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Termoablazione percutanea dei tumori del fegato


La termoablazione percutanea dei tumori del fegato è una procedura che permette di trattare il cancro senza dover subire un intervento chirurgico. Viene utilizzata in caso di tumori in fase precoce o di piccole dimensioni, tumori altrimenti inoperabili, con pazienti che non possono essere sottoposti ad anestesia generale, in alcune metastasi epatiche, in lesioni ricorrenti e progressive e in attesa di un trapianto.

 

Che cos'è la termoablazione percutanea dei tumori del fegato?

La termoablazione percutanea dei tumori del fegato si basa sull'uso del calore generato dalle radiofrequenze o dalle microonde per uccidere le cellule tumorali. La massa è raggiunta inserendo appositi elettrodi, monitorandone il percorso mediante ecografia. Le radiazioni elettromagnetiche emesse dagli elettrodi innalzano la temperatura oltre i 60°C, causando in pochi minuti la morte dei tessuti trattati.

L'intervento di termoablazione percutanea dei tumori del fegato viene eseguito in anestesia locale con una leggera sedazione e prevede il ricovero ospedaliero.

Rispetto all'approccio chirurgico tradizionale la termoablazione percutanea dei tumori del fegato è associata a una minore mortalità e un tasso di complicanze ridotto. Le recidive sono però più frequenti, soprattutto in caso di lesioni di dimensioni superiori ai 3 cm. Tuttavia non preclude un successivo intervento chirurgico.

 

La termoablazione percutanea dei tumori del fegato è dolorosa e/o pericolosa?

Subito dopo un intervento di termoablazione percutanea dei tumori è possibile avvertire i disturbi correlati all'anestesia. L'incidenza di complicanze è invece piuttosto bassa (inferiore al 5%) e dipende da fattori come la dimensione dei tumori, il numero di ablazioni, il tipo di strumentazione utilizzata e l'esperienza di chi la esegue. Alcune tra le complicanze descritte sono il mal di schiena, la colecistite, danni ai dotti biliari o all'intestino, emorragie ed ematomi, pneumotorace, effusione pleurica, infezioni, trombosi portale e ascessi al fegato.

 

Chi può sottoporsi alla termoablazione percutanea?

La termoablazione percutanea dei tumori del fegato è indicata in presenza di una sola lesione di dimensioni inferiori ai 5 cm o di lesioni multiple di diametro inferiore ai 3 cm. Le lesioni devono essere in stadio non avanzato e ciascun caso viene prima discusso in un gruppo multidisciplinare che coinvolge radiologi, chirurghi, radioterapisti ed oncologi per confermare l'indicazione. È in genere controindicata se le lesioni sono più di quattro o cinque, se hanno un diametro superiore ai 6-7 cm o se sono difficilmente raggiungibili con gli elettrodi, se il tumore occupa più del 40% del volume dell'organo o è localizzato in prossimità di strutture vitali, in caso di invasione dei dotti biliari o dei vasi sanguigni principali, cirrosi avanzata o infezioni in corso, valori di coagulazione alterati, significativo abbassamento delle piastrine e malattia epatica scompensata.

 

Follow up

Dopo la termoablazione percutanea di tumori del fegato è importante sottoporsi a controlli regolari per monitorare l'eventuale insorgenza di recidive. In genere sono richieste delle TAC.

 

Sono previste norme di preparazione?

Il paziente deve presentarsi in ospedale con gli esiti degli esami richiesti. È inoltre fondamentale attenersi scrupolosamente alle indicazioni ricevute dai medici riguardo all'assunzione dei farmaci e all'alimentazione da seguire nei giorni precedenti l'intervento.