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Instabilità della spalla


L’instabilità della spalla è una condizione caratterizzata dalla perdita dei regolari rapporti articolari tra la testa dell’omero e la scapola. L’instabilità della spalla, se non trattata, può manifestarsi con una o più lussazioni, ossia la perdita completa della posizione normale dei capi articolari, e/o sublussazioni, che invece comportano la fuoriuscita parziale della testa dell’omero dalla sua sede.

Quali sono le cause dell’instabilità della spalla?

L’instabilità della spalla può essere favorita da alterazioni congenite nello sviluppo osseo e/o dei tessuti periarticolari ed è spesso provocata da traumi o microtraumi ripetuti. Questa condizione infatti interessa in particolar modo gli sportivi di giovane età.

Quali sono i sintomi dell’instabilità della spalla?

Effettuando determinati movimenti o assumendo certe posizioni, la spalla instabile non si mantiene nella sua posizione fisiologica, provocando dolore e/o percezione soggettiva di instabilità. Qualora si sia verificata una lussazione o una sublussazione, il dolore aumenta quando il paziente effettua i movimenti che riproducono quelli che hanno provocato la lussazione o sublussazione.

Instabilità della spalla: come si fa la diagnosi?

L’instabilità della spalla si diagnostica mediante un esame fisico del paziente e un’accurata valutazione della sua storia clinica. Lo specialista si informerà su eventuali traumi e sulle abitudini lavorative e/o sportive del paziente, per esempio se è abituato a effettuare determinati movimenti ripetitivi.

Lo specialista potrà ritenere inoltre necessario lo svolgimento di alcuni esami strumentali, quali la radiografia, la tomografia assiale computerizzata o la risonanza magnetica, utili ad escludere la compresenza di fratture o lacerazioni tendinee

Come curare l’instabilità della spalla?

Per curare l’instabilità della spalla esistono diverse possibilità di trattamento che vengono valutate dallo specialista in base alle condizioni specifiche del paziente.

Il primo trattamento è di tipo conservativo: in caso di lussazione acuta si procede tempestivamente con una manovra di riduzione e con la successiva immobilizzazione per alcune settimane. In seguito, il paziente dovrà seguire un percorso di riabilitazione per recuperare le normali funzioni articolari e rinforzare i muscoli periarticolari.

In caso di lussazioni recidivanti, dunque in caso si siano verificati più episodi, sarà necessaria una stabilizzazione chirurgica

Una delle tecniche più utilizzate in caso di instabilità è la capsuloplastica artroscopica. L’artroscopia è una procedura che implica l’accesso di una microcamera e di strumenti specifici all’interno dell’articolazione mediante piccole incisioni. Tramite questa procedura è possibile non incidere i muscoli e riparare le lesioni della capsula e dei legamenti mediante piccole ancorette e fili di sutura.

In presenza di un danno osseo alla testa dell’omero o alla scapola, invece, viene effettuato un intervento tradizionale, che comporta un’incisione di circa 4-5 cm e la trasposizione di innesti ossei che ripristinano la normale anatomia e impediscono la fuoriuscita della spalla dalla sua sede fisiologica. In entrambi i casi, si tratta di interventi eseguiti in anestesia loco-regionale e tendenzialmente in Day Hospital. Successivamente il paziente dovrà mantenere l’arto immobilizzato in un tutore reggibraccio per 3-4 settimane ed effettuare poi un percorso riabilitativo di 3-5 mesi. Solo dopo 6 mesi circa il paziente potrà tornare a effettuare attività sportive, in particolar modo se pratica sport come rugby, pallavolo, nuoto o sollevamento pesi.

Visita ortopedica spalla

La visita ortopedica alla spalla è fondamentale per diagnosticare la causa del dolore o del disagio nella regione della spalla. Attraverso l’anamnesi e test funzionali specifici, l’ortopedico valuta le condizioni dell’articolazione, dei tendini e dei muscoli per individuare eventuali patologie, come lesioni traumatiche o degenerative. In base ai risultati, può prescrivere ulteriori esami per una diagnosi accurata.

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