in particolare gli arti, l’addome (il retroperitoneo e gli organi addominali) e il tronco.

Sono tumori rari (in alcuni casi ultra-rari), con circa 5 nuovi casi ogni 100mila abitanti e ne conosciamo una sessantina di istotipi, ai quali vanno aggiunte le forme benigne.

Rarità, complessità ed eterogeneità che richiedono che i sarcomi vengano trattati in Centri specialistici come Humanitas, uno tra i pochissimi Centri in Italia a occuparsi in maniera completa di questo tipo di patologia. La chirurgia è il cardine del trattamento, ma da sola talvolta non basta: nonostante l’intervento chirurgico, infatti, fino a un sarcoma su due tende a recidivare. Il trattamento deve essere pertanto multidisciplinare: è dunque necessario che accanto al chirurgo specializzato in sarcomi, vi siano anche l’oncologo medico, il radioterapista, il patologo e il radiologo specialisti in queste forme tumorali rare.

Di fronte ai sarcomi anche le strategie che utilizziamo in altri tumori non sono sempre percorribili, occorre dunque trovare altre strade ed essere lungimiranti; ciò vale sia in ambito clinico “disegnando” trattamenti su misura per il singolo paziente, sia in ambito scientifico conducendo, per esempio, studi prospettici che consentano di raccogliere il maggior numero di informazioni su queste malattie”, spiega il dottor Cananzi.

La necessità di un approccio su più livelli

“Negli ultimi decenni non ci sono stati grandi progressi in merito a questo gruppo di neoplasie (eccezion fatta per qualche sottotipo tumorale specifico) e questo dipende anche dalla complessità, dalla rarità e dalla difficoltà nello studiare i sarcomi.

Questo quadro – insieme alla presenza in Humanitas del gruppo di Ricerca di Sebastien Jaillon – ci ha portati ad approcciare questa patologia su più livelli: dalla singola cellula fino al paziente. Per farlo, abbiamo instaurato un’interazione costante tra il mondo della clinica e quello della Ricerca: insieme cerchiamo di trovare risposta ai quesiti clinici, unendo le nostre professionalità e i dati in nostro possesso.

Da un punto di vista clinico proviamo a comprendere alcuni meccanismi alla base della manifestazione della malattia”, continua il dottor Cananzi, “mentre come ricercatori verifichiamo se i risultati ottenuti con la Ricerca in laboratorio siano riscontrabili nel paziente”, aggiunge il dottor Jaillon.

Il ruolo dell’immunità innata

“La nostra Ricerca, in collaborazione con il Gruppo Sarcomi, si concentra sul tentativo di comprendere se l’immunità innata – che ciascun individuo ha dalla nascita e i cui meccanismi sono preesistenti al contatto con i microrganismi – abbia un ruolo nelle difese antitumorali.

Abbiamo scoperto in diversi modelli sperimentali che l’immunità innata contribuisce nell’attivare una risposta antitumorale effettiva, in particolare nel sarcoma polimorfo indifferenziato, un sottotipo di sarcoma. Nel nostro studio1 abbiamo dimostrato che i neutrofili, un tipo di globuli bianchi, hanno un ruolo importante nella resistenza contro il cancro. Forniscono infatti precise istruzioni a un tipo di cellule T (chiamate non convenzionali) che abbiamo identificato come nuovi soldati antitumorali. Ulteriori studi saranno necessari per approfondire questo meccanismo e per verificare se possa valere anche in altri tipi di sarcoma”, sottolinea il dottor Jaillon.

“Questa scoperta, frutto anche della stretta collaborazione tra Clinica e Ricerca, è un passo importante nel percorso di conoscenza dei meccanismi di questo tipo di sarcoma, con la speranza che apra la strada a ulteriori scoperte a vantaggio dei pazienti”, hanno concluso i due specialisti.

 

 

  1. Cell 2019. Ponzetta ACarriero RCarnevale S et al. Neutrophils Driving Unconventional T Cells Mediate Resistance against Murine Sarcomas and Selected Human Tumors.

 

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